Capitolo 16- Sbalzi D'umore

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Come avrei mai potuto negare? Ero stata io a proporglielo. Avevo bisogno di qualcuno stasera, non volevo restare da sola a fissare il soffitto vuoto per tutta la notte. Avevo bisogno di sentirmi protetta e al sicuro e non sapevo nemmeno spiegarmi il perché, ma Matthew era l'unica persona a cui avevo pensato.

Mi trovai così ad annuire lì su quel pianerottolo: una voce dentro di me mi suggerì che forse era uno sbaglio ma preferii non ascoltarla e quando mi sorpassò, sfiorandomi, sospirai perché sì, ero brava a cacciarmi in situazioni complicate.

Andai a preparami un calice di vino, il secondo della serata. Avevo bisogno di allentare la tensione ed ero ancora intenta a sorseggiarlo quando sentii la sua presenza dietro di me, ma non distolsi lo sguardo dalla finestra per paura d'incontrare il suo fin troppo penetrante.

«Dovresti smettere.»

Feci roteare il bicchiere tra le mani. Aveva ragione. Mi lamentavo del vizio di Nicholas ma in realtà ero finita per fare esattamente lo stesso.

«Forse un giorno.» 

«Cos'hai?»

Esitai dal rispondere e quando ebbi la forza di farlo, evitai di essere sincera anche se sapevo che avrebbe fiutato lo stesso la menzogna. «Niente, sono solo stanca.»

Ero esausta: questa giornata era stata troppo stressante ed emotivamente distruttiva. Non volevo credere a Simon ma perché avrebbe dovuto mentirmi? Perché non ricordavo niente? Perché? Preferii smettere di pensarci, sapendo che domani mattina non avrei potuto fare a meno di ritornare sull'argomento.

«Mi sistemo sul divano allora.»

Scossi la testa. «Non serve.»

Mi guardò dapprima confuso, poi sorrise sardonico. «Non la facevo così audace, signora Cooper.»

Alzai gli occhi al cielo e sorrisi. «Mi fido.»

Mi guardò senza lasciar trapelare più di tanto le sue emozioni. «Sbaglia, non dovrebbe fidarsi. Anzi, sa cosa? Sono io che non mi fido di lei.»

Il nostro scambio di battute mi divertì più di quanto avrebbe dovuto. «Non mi approfitterò di lei, può stare tranquillo.»

Accennò un sorriso, poi azzerò le distanze. «Perché hai voluto che stessi qui stasera?»

Tornai seria in pochi secondi. Ogni formalità abbandonata. «Non volevo stare da sola.»

Si chinò su di me per impedirmi di fuggire il suo sguardo e l'intensità che trasparì dai suoi occhi mi disarmò. «E hai pensato a me?»

Non riuscii a capire se fosse contento, oppure la trovasse una seccatura. «Senti, Matt, se è un problema...»

«Nessun problema» mi precedette. Gli sorrisi ma non ricambiò. «Ma il divano credo che sia la soluzione migliore.» La sua insistenza mi fece piacere.

«Sono d'accordo, ma qua sotto è un disastro e poi mi terrorizza il silenzio assordante della mia stanza. Vorrei per una sera non dover sentire le voci assordanti nella mia testa. Se ti chiedo troppo però...» 

«No, affatto.»

Ci guardammo e lessi qualcosa nei sui occhi che mi rassicurò. «Seguimi.» Mi diressi verso il piano superiore e quando arrivai alla camera, gli mostrai il bagno dove potersi rinfrescare. «Torno subito, mettiti pure comodo.» Assentì. Mi diressi verso la stanza delle mie figlie, sentendomi sollevata nel non dover affrontare un'altra notte da sola. Aprii la porta e le trovai intente a parlare tra loro, l'una vicina all'altra. Mi addolcii a quella vista e una volta entrata, le aiutai a cambiarsi e a indossare i loro pigiami colorati. «Siete state bene?»

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora