Capitolo 4 - Premonizioni

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Non ero riuscita a chiudere occhio tutta la notte per colpa di quanto successo e ora mi si prospettava una giornata impegnativa.

Ero girata di schiena quando sentii Nicholas alzarsi dal letto e vestirsi in assoluto silenzio.

Aspettai alcuni minuti per poter fare ordine nei miei pensieri e per trovare il coraggio di affrontare la realtà. Poi arrendendomi, abbandonai il calore del letto. Prima di dirigermi in cucina, però, mi fermai nella camera delle bambine per svegliarle e, dopo essermi assicurata che si fossero alzate, scesi le scale.

Al pian terreno non potei fare a meno di soffermarmi sulla finestra rotta e in un secondo riemersero tutti i miei peggiori incubi. Iniziai a preparare la colazione ed ero così presa dai miei pensieri da accorgermi in ritardo della presenza di Nicholas, a cui ovviamente non sfuggì il mio disagio. «Non ti preoccupare, oggi faccio un salto in centrale.»

Mi voltai verso di lui e decisi di prendere in mano la situazione. «Stavo pensando che forse è meglio se ci vado io.»

Si accigliò, poi mi sorrise. «Sicura? Mi faresti un grosso favore, sono sommerso di lavoro.»

«Sì, certo» confermai subito pur di togliermi da questo impiccio.

Si avvicinò provando a baciarmi ma mi scansai. La sua disponibilità non mi avrebbe portato a vedere le cose da una diversa angolazione o mi avrebbe permesso di passare sopra a quanto ci eravamo detti la sera prima. C'era un ostacolo invalicabile tra di noi e non avevo più intenzione di ignorarlo, come invece avevo preferito fare fino ad oggi. L'ansia provata mi aveva fatto aprire gli occhi e se c'era una cosa che non era mai cambiata in me, era che la paura mi accendeva, mi portava a tirare fuori la grinta che ogni tanto mi dimenticavo di avere. «Sarà così per tutto il giorno, vero?» Il marito amorevole scomparve. «Non ti mettere contro di me, Sandra. Non ti conviene. Sei e rimarrai mia moglie, sia fuori che dentro il letto.» Si chinò su di me. «Indossa qualcosa di carino per stasera.» Mi diede un bacio sulla fronte e si avviò verso la porta con un ghigno divertito sulle labbra per l'espressione sorta sul mio viso. «Buona giornata, tesoro.»

Sentii la rabbia diffondersi dentro le mie vene. Gettai il piatto che tenevo in mano dentro il lavello e il suono si propagò nella stanza: riusciva a farmi infuriare come pochi. Mi appoggiai con le mani alla cucina e lo guardai allontanarsi lungo il vialetto.

«Mamma, tutto bene?» Giorgia comparve già pronta per la sua giornata. Sperai solo che non avesse assistito alla scena.

«Certo», dissi.

Mi guardò un attimo pensierosa, poi fu distratta da Martina.

Non avrei coinvolto le mie figlie nei miei problemi, soprattutto non in quelli che riguardavano noi due.

Dopo aver fatto colazione, le accompagnai a scuola e mi diressi al lavoro.

Ero pronta per dare la risposta definitiva a Morgan: volevo finalmente pensare un po' a me stessa e alle mie scelte. E a mio marito non sarebbe rimasto altro che accettarle, poteva pensare quello che voleva ma avrei intrapreso questo lavoro a tutti i costi. Anche se solo per fargli un dispetto.

Accesi la musica e alzai il volume per godermi il viaggio, provando così a rilassare un po' i miei nervi che stavano iniziando a risentire inevitabilmente di tutta questa continua e stressante situazione a cui ero sottoposta. Curvai a destra per imboccare la strada che mi avrebbe condotto verso la mia meta, quando persi inaspettatamente il controllo della macchina. Per fortuna, visto che stavo andando abbastanza piano, riuscii a fermarmi a lato della strada.

Appoggiai la testa contro il sedile, sbuffando per lo spavento che mi ero presa e quando mi fui calmata, scesi per dare un'occhiata notando che la ruota di dietro fosse a terra.

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora