Aprii gli occhi e una forte luce mi accecò. Cercai di mettere a fuoco quello che mi circondava e quando ci riuscii, compresi di essere in una stanza d'ospedale. Ma rimasi ancora più sorpresa di trovare Matthew seduto al fianco del mio letto. Lo guardai, credendo di avere le allucinazioni. Si era addormentato, tenendo la sua mano appoggiata al mio braccio.
Perché era qui?
Guardai l'ago che mi perforava la pelle della mano e la flebo al mio fianco. Mi sentii gonfia e dolorante, per poi notare i lividi sulle braccia. Ero un disastro. Mi trovai così a chiedermi chi si fosse introdotto in casa e che cosa volesse da me per avermi ridotta in questo stato. Un'altra domanda che potevo scommettere sarebbe rimasta senza risposta. Aveva detto che conosceva il mio segreto e ne avevo solo uno di cui non ne era a conoscenza nessuno. Me l'ero cavata fino adesso perché sapevo di essere l'unica, ma evidentemente non era così. E se fosse trapelata la verità avrei perso tutto quello che mi ero costruita fino adesso. Avrei perso tutto di nuovo. Avrei perso le persone a cui tenevo e chi ovviamente era sangue del mio sangue: le mie figlie. E non potevo permetterlo. Dovevo trovare una soluzione senza coinvolgere nessuno, ma soprattutto senza coinvolgere la polizia. Sarebbe stata un'impresa. Dovevo riuscire a capire quale fosse il suo obbiettivo: non volevo rischiare una seconda volta e non volevo che prendesse di mira le bambine.
Mi tornò in mente che cosa avevo sognato durante l'incoscienza e le sensazioni erano ancora così reali, Jackson era stato così reale, da lasciarmi scombussolata. Non volevo più lasciare niente in sospeso. Una cosa positiva dall'aggressione c'era stata: mi aveva aperto gli occhi. Avrei ritrovato quest'ultimo e gli avrei spiegato ogni cosa nella speranza che mi avrebbe voluto ascoltare e forse anche perdonare per il male arrecatogli. In questo momento non m'interessavano più le conseguenze. Avevo cercato di seguire la ragione per troppo tempo e guarda dove mi aveva portato.
Un'infermiera entrò per controllare il mio stato e disse qualcosa a cui non badai. Mi sentivo stordita, la gola sofferente, così come il respiro.
Mi voltai e notai sul comodino un mazzo di rose blu. Le mie preferite. In pochi lo sapevano e uno di questi era Nicholas, ma di certo non poteva essere stato lui. Ripensare a lui mi addolorò perché forse, con lui al mio fianco, niente di tutto questo sarebbe successo. Non mi sentivo più sicura a rimettere piede in casa mia visto che fosse più che evidente che non si facessero problemi a entrare senza alcuna remora o difficoltà. Non mi sentii sicura perché non c'era più una figura di riferimento al mio fianco che mi ci facesse sentire. Non c'era più mio marito. Nicholas l'enigma fatto a persona. Il mistero vivente. Non riuscivo a capire dove fosse finito e il dubbio che mi avesse abbandonata si insediò ancora dentro di me. Forse ero stata mostruosamente dura con lui e insensibile, poi mi tornarono in mente le sue accuse degli ultimi giorni e una familiare rabbia insorse dentro di me.
«Sandra.»
Mi voltai verso Matthew, rendendomi conto solo ora che fosse già sveglio e che mi stesse osservando con attenzione. Eravamo soli. Lo guardai, accorgendomi solo ora della bellezza disarmante dei suoi tratti. La luce della mattina lo illuminò, facendomi notare dei particolari a cui non avevo prestato la minima attenzione. Il capello castano biondo gli incorniciava il volto, mettendone in risalto i lineamenti marcati del viso. Una mascella scolpita e una leggera barba a colorare la pelle. Per non parlare poi dei suoi occhi turchesi, sfumati di un azzurro intenso. Mi destai, provando imbarazzo per il mio esame, ma per fortuna sembrò non accorgersene.
«Come ti senti?»
Bene, ora che qualcuno era qui con me. Ma non lo dissi. Evitai di rispondere direttamente alla sua domanda: la risposta avrebbe richiesto parecchie ore di analisi e confessione. Fisicamente stavo bene, ero provata a livello mentale.
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Alba Nera [COMPLETA]
Romance[COMPLETA] ¦ESTRATTO¦: "Quando ti guardi allo specchio spero che tu possa convivere con quello che vedi. Tutti ci portiamo il diavolo nel cuore ma dobbiamo fare la pace con lui. Dobbiamo trovare un'alternativa a qualunque costo. Quello che hai fatt...