Capitolo 43 - Il Sostegno Di Cui Ho Bisogno

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Jackson Porter

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Jackson Porter.

Perché si riduceva sempre tutto a questo?

Vederli insieme mi sconvolse a tal punto che non riuscii a distogliere il mio sguardo dal suo, non tanto perché Jackson fosse andato avanti anche senza di me perché non mi sorprendeva. Anzi, ne aveva tutto il diritto, ma a lasciarmi di stucco era il fatto che aveva scelto la figlia di Carl per farlo.

Ma chi volevo prendere in giro?

La gelosia non era un sentimento che potevo permettermi nella mia posizione, soprattutto non con Jackson. Poi Sharon era perfetta e di sicuro lo avrebbe reso molto più felice di quanto fossi stata in grado di fare in passato. Anzi io non avevo fatto altro che farlo soffrire. Forse avevo scelto uno come Nicholas perché alla fine eravamo simili. Ci meritavamo a vicenda: non potevamo fare a meno di fare del male a noi stessi e agli altri. Così mascherandomi della più falsa delle buone volontà, sorrisi ai miei ospiti. «Prego, accomodatevi.»

Sharon mi sorpassò per andare dalle mie figlie, mentre Jackson si fermò davanti a me. «Non avevo idea che mi avrebbe portato qui.»

«Ora non ha più importanza, cerca solo di non mandare all'aria tutto quello che mi sono costruita in una sola serata», dissi.

Cercò di leggermi dentro senza riuscirci. In questo dovetti ammettere essere molto più bravo suo fratello. «Non è come sembra, Sandra

«A me sembra molto chiaro invece. Non ci ero arrivata fino adesso ma quando mi hai detto che non avevi mai smesso di tenere sotto controllo mia madre, non avevo capito che ti riferivi all'usare Sharon per farlo.»

«Avresti avuto un'idea migliore?» 

«Forse è meglio che entri.»

Dopo avermi fissato per qualche altro attimo, mi sorpassò per andare a presentarsi agli altri. Appena varcò la soglia di casa, entrai nel panico: mio marito e Jackson Porter sarebbero stati sotto lo stesso tetto.

Una follia.

Mi chiusi la porta dietro di me e trassi un profondo respiro prima di raggiungerli. Nel momento in cui Nicholas e Jackson si strinsero la mano, le mie gambe tremarono dall'agitazione. Non capivo come Jackson riuscisse a sembrare così calmo, io ero un fascio di nervi. Si guardarono per qualche attimo di troppo e il più insistente, sorprendendomi, fu Jackson: sembrò quasi come se lo stesse analizzando per trovare ogni più piccolo difetto. Ma i miei pensieri furono subito dirottati altrove quando notai Sharon avvicinarglisi aggrappandosi al suo braccio e con un ampio sorriso sulle labbra lasciargli un bacio sulla guancia dopo qualcosa che aveva detto. Qualcosa mi si attorcigliò nello stomaco. Nicholas si mosse nella mia direzione e scappai in cucina ma lui, ovviamente, mi seguì.

C'era ancora in sospeso quello che avevo scoperto ieri sera e finché non gliene parlavo, avrei dovuto sopportare in silenzio la sua presenza.

«Non mi avevi detto niente della tua sorellastra.»

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora