Capitolo 9

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I giorni seguenti alla cerimonia non furono migliori ma neanche peggiori. Sembrava che l'umore all'interno della residenza Putnam fosse migliorato, che una terza presenza femminile tra le mura di casa fungesse da calmante per le domestiche già abbastanza agitate.

Raissa divideva le sue ventiquattro ore aiutando le cameriere. Con Carin nel pulire l'argenteria, con Adelle a cucinare per i pochi membri che erano presenti a pranzo e a cena, e con Tilla nella disposizione dei mobili che -regolarmente- venivano cambiati ogni tre o quattro mesi. Ed era stata proprio alla governante che aveva chiesto il permesso di creare un piccolo orto, appena fuori dalla porta di servizio della cucina, lì dove c'era un pezzo di giardino lasciato a morire sotto il caldo sole della stagione estiva. Tilla non aveva nulla in contrario, le piaceva la giovane russa che mai aveva sposato il signorino Putnam.

"Ma per sicurezza sarà meglio chiedere il permesso del signor Daniel." Aggiunse Tilla, tornando al suo ricamo per il centrotavola del soggiorno.

Ovviamente Mr. Putnam non aveva avuto nulla da ridire quando, quella sera stessa, era rientrato dal giornale e si era accomodato a tavola. Per quella cena ci sarebbero stati solo lui, Raissa e la piccola Amelia. Quest'ultima usciva raramente dalla sua stanza e il precettore era stato rimandato a casa per tutte e due le settimane che erano seguite alla cerimonia di commemorazione. Mr. Putnam non obiettava, sua moglie non era abbastanza lucida per farlo e Raissa non osava mettersi in mezzo a discorsi che non la riguardavano. L'indomani avrebbe chiesto a Maurice dove poteva acquistare dei semi, delle stecche di bambù, una pala, dei vasi... e avrebbe acquistato anche dei garofani. Quella casa richiedeva l'esigenza di un po' di colore, tra la cucina completamente bianca come un ospedale e l'umore a terra delle domestiche. Senza contare che, per esigenze economiche, avevano iniziato a far a meno del giardiniere che curava il piccolo angolo di paradiso verde di Mrs. Putnam. Le siepi iniziavano a perdere la loro forma, i fiori ad appassire e l'erba a crescere con sole due gocce di pioggia dei giorni scorsi.

Adelle iniziò a servire in tavola con dello stufato di carne e patate. Mr. Putnam aveva messo via il giornale, come accadeva ogni mattina e ogni sera.

"Notizie dal fronte?" Chiese Raissa, lasciando che l'odore della carne penetrasse nelle sue narici. C'era un po' troppo brodo per i suoi gusti ma preferì non dirlo a Adelle.

"Nessuna, mia cara. E credetemi... è meglio così."

"Il discorso di Wilson alla cerimonia è stato molto illuminante. Penso che la tragedia sia servita di lezione anche a lui." Disse la russa, lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca prima ancora di connetterle. Samuel era presente ovunque, in quella casa. Nelle foto in bianco e nero, nei ricordi dei famigliari e nel cuore di chi l'aveva amato.

"Un gran chiacchierone il nostro presidente! Se c'era qualcuno con più spina dorsale, a quest'ora, non staremo qui a piangere sul latte versato e Sam sarebbe ancora... con noi." Mormorò infine Mr. Putnam. Già che Daniel riusciva a pensare al figlio come ad una presenza che non sarebbe più tornata dai vivi, significava che iniziava a gestire le cose nel modo più realistico.

Raissa non rispose e aspettò che Mr. Putnam assaggiasse il piatto prima di poterlo mangiare anche lei.

Il sollievo del cibo nella sua bocca durò poco, perché dalle scale si potevano udire dei pesanti passi scendere i gradini a due a due. E c'era solo una persona che si ostinava a scendere le scale ancora così. Raissa non riuscì a contenere un sorriso. In pochi secondi, la figura da perfetta bambolina di Amelia entrò nel salotto. Stringeva un libro in mano e aveva un'espressione soddisfatta, come non succedeva da moltissimo tempo.

"Ho deciso di iniziare a frequentare il corso da infermiera." Annunciò a testa alta, con un'aria solare in volto che dava maggior luce ai suoi occhi scintillanti di un verde speranzoso.

Quante gocce nel mio mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora