Quando le prove per lo spettacolo teatrale finirono, Harry e Louis si precipitarono fuori dalla scuola. Come avevano deciso, dovevano andare in biblioteca: Louis avrebbe avuto un test da recuperare il giorno seguente e dovevano studiare.
Mentre stavano uscendo, Harry porse la sua mano a Louis e quest’ultimo l’afferrò, intrecciando le loro dita. Così si avviarono verso la loro destinazione, camminando mano nella mano.
Stavano passeggiando tranquillamente, facendosi i fatti loro, quando una voce li inveì:
- Non vogliamo froci a Londra! -. Entrambi si voltarono e davanti a loro trovarono un ragazzo a ridere di loro insieme a tante altre persone. I passanti, attirata la loro attenzione da quell’insulto, posarono gli occhi su Harry e Louis e si accorsero delle loro mani che si stringevano. Degli sguardi sprezzanti li investirono, mentre un mormorio derisorio cominciò a scandirsi.
Harry e Louis non risposero. Continuarono a camminare, senza cessare di tenersi per mano. Non si vergognavano della loro sessualità e tanto meno si sentivano in dovere di smettere di prendersi per mano, solo perché delle persone non tolleravano la vista di due ragazzi che si amano.
È difficile per le persone omosessuali vivere in una società pronta a giudicare. Secondo molti punti di vista, si è arrivati a considerarla semplice ignoranza, perché solo ignoranti possono essere definite le persone che non capiscono che non c’è alcuna differenza tra una coppia etero e una omosessuale. In fondo non dovrebbe contare l’amore tra due persone? Si sottolinea sempre l’importanza di questo sentimento, eppure sembra perdere il suo valore quando nasce tra due persone dello stesso sesso.
E allora non sono i gay a sbagliare perché si amano in pubblico: ad avere torto è quella gente che non ha ancora capito il significato della parola “amore”. In ogni cosa può trovarsi l’amore e non è un’esclusiva che appartiene solo a certe persone o a certe situazioni: l’amore appartiene a tutti e ognuno ha il diritto di viverlo. Chi siamo noi per privare due persone di vivere l’esperienza più bella della loro vita con la persona che amano? Chi siamo noi per permetterci di decidere cosa sia amore e cosa no? Chi siamo noi per impedire a due persone di amarsi?
Per questo Harry e Louis continuarono a camminare insieme, nonostante le offese, perché volevano dimostrare che in loro non c’era nulla di errato. Piegarsi a concezioni così negative come quelle omofobe, smettendo dunque di essere se stessi, significa essere parte di una società rivolta verso il degrado e non verso il progresso.
- Non pensarci, Louis – disse Harry, vedendo Louis toccato dalle offese subite. – Ci vogliamo bene e non c’è nulla che non vada nei nostri sentimenti -. Louis, a quel punto, cinse il fianco di Harry e gli lasciò un bacio sulla guancia.*
I due ragazzi arrivarono alla biblioteca. Entrarono e davanti a loro si rivelò uno spazio grande con una grande scalinata al centro e due porte, una sulla destra e una sulla sinistra. Entrarono in quella di destra poiché conduceva alla biblioteca vera e propria. Una porta bianca si aprì su un luogo grande. Accanto all’entrata, sulla sinistra, c’erano dei divani e delle poltroncine, disposte intorno ad un tavolino. Dietro a questo piccolo soggiorno, c’erano delle macchinette che distribuivano bevande e cibo. La parete destra presentava tre porte che davano ognuna su una sala. Sul lato sinistro invece c’era una grande scrivania, intorno alla quale stavano lavorando alcune donne e alcuni ragazzi.
- Guarda! C’è Mark! – indicò Louis. Harry distinse davanti a sé un ragazzo alto e magro. Aveva dei capelli dal taglio scalato e biondi, sicuramente tinti, vista la ricrescita che mostrava una base scura e ricadevano sulla sua fronte. Gli occhi erano azzurri e grandi, bellissimi. Sopra l’angolo sinistro della bocca carnosa aveva un piercing. Era vestito con dei jeans stretti e una maglietta grigia attillata che metteva in risalto un petto muscoloso. Harry riusciva a capire Louis: in effetti era davvero un bel ragazzo.
Iniziò a salutare quando riconobbe Louis. Quest’ultimo rispose sorridendo, beccandosi un’occhiata fulminante da Harry.
- Da quanto tempo, Louis! – esclamò Mark, scambiando due baci sulla guancia con Louis per pura educazione. Louis non sembrò infastidito: adorava provocare Harry.
- Infatti, Mark! – stette al suo gioco. Harry iniziò a sbuffare e quando non ne ebbe più degli sguardi che si stavano scambiando i due – cioè dopo circa cinque secondi – sbottò:
- Non vorrei rovinare questo momento così bello, ma siamo qui per studiare… -.
- Certamente – e sorrise. – Comunque piacere, io sono Mark –.
- Io sono Harry, il suo ragazzo – si presentò marcando l’aggettivo “suo”.
- Non sapevo che ti fossi fidanzato, Lou –.
- Sai, sono cose che accadono nella vita di una persona. Magari un giorno ti insegnerà come fare – si intromise Harry con tono acido, trascinando via Louis.
- Sarà un piacere avere Louis come insegnante – e fece l’occhiolino, rispondendo alla provocazione di Harry. Louis rise e salutò l’amico.
- Lo odio! – bisbigliò Harry.
- Non ne avevo dubbi, Harry… - concluse Louis.
I due ragazzi si avvicinarono alla scrivania dove stavano i dipendenti della biblioteca e chiesero il modulo da compilare per fare la tessera. Infatti per portare a casa i libri era necessario essere registrati nell’archivio e disporre di un tesserino. Così riempirono i fogli e, subito dopo, una signorina diede ai due ragazzi una fotocopia del foglio e la tessera.
A quel punto Harry e Louis si recarono in una grande stanza scendendo per una scaletta. Tante librerie riempivano quel luogo e libri di ogni genere colmavano i ripiani e le mensole. Al centro erano posti dei tavoli sui quali molte persone stavano già studiando. Louis ed Harry scelsero un posto e iniziarono a ripassare l’argomento del giorno precedente. Continuarono quindi a lavorare su Eraclito, introducendo la teoria degli opposti appartenente allo stesso filosofo.
Eraclito sosteneva che la legge regolatrice del mondo risiedesse nel legame stretto tra i contrari che, poiché si trovano in contrapposizione, lottano fra di loro, ma al tempo stesso, non possono fare a meno l'uno dell'altro dato che vivono solo l'uno in virtù dell'altro. Infatti se non esistesse il “male”, non potrebbe esistere il “bene”, in quando quest’ultimo non avrebbe nulla con cui paragonarsi e con cui contrapporsi. Quindi niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto.
Dunque, come ogni cosa non può fare a meno del suo rispettivo contrario, così Louis, completamente diverso da Harry, non poteva fare a meno di lui. La similitudine tra la teoria di Eraclito e le personali vicende di Louis non apparve pertinente in tutti gli aspetti nella testa del ragazzo, poiché rimanevano due costatazioni diverse, ma nonostante ciò trovò una logica e si diede una conclusione: Louis Tomlinson non sarebbe potuto esistere senza Harry Styles.
Ad un certo punto, mentre Louis era completamente immerso e concentrato nello studio, Harry si alzò e si gettò nella ricerca di un libro da leggere. Girava tra gli scaffali con le mani in tasca e lo sguardo curioso, mentre cercava un titolo che potesse interessarlo. Alla fine ne trovò uno e lo prese. Tornò al suo posto e iniziò a guardarlo dopo essersi preso un po’ di tempo per osservare Louis: era con la testa tra le mani e studiava attentamente ogni riga del libro, mentre con gli occhi scorreva continuamente tra le pagine e tra i suoi appunti.
Harry sorrise nel vederlo così attento e così determinato: voleva prendersi una rivincita, vincere una battaglia contro se stesso per dimostrare che poteva cambiare.
Di nuovo un altro sorriso comparve sul volto di Harry, prima che si sistemasse gli occhiali sul naso e cominciasse a sfogliare il primo capitolo.
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Detention (First Book).
FanfictionHarry Styles frequenta l'ultimo anno alla Lincoln High School. Fin da quando era bambino, sognava di diventare regista e per questo a scuola si era sempre impegnato, raggiungendo il massimo dei voti in quasi tutte le materia. Un giorno il professor...