Aiden, con una delicatezza disarmante, mi tolse le lacrime salate che mi ricoprivano il viso. Strinsi un labbro tra i denti per cercare di trattenere le altre. «Perché stai piangendo, Sam?»
Scossi la testa come per fargli capire che non mi andava di parlarne. «Piuttosto che ci fai qui?»
«Mi hai chiamato.» La sua risposta fu così rapida che mi disorientò.
«Sì, ma...»
«Ho rintracciato il tuo telefono. Volevo essere sicuro che stessi bene.»
«Hai rintracciato...?» sbarrai gli occhi incredula. «Non ti sembra di esagerare? Magari avevo solo sbagliato numero.»
«Non credo proprio.»
«Se vai avanti così, rischi di inciampare nel tuo ego.» Sorrise. Ci fissammo in silenzio fino a quando non provai a colmarlo. «Allora...»
«Ti porto a casa se vuoi» mi precedette.
Esitai, cercando di capire che cosa volessi fare e la risposta venne naturale. «Non mi va ancora di rientrare, non in queste condizioni almeno.»
«Allora non ti resta che venire con me» propose.
«Dove?»
Si avviò verso la sua macchina, costringendomi a seguirlo. «Invece che fare domande perché non sali in auto?»
Gli gettai un'occhiataccia ma non vi badò. Sembrava essere di buon umore, quindi preferii tacere. Salii in auto e mi allacciai la cintura.
Partì, poco dopo, diretto verso una meta sconosciuta. Ammirai le luci che illuminavano la città assorta nei miei pensieri. Ogni tanto sentii lo sguardo di Aiden su di me ma non lo incrociai. Volevo godermi questo silenzio per un po', non volevo dover pensare a cosa dire o a cosa sarebbe stato meglio fare. Volevo solo smarrirmi in una pace senza fine.
Era da un po' che avevo la sensazione di essere accerchiata da fantasmi e sagome del passato. E finalmente stavo iniziando a capire che non serviva affrontarli o combatterli: dovevo solo lasciarmeli alle spalle. Solo così sarei potuta andare avanti. Ero stanca di combattere contro gli altri e contro me stessa perché fino adesso ero stata solo io a rimetterci.
Mi voltai verso Aiden e l'osservai senza nasconderlo. Se ne accorse. «Che c'è? Non riesci a togliermi gli occhi di dosso?» chiese, con una punta di sarcasmo.
Risi. «No, sto cercando di capire.»
«Capire cosa?»
«Chi sia Aiden Porter.» Mi gettò un'occhiata di sfuggita che mi fece intuire che non apprezzasse domande sul suo conto. «Vedi mi sono resa conto di non sapere poi molto su di te.»
Tenne fisso il suo sguardo sulla strada e notai una leggera tensione avvolgerlo. «Non c'è niente di interessante da sapere.»
«Lascialo decidere a me.»
Sospirò pesantemente. «Cosa vuoi sapere?»
«Quello che ti va di raccontarmi.»
«Se devo essere sincero, non mi va di raccontarti nulla ma se per te è importante... farò uno sforzo.» Rimasi in silenzio e lui intuendo che non lo avrei fermato, continuò a parlare. «Non sono mai andato d'accordo con mio padre e questo mi ha portato a lasciare casa mia molto presto. Ho fatto dei lavoretti in giro prima di decidere di arruolarmi.»
Sospirai delusa. «Me lo farò bastare, sei fortunato che sono brava a viaggiare di fantasia.» Emise un verso simile a una risata. Lo stomaco mi si annodò. «Però sei molto più di questo, spero che tu lo sappia.»
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Alba Nera [COMPLETA]
Romance[COMPLETA] ¦ESTRATTO¦: "Quando ti guardi allo specchio spero che tu possa convivere con quello che vedi. Tutti ci portiamo il diavolo nel cuore ma dobbiamo fare la pace con lui. Dobbiamo trovare un'alternativa a qualunque costo. Quello che hai fatt...