Era passata una settimana dall'ultima volta che Harry e Louis avevano parlato. Louis iniziava la sua terza settimana di detenzione e durante la seconda aveva completamente ignorato Harry.
"Lo spettacolo deve continuare" gli aveva risposto quando Harry gli aveva domandato perché si ostinasse a suonare le canzoni per la rappresentazione. Ovviamente Louis non si riferiva allo spettacolo teatrale ma a quello che aveva messo in piedi con tanta scaltrezza, scrivendo per Harry un ruolo di co-protagonista: il personaggio del bravo ragazzo non poteva ancora essere abbandonato. Così cercavano di convivere civilmente durante le ore pomeridiane che trascorrevano insieme.
Le uniche volte in cui Louis si rivolgeva ad Harry era per lanciare frecciatine o per fare battute ironiche. Tutti coloro che erano lì si erano accorti che i loro attacchi erano dovuti a qualcosa di personale, nonostante provassero a mascherarli con problemi riguardo la recita o la sceneggiatura.
- Vai da Harry, Jasmine! Lui è molto bravo a capire le persone e a risolvere i loro problemi... - rispose Louis, quando la ragazza si presentò da lui per esporgli un'osservazione riguardo una base musicale. Harry cominciava a chiedersi se si comportava così perché era ancora arrabbiato o se continuava ad usare la loro lite come occasione per gettargli addosso la sua ostilità.
Finite le prove, Louis tornava sempre a casa in compagnia di Stan e Jeremy. Harry supponeva che il ragazzo si fosse immischiato in qualche affare illecito: vedeva Jeremy fin troppo spesso e questo non era mai un bene. Ma come faceva a saperne di più se lui non esisteva più per Louis?
*
Quel giorno Harry aveva educazione fisica. Niall e Liam si erano presentati in anticipo in palestra: adoravano lo sport e arrivavano sempre qualche minuto prima della lezione per godere di quel luogo vuoto. Harry era più tipo da libri: l'attività fisica non lo coinvolgeva più di tanto, soprattutto i giochi di squadra che faceva fare il professor Whodd, il docente di attività sportive.
Dunque il riccio arrivò con calma nello spogliatoio. Non c'era nessuno: probabilmente gli altri compagni di corso erano già a giocare a qualche competizione ideata da Whodd.
Poggiò la borsa su una panca e appese il giacchetto all'attaccapanni. Si sfilò la sua maglietta e la ripiegò nella borsa, estraendo quella di ricambio per la lezione. Ogni alunno del Lincoln ne aveva una offerta dalla scuola per fare gli sport. Harry si cambiò e scese in campo.
Quel giorno Whodd aveva organizzato una partita di basket, lo sport che più Harry odiava. Se avesse avuto il talento e la passione, avrebbe potuto essere bravo in quell'attività: era alto e slanciato, adatto per quel gioco. Il suo metro e ottanta sarebbe stato sufficiente per essere il primo in una squadra di diciottenni.
La partita iniziò: erano cinque in un campo e cinque in un altro. Per la sua forma fisica, Whodd aveva posizionato Harry in attacco: in quel modo avrebbe potuto fare canestro facilmente. Ma Harry non aveva voglia di fare centro: ultimamente non era stato molto bravo a segnare punti...
Per un'ora si sentì il rumore delle scarpe da ginnastica che stridevano sul pavimento lucido. Il fischietto dell'arbitro accompagnava fastidiosamente quell'incontro, mentre le urla dei giocatori riecheggiavano in tutta la stanza. Il pallone rimbalzava da una parte all'altra del campo, spinto da mani che non riuscivano a riconoscersi in mezzo a tutte le altre. Harry non capiva chi fossero i suoi compagni, quando arrivasse il suo turno di tirare, a chi dovesse passare. Harry era perso in quella confusione. Scambiava un avversario per un alleato, invertendo il giusto con lo sbagliato.
Era un po' quello che stava accadendo nella sua vita: ogni cosa si era ribaltata, si era avvicinato alle persone errate, allontanandosi da quelle corrette, spinto da un istinto che assomigliava al suono di quel fischietto per cui i giocatori scattavano ancora prima di capire il vero motivo per cui avesse suonato, mentre sul tabellone il suo punteggio rimaneva bloccato a zero. Si chiedeva soltanto quando sarebbe arrivata la fine di quel match e soprattutto se avrebbe avuto la possibilità di avere una rivincita, la sua rivincita. Whodd fischiò per dichiarare la fine della lezione. Tutti tornarono a cambiare i loro abiti per poi dirigersi a casa: quella era l'ultima ora.
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Detention (First Book).
FanfictionHarry Styles frequenta l'ultimo anno alla Lincoln High School. Fin da quando era bambino, sognava di diventare regista e per questo a scuola si era sempre impegnato, raggiungendo il massimo dei voti in quasi tutte le materia. Un giorno il professor...