In un'ora, la vita di Amelia Putnam era tornata a colori, eliminando una volta per tutte quel bianco e nero che non ammetteva tonalità gioiose se non quello del sangue, il rosso.
La speranza era tornata a colorarsi di un verde acceso, di quella tonalità che stava bene su tutto, persino sul nero. Ed era proprio grazie a quella che, con uno slancio, Amelia era giunta fino al cassettone e l'aveva aperto, tirando fuori da esso tutto il suo guardaroba, anche se poco. Sotto lo sguardo interrogativo del marito, si mise alla ricerca di qualcosa di adatto, qualcosa di bello e perfetto.
"Amelia, che stai facendo?"
"E me lo chiedi anche? Devo andare a Riverdale! Devo vederlo, devo parlargli, devo... Oddio! È tutto così surreale!" Il panico stava prendendo il sopravvento, così come la gioia e con essa anche le lacrime. Amelia si fermò per un istante, tirandole via con il palmo della mano.
"Ehi? Lelia, calmati un secondo." Le disse Cameron, andandole vicino e prendendole il viso tra le mani. Non le faceva bene agitarsi così tanto e, in parte, riconobbe che la colpa era stata anche sua. Non doveva rivelargli così tanto in una sola sera.
Sentendosi il viso intrappolato tra le sue mani, Amelia fece un passo indietro, guardandolo con un sopracciglio alzato. "No, non mi calmo. Mi hai appena detto che mio fratello e vivo e che, per tutto questo tempo, è stato vicino a me. Ti pare una cosa da niente?!" Disse la giovane, continuando la sua ricerca per l'abito perfetto. Voleva che suo fratello la rivedesse un po' più cresciuta dell'ultima volta.
"Comprendo la tua gioia e la tua voglia di avventurarti sotto un temporale per riabbracciare tuo fratello ma, ascoltami, è tardi. Lo faremo domani, insieme." Le disse, facendo sì che avesse nuovamente la sua attenzione.
"Domani? No, non aspetterò così tanto."
"Sta piovendo fuori, Amelia. Qualche ora in più non cambierà nulla. Credimi, anche lui non vede l'ora di rivederti." Le disse, rivelandole altre verità che avrebbero fatto solo che bene al suo cuore.
Amelia lo fissò. Quelle parole le fecero tremendamente piacere, così tanto che si concesse finalmente il lusso di piangere di gioia. Non riusciva ancora a crederci. Suo fratello era vivo ed era a Riverdale, nella città dov'erano cresciuti.
Aveva voluto fortemente la verità che ora si sentiva soddisfatta.
"E solo che... è strano." Commentò, raggiungendo nuovamente il letto e sedendosi a bordo di esso. Esattamente dov'era quando, suo marito, gli aveva rivelato che Samuel era vivo.
"Lo so. Lo comprendo bene." Le rispose l'uomo, avvicinandosi a lei.
Amelia sorrise con il cuore, dopo molto tempo finalmente poteva dirlo. "Dovrei ringraziarti allora. In fin dei conti, hai salvato la vita di mio fratello e anche la mia." Gli disse, sostenendo il suo sguardo e notando il modo in cui brillavano quegli occhi di ghiaccio. Nella semioscurità ne studiò il taglio che emanava l'alone affascinante.
"Se vuoi, accetto i tuoi ringraziamenti con molto piacere." Disse, leccandosi con la punta della lingua il labbro superiore. Un gesto nervoso, più che malizioso.
"Allora grazie. Di tutto."
Entrambi riconobbero che era una sera strana. Nella prima notte di nozze, Cameron si era messo più a nudo di quanto pensasse. Probabilmente, Amelia ignorava un piccolo particolare. Lui le aveva appena consegnato la sua vita nelle sue mani. Bastasse che consegnasse quelle informazioni al tenente Lovett, ai superiori, e nel giro di due giorni si sarebbe trovato davanti un plutone d'esecuzione. Lei avrebbe riavuto la sua vita normale e tranquilla, e sarebbe tornata a vivere con i suoi genitori e i suoi fratelli.
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Quante gocce nel mio mare
Narrativa StoricaNew York, anno 1915. In una Riverdale pacifica e lontana dal caos della guerra, Amelia Putnam vive appieno i suoi sedici anni e si prepara a compierne diciassette tra pochi giorni. Ma solo il giorno dopo il suo compleanno, il 7 Maggio, il destino è...