Era come quella di sera di... molti anni fa.
Raissa ormai aveva perso il conto di quanto tempo fosse passato da ché quella bambina spaurita aveva toccato la sabbia notturna di una dormiente City Island. Aveva perso il conto delle volte che aveva pianto, arrivando alla mera conclusione che la tempesta nella sua vita non si sarebbe mai placata. E agli occhi del destino, quel assurdo gioco di tirare il sasso e nascondere la mano, sembrava persino buffo. Ma ora era lei a non voler più ridere, scherzare o giocare.
Nei suoi vent'anni aveva passato la metà a piangere, a rimboccarsi le maniche e a svegliarsi col sorriso più falso del mondo in cui viveva. Ma anche le migliori commedie teatrali, prima o poi, volgevano al termine. Sebbene aveva immaginato un finale diverso, il ruolo che aveva impersonato le obbligava a concludere l'atto in quel modo straziante e senza via d'uscita. Sentiva di non avere più lacrime, come le scelte e i luoghi dove andare. Ne restava uno soltanto: la prospettiva Nevskij, l'unico posto che i suoi genitori non avrebbero mai dovuto lasciare. Sarebbe tornata lì, sì, e avrebbe camminato avanti e indietro per il corso, si sarebbe fermata ad ammirare la fabbrica dove suo padre lavorava al tempo che fu e con un po' di fortuna avrebbe rintracciato qualche parente della madre ancora in vita. Sempre che la guerra non avesse travolto anche il suo paese.
Raissa osservò in lontananza, nel mare, qualcuno avanzare con una canoa. Esattamente come le aveva promesso l'anziano pescatore, era arrivato con il sole ancora alle spalle. Pronto per farla imbarcare in modo semplice su un mercantile diretto a Kronštadt e da lì... avrebbe affidato il suo destino e la sua vita nelle mani di Dio. Le labbra si piegarono istintivamente in un ironico e amaro sorriso. Ammesso e concesso che ce ne sia ancora uno ad ascoltarmi.
Forse non l'avrebbe mai saputo. O forse, come l'allegra Betty le ripeteva sempre, il Signore mandava dei segni dall'alto, segni divini che dovevano solo essere interpretati. Ma aveva smesso di crederci alla luce di ciò che era accaduto negli ultimi giorni.
L'anziano pescatore arrivò alla riva, facendole cenno di avvicinarsi.
Era giunto il momento. E mentre guardava il ristorante, alle sue spalle, dove neanche due settimane prima avevano festeggiato il compleanno della piccola Amelia, Raissa pensò che la famiglia Putnam le sarebbe mancata e avrebbe portato ognuno nel cuore. Così come Betty, Madame, l'anziana indovina che aveva predetto la linea della morte che aveva -nuovamente- spezzato la sua felicità, e tutte le persone che aveva conosciuto dal suo arrivo da bambina lì in quell'isola. Avrebbe conservato un posto anche per quel pescatore che si era offerto volontario per accompagnarla sino al mercantile.
Mentre si avvicinava alla riva e sentiva le onde bagnarle i piedi, doveva ammettere che sembrava la protagonista di un pittoresco quadro. Il tramonto all'orizzonte che l'accoglieva come un caldo abbraccio, il volto sorridente del pescatore sulla canoa e il suo volto che, al pensiero del suo paese natale, riprendeva colore e la sua anima la gioia di vivere. E si convinse che sì, avrebbe ritrovato la giusta forza per ricominciare.
"Raissa!" Si fermò di colpo, sbattendo gli occhi, senza voltarsi indietro.
Leonard. Era lì davvero o lo stava semplicemente immaginando? Non poteva girarsi e scoprirlo, no. Avrebbe finito per complicare tutto, avrebbe ritardato la sua partenza e avrebbe tentato di fermarla, di convincerla che era una pazzia.
Forse se non mi giro va via.
"Raissa!" Urlò ancora la voce del ragazzo.
Buttò a terra la piccola valigia dove aveva raccolto le poche cose che vi entravano. Aveva lasciato i gioielli, spartendoli con le altre ragazze, e parte dei profumi, fermagli e vestiti al bordello. Gran parte dei regali dei suoi clienti, conservando solo quelli di Samuel. Quelli l'avrebbero aiutata a credere che non aveva sognato nulla, che c'era stato un soldato americano che l'aveva veramente amata e non per una sera, ma alla fine di una vita. La sua.
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Quante gocce nel mio mare
Ficción históricaNew York, anno 1915. In una Riverdale pacifica e lontana dal caos della guerra, Amelia Putnam vive appieno i suoi sedici anni e si prepara a compierne diciassette tra pochi giorni. Ma solo il giorno dopo il suo compleanno, il 7 Maggio, il destino è...