Non aveva mai avuto paura dell'altezza.
Non era mai stata una bambina che aveva le vertigini quando si trovava ad un gradino più alto, rispetto agli altri. Benché meno della velocità. E il giro che suo fratello le aveva promesso, il giorno del suo compleanno, non era altro che una piccola giravolta in aria, ad un'altezza non proprio pericolosa.
Il giorno dopo erano iniziate le lezioni private di pilotaggio. Come aula avevano usato il garage di Maurice e lì, Leonard Putnam, insegnò a sua sorella di soli diciassette anni tutto ciò che doveva sapere sui biplani, monoplani e velivoli in generale. Infatti, non si era limitato solo a parlarle del velivolo che avrebbe manovrato da lì a qualche mese, ma anche di quelli usati dagli alleati e nemici nella guerra. Amelia ascoltava con fare attento, appuntando su un libro dalla copertina marrone e un poco logora tutto ciò che poteva esserle utile: come manovrare un velivolo in caso di turbolenze in aria, in caso di temporali improvvisi, e come atterrare facendo in modo di uscirne indenne. Restavano addirittura ore chiusi lì dentro e, verso tarda sera, quando rientravano, incrociavano un Maurice sorridente, lieto di vedere due fratelli così uniti. Anche se i due concordavano sul fatto che non sarebbero mai stati completi, almeno non prima del ritorno di Samuel.
Non avevano più ricevuto alcun telegramma e, a detta di Madame Le Blanche, neanche al bordello era arrivato nulla. Tutto nella norma, si ripeteva Amelia, la nave dov'era imbarcato doveva aver già raggiunto Liverpool. Poteva tornare in ogni momento.
Era il secondo giorno di lezioni ed Amelia non faceva che ammirare il suo monoplano, maestoso e fermo nel garage di Maurice. Il grande giglio al lato sembrava invocare a gran voce il suo nome, sembrava sussurrargli avventure d'oltremare ed esplorazioni storiche. Quel giorno imparò grandi cose sui motori e la tenuta dei velivoli. Smaniava dalla voglia di volare nel cielo blu, di circondarsi dalle nuvole, di poterle addirittura toccare. Ah, che bellezza sarebbe stato poi... raggiungere suo fratello a bordo del Lusitania, di rientro da Liverpool!
I sogni infantili, però, venivano ben presto distrutti dalle autoritarie parole di Leonard, che aveva riso all'idea di raggiungere Samuel nel bel mezzo del mare aperto.
"Hai ancora molto da imparare, Lelia. E poi come pretendi di far atterrare il tuo monoplano sul Lusitania?" Chiese in modo ironico, incrociando le braccia al petto e assumendo una classica espressione di un adulto che derideva una bambina dei suoi sogni infantili.
Puntualmente Amelia mise il muso, arricciando il naso dritto e bianco, dalla punta leggermente rosata per via della troppa cipria. "Vedrai se non diventerò un pilota di aerei in gamba!"
Leonard aveva riso e le aveva dato un buffetto sul naso. "Coraggio, guerriera, continuiamo la lezione."
E il fratello maggiore aveva continuato a spiegare fino alle otto di sera, quando anche Maurice annunciò il suo rientro a casa per la cena. Allora anche i due fratelli si erano congedati. Nel raccogliere le proprie cose, Amelia lanciò ancora uno sguardo al suo monoplano. Le era sconosciuto su quanto i due fratelli avessero speso per quel regalo, ma era certa che Maurice aveva fatto loro un buon prezzo, proprio per l'amicizia che li legava da anni, da quando la piccola Putnam era ancora piccolina e vedeva le cose alla sua altezza. Quando aveva cinque anni ricordava che Sam la prendeva in giro, accomunandola ai nani da giardino che decoravano il cortile della loro residenza, modesta ma elegante. E poi era cresciuta, quanto bastava, e il paragone era diventato inutile. Amelia sentiva di conservare ancora qualcosa della bambina che si apprestava a lasciare quel corpo. Lo era ancora, fondamentalmente, nei gesti, nei comportamenti e persino nelle abitudini. Quando c'erano i fulmini si rifugiava ancora da suo fratello e piangeva per un nonnulla. Ma il suo corpo era cambiato, quello riusciva a vederlo da sola.

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Quante gocce nel mio mare
Historical FictionNew York, anno 1915. In una Riverdale pacifica e lontana dal caos della guerra, Amelia Putnam vive appieno i suoi sedici anni e si prepara a compierne diciassette tra pochi giorni. Ma solo il giorno dopo il suo compleanno, il 7 Maggio, il destino è...