Capitolo 50 - Andare A Segno

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Mi fermai senza fiato e mi sedetti su una panchina per riposarmi qualche minuto. Avevo esagerato come primo giorno: ma mi rese soddisfatta l'essere riuscita a realizzare il mio intento.

Visto che avevo un po' di tempo da sola, decisi di chiamare Morgan. Era necessario per colpa delle troppe assenze che avevo fatto al lavoro e mi sentii fortunata di non essere ancora stata licenziata. Feci partire la chiamata e attesi. Mi rispose con una voce mezza addormentata e mi resi conto solo ora che poteva essere presto per lui. Mi scusai ma in risposta mi giunse la sua risata dall'altra parte della linea. «Non ti preoccupare Sandra, io amo essere svegliato alle sette del mattino.» Sorrisi. «Piuttosto come stai

«Sto bene, perché?»

«Mi ha telefonato tuo marito nei giorni scorsi per dirmi che non potevi venire al lavoro. Mi hai chiamato per questo

Mi sorprese scoprirlo. «Sì, anche. Volevo sapere per oggi.»

Sospirò. «Senti, Sandra... stavo pensando di darti un periodo di convalescenza o di vacanze, a seconda di come preferisci considerarlo. Ho già trovato una sostituta, non è brava come te ma per un po' posso cavarmela.» Non sapevo cosa dire né come prenderla. «Non sarà per sempre, solo per un po'. Secondo me è necessario per te e la tua famiglia che tu stia un po' a riposo...»

«Te l'ha chiesto Nick di dirmelo?»

«No, è un'idea mia. Come tuo capo ma soprattutto come tuo amico ritengo sia la cosa più giusta. Ne hai passate tante e scommetto che ora ne dovrai affrontare delle altre, quindi approfittane. Pensaci, va bene. Nessuno te ne farà una colpa se ti prendi un po' di tempo.» Mi guardai attorno disorientata, cercando di capire se fosse la cosa giusta da fare: di sicuro sarei potuta stare di più con le bambine e sarei riuscita a fare le cose con più calma ma lo stesso il lavoro era una sorta di fuga, per distrarmi. Era necessario come tutte le altre piccole cose che avevo inserito nella mia vita per poter andare avanti. E ora mi volevano togliere anche questo. «Sandra, lo dico...»

«Risparmiati la fatica, Morgan» sbottai, non sopportando più questo suo comportamento bonario. «Mi dimetto.» Chiusi la chiamata senza dargli il tempo di dire altro. Mi presi un attimo per realizzare quello che avevo fatto. In un certo senso, però, mi sentii sollevata. Ora mi sarei potuta dedicare a qualcosa che volevo fare davvero e, con questo spirito, mi alzai e ripresi la corsa verso casa.

Una volta arrivata, trovai Nicholas intento a fare colazione e le bambine ancora a letto. Mio marito mi fissò stupito. «Dove sei stata?» mi chiese, tranquillo.

«In giro.»

«In giro?» mi scimmiottò. Non abboccai e mi diressi a fare una doccia. «Vai al lavoro oggi?»

«No, mi sono licenziata» risposi quando ero già entrata in bagno. In pochi secondi mi ritrovai sulla porta Nicholas con un'espressione confusa. «Non fare finta che ti dispiaccia, tanto lo so che è quello che hai sempre voluto.»

«No, era questo che non avrei voluto.» Mi guardò deluso, indicando noi due in guerra l'uno con l'altro, prima di andarsene lasciandomi sola. Sospirai. Mi infilai sotto la doccia sperando di lavare via tutto quanto. Mi appoggiai con una mano alle piastrelle e rimasi così sotto lo scrosciare dell'acqua. Poi uscii dalla doccia più determinata di prima nel portare a termine quanto mi ero preposta.

Stavo cercando di scrollarmi l'acqua dai capelli quando mi accorsi della presenza di Nick e mi presi un mezzo infarto dallo spavento. «Cosa c'è, Nick?»

«Vuoi davvero restare?»

«Non mi hai dato scelta, mi sembra.» Avvolsi i capelli nella spugna.

Mi si avvicinò e mi costrinse a voltarmi verso di lui «Sto parlando sul serio, Sandra. Se resti, è per davvero.»

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora