Ormai aveva perso il conto delle volte che aveva attraversato quel piccolo corridoio e, altrettanto, il conto di quante volte aveva posato lo sguardo sul tappeto blu cobalto che decorava il pavimento del secondo piano di casa Putnam. Ogni volta che lo faceva, Raissa lo vedeva sempre più consumato. Ma non era una novità. Tutto, in quella casa, sembrava presentare segni d'usura, come quando si ritrovavano delle vecchie fotografie, ingiallite dal tempo e macchiate dalla polvere, dalla muffa. Così come i più comuni oggetti, anche i loro abitanti sembravano presentare i segni degli eventi che colpivano tutti, nel bene e nel male.
Più degli altri, mrs. Putnam aveva assorbito, in così poco tempo, troppe ferite, troppi pensieri, per una donna in tarda età come lei. Dopo la morte del suo primo figlio, la vecchiaia si era impadronita del suo corpo, parlando sempre meno e pregando sempre di più. Da quando era rimasta sola in quella casa col marito, però, la situazione era peggiorata, specialmente con la partenza di Leonard per la Francia.
Ed ora lo vedeva, mr. Putnam, seduto su una sedia in fondo al corridoio, vicino alle scale. L'unica occhiata amichevole, Raissa, poteva scambiarla solo con lui e le domestiche. Perché mrs. Putnam non era cambiata affatto nei suoi confronti, specialmente dopo averla beccata in atteggiamenti intimi con Leonard, il giorno delle nozze di Amelia.
La porta della camera da letto padronale venne aperta, dopo i primi due passi dietro di essa ad annunciare qualche movimento all'interno della stanza. Il dottore del centro ospedaliero di Little Italy, Stephen Smith, uscì dalla camera con una valigetta nera di pelle e gli occhiali sul naso, dietro di essi un'espressione indecifrabile.
"Dottore, non ci tenga sulle spine. Come sta la Signora?" Chiese Raissa, visibilmente allarmata, ancor prima che Daniel -balzato in piedi come un saldato- potesse proferire parola. Anche se tra le due donne non scorreva buon sangue, la russa aveva sempre mantenuto una buona dose di rispetto nei confronti di mrs. Putnam. Rispetto che non meritava, a detta delle domestiche, visto come veniva trattata dalla stessa Signora. Per Raissa, però, si trattava pur sempre della madre dell'uomo che amava. Un particolare che era capace di cambiare le carte in tavola.
Il dottor Smith unì le labbra in una linea dritta e guardò dapprima mr. Putnam e poi Raissa, rivolgendosi a quest'ultima. "Mi dispiace dovervi dare questa notizia, signori, ma mrs. Eleanor soffre di una grave patologia alle vie respiratorie. Non è la classica ansia, in più la dissenteria non si è calmata da quando ha avuto il primo malore." Rivelò il medico, piuttosto giovane per esercitare una professione così seria come quella. In altre circostanze, Raissa avrebbe anche ammesso a sé stessa che fosse di bell'aspetto, biondo, occhi verdi, carnagione abbronzata tipica dei cittadini di Riverdale... eppure, l'unica cosa che la russa riuscì a pensare, era che la madre dell'uomo che amava stava per essere inghiottita da una spirale infernale.
"Non c'è una cura, dottore?" Chiese mr. Putnam, con un tono calmo... o così sembrava. In qualità di capofamiglia doveva sforzarsi per apparire il più calmo in assoluto anche se, con un po' di attenzione, si poteva scorgere la paura e il timore impossessarsi del suo viso tramite un pallore improvviso.
"Il corpo umano, spesso e volentieri, è un labirinto insidioso e ancora da scoprire. Persino per noi medici. L'unica cosa che posso darle sono dei farmaci, da prendere mattina e sera dopo i pasti. Le rifarò visita la settimana prossima e vedrò... di diagnosticare meglio la malattia." Concluse il medico, porgendo a Raissa un flacone di vetro color petrolio, vuoto ma con una targhetta con il nome. "Una la mattina e una la sera, mi raccomando, non una di più." Le ricordò, guardandola con i suoi grandi occhi verdi. "Può andarle a prendere al centro ospedaliero di Little Italy."
"Molte grazie, dottore." Rispose Raissa con un filo di voce, stringendo la mano all'uomo.
"Venga, l'accompagno alla porta." Aggiunse mr. Putnam, salutando a sua volta il giovane medico e accompagnandolo all'ingresso.
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Quante gocce nel mio mare
Historical FictionNew York, anno 1915. In una Riverdale pacifica e lontana dal caos della guerra, Amelia Putnam vive appieno i suoi sedici anni e si prepara a compierne diciassette tra pochi giorni. Ma solo il giorno dopo il suo compleanno, il 7 Maggio, il destino è...