30. Song.

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Dedicated to _thisisreallove_ 

Era da tanto che Louis non entrava in quell’ufficio e non gli era mancato per niente. Aveva quasi dimenticato come fosse ritrovarsi su quelle sedie, di fronte al preside, in attesa di qualche negativo provvedimento.  

Ora invece era di nuovo lì e gli sembrò di essere tornato indietro. Non l’avrebbe passata liscia perché una rissa non era qualcosa che poteva essere tralasciato. Di solito si risolveva con una sospensione. E una sospensione a quel punto dell’anno significava una bocciatura poiché erano rimasti pochi mesi per riscattarsi con una buona condotta. E ripetere l’anno equivaleva a rinunciare a tutti i piani che aveva fatto.  

Non poteva accadere, non dopo tutto il suo impegno. Gli venne da piangere mentre si domandava perché non ci fosse mai qualcosa di giusto nella sua vita. Ogni volta arrivava un fattore a rovinare tutto, a distruggere quel poco che aveva ottenuto con fatica. Perché la vita non gli dava tregua per un secondo?  

Era vero, era stato lui a iniziare la rissa ma solo perché Jordan lo aveva provocato a tal punto da indurlo ad un simile atto. Gli aveva detto cose orribili su due delle persone che più aveva a cuore perché Niall era stato ufficialmente aggiunto a questo elenco. Harry era la persona più importante della sua vita e non poteva permettere che qualcuno gli facesse del male; Niall, be’, non sapeva cosa fosse Niall per lui: un amico sicuramente no, ma neanche un estraneo.  

Non ascoltò nessuna delle parole che il preside gli rivolse perché era troppo perso nel suo dolore. Le parole di quel ragazzo lo avevano ferito come se fossero state rivolte a lui perché sia Harry che Niall ora erano parte di lui, anche se in diversi modi. Ciò che gli parve di capire era che ovviamente Jordan stava dando tutta la colpa a lui, indicandolo come l’iniziatore di quell’aggressione.  

Teoricamente era così , ma alla base c’erano motivazioni comprensibili per cui aveva reagito in quella maniera. Louis non si era svegliato quella mattina con l’intenzione di pestarlo a caso, ma era stato spinto a farlo. Peccato che nessuno gli avrebbe mai creduto visti i suoi precedenti. La cosa che lo rincuorava era che neanche Jordan aveva una condotta scolastica brillante e quindi poteva essere plausibile il fatto che avesse iniziato lui la provocazione.  

- Tomlinson? Tomlinson! – gridò Moran, riportando Louis al mondo reale. Soltanto in quel momento il ragazzo si accorse che una lacrima era scesa dai suoi occhi. – Voglio sentire anche la tua versione –.  

- Per quale motivo? Vuole dirmi che mi crederebbe se gli raccontassi come sono andate le cose? –.  

- Tu provaci e poi vedrò io come fare –.  

- Jordan ha iniziato ad insultare Harry e Niall. Da lì non ci ho visto più e gli ho tirato un pugno –.  

- Quindi sei stato veramente tu ad iniziare – concluse. Louis si accorse di aver aggravato la situazione con le sue stesse mani e Jordan mise su un ghigno per questo.  

- Sì, ma l’ho fatto perché sono stato attaccato verbalmente e perché lui ha insultato pesantemente persone che non c’entravano nulla. Anche questa non è una forma di rispetto, preside! È bullismo verbale – calcò la mano Louis. Il preside si rabbuiò e sospirò.  

Stava per riprendere a parlare quando la porta del suo ufficio si spalancò di colpo con un grande botto. Tutti si spaventarono e sulla soglia apparvero due ragazzi affannati e agitati.  

- Payne! Lucas! Cosa vi salta in mente? Volete aggiungervi anche voi all’ elenco delle persone da sospendere? -. Louis tremò a quel verbo.  

- Preside, ho provato a fermarli, ma non c’è stato nulla da fare – si scusò una signora che lavorava in segreteria.  

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora