Capitolo 16

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In seguito alla partenza di Leonard per New York, l'intera residenza sembrava caduta in un silenzio funebre. Quell'atmosfera richiamava distrattamente il ricordo di Samuel, il giorno in cui tutti vennero a conoscenza della sua morte. Da allora niente era stato veramente come prima. Anche se tutti continuavano ad andare avanti, come era giusto che fosse, l'enorme sensazione di disagio tornò ad invadere i loro cuori, così come mrs. Putnam tornò a rivolgere le sue preghiere a Dio. Ognuno in famiglia reagiva a quel dolore come poteva. E le donne più giovani, soprattutto, sentivano un peso sulle proprie spalle.

Le domestiche chiedevano quasi sempre a Raissa il menù della giornata, come apparecchiare la tavola, la biancheria da pulire. La russa, quando poteva, rimaneva fuori all'aria aperta, principalmente nel suo orto, e rientrava solo verso sera.

Uscendo di casa, Amelia aveva fatto capolino nella cucina vuota e, vedendo la porta esterna aperta, sbirciò la figura della cognata, armata di attrezzi da giardinaggio, fare delle profonde buche e aiutare gli ortaggi a crescere dritti con l'aiuto di un bastone lungo e spesso. La mancanza del fratello iniziava già a farsi sentire. Dal canto suo, Amelia aveva meditato a lungo se andare all'incontro con Cameron o meno. Aveva camminato per la sua stanza per diversi minuti, convinta che non sarebbe uscita di casa, anche perché non sapeva neanche se, dopo i recenti avvenimenti, il loro appuntamento fosse ancora valido. Poi però ci aveva ripensato. Aveva bisogno di risposte e, al tempo stesso, sfogare la sua rabbia e frustrazione sull'unica persona che le avrebbe dato retta. Nonostante tutto, mai aveva visto l'ombra della soddisfazione passare per il volto del maggiore, il giorno prima, e fu maggiormente sorpresa quando, arrivata davanti al garage di Maurice, se lo ritrovò già lì con le spalle al muro e le braccia conserte.

È in anticipo, pensò. Coincidenza?

Alle cinque mezza l'aria iniziava ad abituarsi alla stagione dal clima rigido, facendo soffiare un flebile, ma ugualmente gelido, vento pre-invernale. Senza contare che la luce del mattino iniziava ad affievolirsi e, tra pochi giorni, sarebbe stato già buio pesto alle sole cinque del pomeriggio. La stagione invernale non era certamente la sua preferita.

Il sole iniziava a nascondersi attraverso alcune case in lontananza, oltre la prateria dai fili d'erba secchi che si estendeva dietro il garage di Maurice. Il giorno regalava agli abitanti di Riverdale ancora una visione chiara delle persone e delle cose che incontravano sulla propria strada. Amelia avanzò ancora di qualche passo, manifestando la sua presenza con il rumore delle scarpe sulla breccia. Suono che mise in allarme il giovane maggiore. Nuovamente, lui e lei, erano occhi negli occhi, pupille affogate in quella che sembrava la stessa tonalità di colore ma di una tristezza differente.

Cameron si tolse il berretto, stringendolo in una mano. La sua espressione sembrava affranta, i suoi lineamenti restavano sempre duri, come il timbro della sua voce che arrivò rude orecchie della giovane. "Mrs. Putnam." La salutò incolore.

Amelia si strinse nello scialle di lana, limitandosi ad un cenno del capo. "Da quanto lo sapevate?"

Cameron alzò un sopracciglio scuro, sorprendendosi della domanda. "Temo di non capire, madame."

"Oh, avanti, Cameron! Non fingete con me." Sbraitò la giovane, stufa delle menzogne rifilate. "Da quanto sapete del desiderio di mio fratello di arruolarsi?"

"Da poco."

"Siate sincero, vi prego. Almeno con me." Gli disse, scavando nei suoi occhi chiari la verità che lui si ostinava a non rivelarle.

Cameron sospirò, scompigliandosi i capelli con una mano. L'espressione combattuta si trasformò rapidamente in una rassegnata, con tanto di palmi all'aria. Se avesse avuto una bandiera bianca avrebbe piantato anche quella. Proprio lì, ai piedi della giovane Putnam. "Va bene." Abbassò un attimo lo sguardo, raccogliendo la giusta dose di coraggio. "Il tenente generale mirava ad avere Leonard nella squadra. Vede in lui grandi potenzialità." Confessò, tornando a guardare il volto della ragazza per vedere la sua espressione.

Quante gocce nel mio mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora