15. Halloween.

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Louis era in piedi davanti alla vetrina del negozio di costumi. All'interno tanti bambini correvano da un reparto all'altro alla ricerca di qualcosa che soddisfacesse i loro gusti. Alcuni sceglievano le maschere con la faccia di uno zombie, o di un troll: due o tre persone comprarono persino quella che ritraeva Frankenstein. Le bambine optavano soprattutto per le maschere da strega, mentre le ragazze più grandi decidevano per un completo rosso che ricordasse una vampira o una diavoletta con tanto di canini finti o di cerchietto con corna, a seconda del caso. I genitori che accompagnavano i loro figli acquistavano sostanzialmente piccole zucche: alcune fungevano da candela o lanterna, altre erano semplicemente di plastica. I negozianti facevano fatica a stare dietro a tutte le richieste e a portare a termine ogni conto: la gente era davvero eccitata e impaziente di fare le loro compere prima che gli articoli più originali finissero.  

Con le braccia incrociate, un sorriso malinconico e gli occhi spenti, Louis guardava quello spettacolo. Ripensò a quando era piccolo lui e al fatto che non si era mai potuto permettere un costume di Halloween e sapeva che, a distanza di tanti anni, si trovava ancora nella stessa situazione: senza una sterlina in tasca, con la gelosia a scorrergli nelle vene mentre vedeva che gli altri potevano ottenere ciò che lui non aveva mai potuto avere.  

Si ricordò di quando aveva sei o sette anni: i suoi compagni di scuola lo reputavano "strano" perché non si era mai travestito e non aveva mai partecipato alle loro festicciole; lo chiamavano "asociale" perché non si era mai inserito. In realtà non sapevano perché lui non prendesse parte a certi eventi: che senso aveva partecipare senza una maschera? Si sarebbe sentito soltanto più escluso e quel senso di diversità l'avrebbe soffocato ancora di più.  

Ridevano. Ridevano con tutto il cuore. Ridevano di una risata che ferisce e che non ti coinvolge portandoti felicità. Lo scansavano e lo facevano sentire solo. Forse era questo uno dei motivi per cui Louis, una volta cresciuto, aveva cominciato ad importunare le persone, controllando la loro vita con le sue molestie e i suoi soprusi: voleva che gli altri si sentissero come lui, voleva essere lui, per una volta, ad avere il controllo della situazione, a decidere sulla vita degli altri, esattamente come i suoi coetanei avevano fatto con la sua. Il dolore e la rabbia prendevano il controllo in lui, lo destabilizzavano portandolo a prendersela con innocenti. Ma non era forse anche lui un innocente? Che colpe poteva avere un bambino di sei anni se non poteva permettersi un vestito per Halloween?  

Eppure l'avevano attaccato. Non si erano fermati a capire perché non volevano farlo. Non vollero sapere come stavano in realtà le cose e Louis fece lo stesso: ignorava la storia delle persone sottoposte al suo bullismo. Le aggrediva e basta, come avevano agito gli altri con lui.  Sentì gli occhi bagnarsi a quei tristi ricordi. Le sue erano lacrime di pentimento e di chi sa che ormai è troppo tardi per chiedere scusa. Di colpo sentì sulla sua pelle il peso di tutti i suoi errori, sbagli che non lo avevano condotto a niente se non ad una distruzione definitiva del suo essere, ad una confusione totale su cosa fosse giusto e cosa no. Louis si era perso in quel rancore e ritrovare se stesso adesso gli appariva come la cosa più dura del mondo. Dunque se ne andò, dando un ultimo sguardo al negozio, mentre il pianto era iniziato in maniera incontrollata.  

*

- Cosa ti metterai? - domandò Liam, mentre entrava con Harry in un negozio di maschere, il terzo quel giorno.  

- Ragazzi, basta, vi prego: non mi sento più le gambe! - si lamentò Niall, mentre arrancava dietro di loro. Harry si guardò intorno nell'attesa che il suo sguardo si bloccasse su qualcosa di interessante. Qualcosa effettivamente c'era. Si avvicinò ad uno scaffale in fondo al corridoio. Le sue mani presero una pacchetto bianco, con una scritta sopra.  

- Un fantasma? Fai sul serio? Cioè, abbiamo girato mezza Londra per uno stupido costume da fantasma? A questo punto ti davo il mio lenzuolo vecchio – sbottò Niall.  

Detention (First Book).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora