16. Faith.

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Quella notte Louis sognò Harry. Da tempo non faceva più sogni felici: ricordava a stento come fosse svegliarsi con un bel ricordo invece che con delle lacrime. Eppure, da quando aveva conosciuto Harry, sembrava che quest'ultimo lo proteggesse anche durante la notte. Louis trovava incredibile come Harry, pur trovandosi lontano da lui, in un'altra casa, in un altro quartiere, riuscisse comunque a vegliare su di lui.  

Le ore che avevano passato insieme durante la festa di Halloween erano state fondamentali per Louis. Harry, coinvolgendolo con quei bambini, lo aveva messo davanti alle sue insicurezze e alle sue paure. Lo aveva aiutato a superarle, esattamente come un cavaliere aiuta il suo cavallo a saltare gli ostacoli: lo avverte nel momento giusto, l'animale acquista fiducia e forza in se stesso e poi salta, riuscendo a superare l'intralcio. E, una volta finita l'azione, il destriero capisce di esserci riuscito non solo per la sua bravura, ma perché il suo padrone ha creduto in lui. Così anche Louis aveva bisogno di qualcuno che credesse in lui, esattamente come stava facendo Harry.  

Ricordò l'idea che gli aveva suggerito il ragazzo per guadagnare un po' di soldi, ovvero dare ripetizioni di pianoforte. Louis si era dimostrato disponibile verso questa proposta, ma non aveva mai avviato seriamente il progetto. Era giunto il momento di farlo. Era giunto per lui il momento di prendere in mano la sua vita e di riprovare a ricostruirla partendo dai pezzi che gli rimanevano. Era come quando una persona gioca con le costruzioni: se non riesce a montare i mattoncini per fare un certo tipo di struttura, ne prova un'altra, fin quando non ne trova una che sappia fare e che venga bene.  

Per questo quella mattina si alzò prima del solito. Si diresse verso il bagno e si fece una doccia veloce. Asciugò i suoi capelli, alzandoli in ciuffo disordinato, e indossò una felpa grigia e un paio di jeans scoloriti. Afferrò poi lo zaino con i libri di scuola e salutò la madre, uscendo di casa.  

*

Quando Louis arrivò al Lincoln vide che il cortile della scuola era deserto. Immaginò che tutti si trovassero dentro: fuori faceva molto freddo e chiunque avrebbe preferito il caldo dell'interno. Così entrò anche lui nell'atrio della scuola. Effettivamente tutti gli studenti erano lì. C'era chi ripassava la lezione della prossima ora, chi sorseggiava una cioccolata calda appena comprata al bar, chi chiacchierava e chi ascoltava musica con il proprio iPod.  

Louis si diresse in fretta al piano superiore: dato che la campanella dell'inizio delle lezioni non era ancora suonata e che la maggior parte degli alunni erano impegnati in qualcosa, sperava di trovare un'aula libera da usare. Ciò che aveva in mente era di scrivere dei volantini da appendere sulla bacheca della scuola. Su questi fogli avrebbe comunicato la sua disponibilità nel dare ripetizioni di piano e avrebbe allegato il suo numero di telefono. In tutto ne scrisse tre, uno da mettere sulla bacheca di ogni piano. 

"Do lezioni di piano forte a chiunque abbia bisogno di essere aiutato in questa materia. Chiunque sia interessato può contattarmi al mio numero di telefono, così potrò fornire altre informazioni riguardo il servizio e fissare un appuntamento. Louis Tomlinson".  

Quando rilesse il suo nome in fondo ad ogni scritto, sentì che la positività che lo aveva spinto a fare ciò lo stava abbandonando. Chi avrebbe accettato lezioni private da Louis Tomlinson, un ragazzo ripetente, che fu chiuso in un riformatorio per mesi e che maltrattava i suoi coetanei? Chi si sarebbe mai fidato di lui? La sua fama era troppo brutta da permettere a qualcuno di avvicinarsi a lui. Ed era comprensibile: nessun genitore avrebbe mai permesso che il proprio figlio lo frequentasse, anche se solo per uno scopo didattico. E Louis era certo che ogni genitore del Lincoln conoscesse bene il suo nome e i suoi trascorsi. Storie come le sue non passano inosservate e difficilmente vengono ignorate.  

"Dovresti provarci". Le parole che Harry gli disse il pomeriggio di pochi giorni prima nella sua casetta di legno, arrivarono a fare chiarezza nella sua mente. Il ragazzo lo aveva esortato a tentare e Louis era sicuro che se Harry fosse stato lì, probabilmente gli avrebbe ripetuto la stessa cosa. In fondo cosa aveva da perdere? La sua reputazione non poteva scendere più in basso. Il massimo che poteva accadere era che tutti trascurassero il suo avviso e non sembrava una pena così dura da sopportare. Dunque scappò dall'aula con i fogli e contemporaneamente dalle sue indecisioni, prima che qualche dubbio lo rendesse di nuovo preda delle sue perplessità.  

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora