Capitolo 32 - La Cena

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La frase di Curtis aveva continuato a ripetersi nella mia mente: sapere che qualcuno era là fuori a proteggerci non aveva fatto altro che accrescere le mie speranze. Sapere di non essere da sola contro tutti, era stato molto rassicurante perché potevo finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Dopo pranzo, andai a prendere le mie figlie a scuola e passai il resto del pomeriggio in loro compagnia e mentre io ero un fascio di nervi al solo pensiero di dover affrontare la cena a casa del nostro vicino, queste ultime sembravano fin troppo entusiaste. Non vedevano l'ora di vederlo e quando si fece ora di prepararsi, non se lo fecero ripetere due volte: Giorgia era bellissima nel suo vestito rosso che risaltava i suoi occhi, mentre Martina mi aveva fatta impazzire perché aveva voluto a tutti i costi indossare il suo vestito di tulle e non c'era stato verso di farle cambiare idea. Era adorabile, ma di certo non era adatto a una cena a casa di Matt. Osservandola, mi venne da ridere e piangere insieme: i suoi lineamenti stavano cambiando e cominciava ad assomigliare sempre più a Nicholas. M'imposi di non pensarci, di cancellare subito ogni pensiero su di lui e sulla situazione in cui era rimasto coinvolto, altrimenti non sarei stata di buona compagnia questa sera.

Guardando l'orario, notai che eravamo già in ritardo e corsi a preparami al volo, indossando un paio di pantaloni e una maglia bianca. E per fortuna abitava di fronte, così ci bastò fare quattro passi per poter essere già arrivate.

Dopo aver suonato, Matthew venne ad aprire e le bambine ne approfittarono subito per saltargli addosso: Martina si aggrappò a una sua gamba e sembrò intenzionata a non volersi staccare molto presto tanto che Matthew mi supplicò con lo sguardo di aiutarlo. Non potei fare a meno di sorridere per la scena che mi si ripresentò davanti finché, intenerita dalle sue suppliche, decisi di intervenire prendendo Martina in braccio e permettendogli così di ritornare in cucina a finire di preparare.

Rimaste sole nel suo soggiorno, ne approfittai per dare un'occhiata in giro e rimasi alquanto perplessa: la casa era luminosa e spaziosa, molto più grande della nostra e di sicuro più ordinata. Era ben arredata, ma anonima, non c'era niente in giro che facesse intendere che Matthew fosse il proprietario: nessuna foto, nessun particolare... sembrava quasi come se lui non abitasse lì.

Mi voltai e mi accorsi di essere sola. Intuii solo pochi secondi dopo che le bambine dovessero essere già in cucina, sentendo delle risate provenire da quella direzione.

Quando varcai la porta della cucina, tutti gli occhi furono su di me e avrei mentito a me stessa se avessi detto che gli unici a mettermi in soggezione furono quelli delle mie figlie. «Ho dato un'occhiata in giro...» non saprei dire perché mi giustificai, ma fu la prima cosa che mi venne in mente per il mio ritardo.

«Bastava che mi aspettassi e ti avrei fatto fare il giro della casa.»

Non gli risposi, essendo leggermente turbata dalla scoperta appena fatta e Matthew, forse intuendo che non fossi di buon umore, lasciò perdere e tornò a concentrarsi sulle mie figlie. Mi sedetti e rimasi lì ad osservarli rapita quanto pensierosa. Fissai per qualche minuto di troppo l'uomo in questione e lui, accorgendosene, puntò i suoi occhi nei miei ma non mi lasciai intimidire e non li abbassai. Ero determinata a leggervi dentro la verità. Una verità che avrebbe potuto rivelarsi dolorosa per me: ecco perché non gli avevo mai posto alcuna domanda. Temevo le risposte e infatti le mie sarebbero rimaste solo richieste silenziose.

La serata continuò senza interruzioni e la cena si rivelò sopra ogni aspettativa. L'intrattenimento poi fu anche migliore visto che Matthew sapeva far divertire le bambine e coinvolgerle.

Quale persona normale ci avrebbe aiutate senza chiedere nulla in cambio? Poche. Così mi tranquillizzai perché come potevo anche solo pensare che mi stesse ingannando, probabilmente nascondeva qualcosa ma chi ero io per puntare il dito? Nessuno, quindi decisi che non avrei dato peso alle mie supposizioni, gli avrei dato un po' di fiducia; in fondo le mie figlie lo adoravano. Avrà voluto pur dire qualcosa, no?

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora