Alle tre e mezza del primo pomeriggio, Amelia era già fuori dal centro ospedaliero di Riverdale. Dopo il conseguimento dell'esame teorico, tra due mesi ci sarebbe stato quello pratico, che avrebbe portato la giovane alla conclusione del corso e quindi nell'integrazione completa nel corpo infermieristico. Immaginava già quel giorno. Lei, vestita di bianco con la cuffietta da infermiera a coprirle parte dei capelli, e la sua famiglia orgogliosa del suo operato. Prima che quel giorno potesse arrivare, però, la giovane veniva messa a dura prova con un altro esame, ben più complicato.
Sulla strada che l'avrebbe ricondotta a casa, Amelia meditava sulla scelta di presentarsi all'incontro con il maggiore o meno. Vederlo avrebbe significato ammettere a sé stessa una notevole sconfitta ed era l'ultimo dei suoi desideri, al tempo stesso, però, sentiva una mancanza proprio all'altezza del cuore al pensiero di non presentarsi, di chiudere la porta della sua stanza e aprire il libro per un noioso ripasso teorico.
Camminava con passo lento, sperando che l'andatura potesse sollecitarle la giusta decisione. Pensiero positivo andato in frantumi dal delizioso odore di pane appena sfornato direttamente dal fornaio dell'angolo. Una piccola discesa di san pietrini era circondata da abitazioni e botteghe. Il sarto, amico di famiglia, il fornaio con un garzone simpatico, e una piccola e calda sala da thè. Quest'ultimo era il luogo preferito di ogni Signora di Riverdale. Sua madre ce l'aveva portata spesso ma, come per molte cose, la morte di Samuel aveva cambiato anche quella abitudine. Una benedizione per Amelia, il fatto di non dover frequentare più un simile posto. Per quanto fosse sofisticato e adeguato al suo stato sociale, era ben lontana la sua personalità da pettegolezzi e argomenti di ricamo. Preferiva di gran lunga il suo velivolo. Ancora una volta, al pensiero del biplano parcheggiato nel garage di Maurice, ebbe un fremito.
Presentarsi o meno?
Arrivata alla fine della piccola discesa, Amelia alzò gli occhi al cielo lanciando, nell'aria, un sospiro sconsolato. La sua testolina bionda iniziò a viaggiare e creare momenti di imbarazzo alternati a frasi scontate da rifilare al maggiore, ammesso e concesso che si sarebbe presentata. Se non lo avesse fatto, però, c'era la possibilità che il militare potesse presentarsi a casa sua. Sapeva dove abitava.
Ogni volta che pensava a lui si sentiva terribilmente a disagio, e non centrava affatto il loro ultimo incontro, il fatto che il militare si fosse approfittato di lei per arrivare a suo fratello. La turbava il fatto che, sotto il suo sguardo, si sentiva costantemente sotto esame. Faticava a tenere gli occhi puntati sulla sua figura, faticava a non diventare rossa non appena egli apriva la bocca, faticava ad arrestare i battiti troppo rumorosi del suo cuore. Le parole di Raissa, poi, le risuonavano ancora nelle orecchie.
Sai quando ti piace così tanto una cosa, Amelia? Ecco, l'attrazione tra un uomo e una donna è proprio questo. Quando sei certo di non poter vivere senza quella cosa, beh, allora è amore.
La domanda che si poneva era proprio quella. Poteva avere la forza di rifiutare l'incontro con il maggiore? Poteva, la rabbia che ancora provava nei suoi confronti, aiutarla a non camminare verso la stradina di breccia che conduceva al garage di Maurice? Qualcuno poteva aiutarla a provare ancora un po' della rabbia che le serviva per non presentarsi? A tutte quelle domande, il suo inconscio realizzò per lei il viso sofisticato e perfetto di Claire Ferrars. La sua casa non era lontana da lì, ora che la bionda ci pensava bene. Lei, forse, poteva aiutarla a provare ancora più rabbia. Sembrava buffo pensarlo, specialmente perché era stata proprio la Ferrars a chiederle di trovare delle giuste risposte circa la verità di ciò che era successo sul Lusitania.
Amelia attraversò a passo rapido i pochi tratti di strada che la dividevano da Cambridge Avenue, ritrovandosi sulla destra delle villette colorate di bianco e azzurro, ognuna separate da delle alte siepi e cancelli neri. La residenza dei Ferrars era quella al centro, il loro nome era ben leggibile sulla targhetta dorata accanto all'entrata. Un giardino ben curato e delle arrampicanti che decoravano la parete visibile, accanto alla porta, davano il benvenuto ai visitatori e ad eventuali ospiti. Trovando il cancello già aperto, Amelia avanzò verso la porta d'ingresso, non avvertendo la minima presenza.
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Quante gocce nel mio mare
Fiksi SejarahNew York, anno 1915. In una Riverdale pacifica e lontana dal caos della guerra, Amelia Putnam vive appieno i suoi sedici anni e si prepara a compierne diciassette tra pochi giorni. Ma solo il giorno dopo il suo compleanno, il 7 Maggio, il destino è...