«Non puoi farmi questo.» Le mani iniziarono a tremarmi, così come la voce. «Fammi scendere, troverò un modo per tornare...»
«Non puoi andare da nessuna parte», disse. Gli gettai un'occhiata furiosa per il piano che aveva messo in atto, approfittandosene della situazione. «Appena vedrai spuntare il sole, entreremo nel paese.»
«Tu sei completamente fuori di testa! Non puoi sequestrarmi per portarmi a centinaia di chilometri da casa mia e dalle mie figlie» alzai la voce. «Oltretutto per portarmi nell'unico posto al mondo che odio. Preferirei morire piuttosto che ritornarci.»
«Questo dimostra solo che quella fuori di testa sei tu» rispose.
«Cos'è una sorta di vendetta, Jack? Vuoi punirmi per quello che ti ho fatto passare?»
«Vedila come vuoi.»
La sua indifferenza mi fece infuriare ancora di più e la rabbia crebbe dentro di me in maniera apocalittica. Lo fissai per capire per quale ragione stesse facendo tutto questo.
Vendetta? Odio? Pazzia?
Sospirai. «Non posso tornare lì. Pensa anche solo se qualcuno dovesse riconoscermi? È una follia.»
«Perché, no? Potrai finalmente fare chiarezza su tutto: affrontare il tuo passato per poter andare avanti senza guardarti più indietro.»
«Non funziona così. Non so se sono in grado di sopportare tutto di nuovo, riviverlo mi scatena emozioni troppo forti che non sono in grado di controllare. Ricordare il passato mi scatena degli effetti autodistruttivi su di me, io non...»
«Cosa vorresti dire?»
Abbassai il finestrino per fare entrare un po' di aria visto che mi stava iniziando a mancare per colpa dell'agitazione. «Lascia perdere, è ovvio che non te me frega niente dopo quanto stai facendo.»
«È la cosa giusta da fare e lo capiresti anche tu se non fossi sempre troppo presa dal compatirti» mi rimproverò. «E non provare a contestarmi perché sai anche tu che ho ragione.» Mi morsi le labbra per non rispondergli per le rime, non volevo dargli la soddisfazione di dirgli quello che voleva sentirsi dire. Il mio silenzio sembrò infastidirlo e infatti, poco dopo, tornò alla ribalta. «Dove stiamo andando non c'è più nessuno che può farti del male.»
«Me lo stai già facendo tu e questo è solo l'inizio.» Si irrigidì e fu il suo turno di rimanere in silenzio fino a quando non sentii suonare un telefono. Il mio. Guardai Jackson tirarlo fuori dalla sua tasca. «Cosa credi di fare col mio cellulare?»
Mi ignorò e rispose al mio posto. Sentii la voce concitata di Aiden dall'altra parte della linea; probabilmente si era preoccupato non sentendomi da quando ci eravamo lasciati. Mi incupii ma dall'altro mi rese felice il fatto che ancora si interessasse a me. «Sono Jackson» lo interruppe con una certa soddisfazione. «Sì, è con me. No, non può parlare al momento.» Gli chiesi di darmi il telefono, ma non lo fece. «Cosa ho intenzione di fare? È una questione tra me e lei.»
«Non sai in che guaio ti stai mettendo...»
«Buona giornata, fratello. Goditela, perché noi lo faremo.» Chiuse di scatto la chiamata. Appoggiò il cellulare al volante e con una mano lo aprì, togliendo la batteria e la scheda. Lo guardai allibita fino a quando non lo depositò nell'apposito cassetto che avevo davanti, conservando invece le due parti fondamentali per il suo funzionamento all'interno della sua tasca. Si accorse della mia espressione e sorrise. «Giusto per precauzione. Aiden tira fuori il peggio di sé quando ci sei tu di mezzo.» Lo fissai incredula. «Non guardarmi come se mi credessi pazzo. Non lo sono, e non sono l'unico ad averci pensato. Sono solo l'unico che l'ha messo in atto.»
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Alba Nera [COMPLETA]
Romance[COMPLETA] ¦ESTRATTO¦: "Quando ti guardi allo specchio spero che tu possa convivere con quello che vedi. Tutti ci portiamo il diavolo nel cuore ma dobbiamo fare la pace con lui. Dobbiamo trovare un'alternativa a qualunque costo. Quello che hai fatt...