Capitolo 57 - Il Vuoto Dentro Di Te

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Aiden

Ero sveglio ormai da qualche ora e non avevo fatto altro che guardare la porta per tutto il tempo nella speranza che sarebbe arrivata e ci avrebbe salutato come se niente fosse.

Avevo cercato di non preoccuparmi, ma ormai era da troppo tempo che era via.

Girando per casa mi ero accorto che si fosse dimenticata il telefono e non ero riuscito a trattenermi dall'imprecare; avevo le mani legate. Non potevo andare da nessuna parte con le bambine sotto la mia custodia. Mi sentivo come un animale in gabbia, intrappolato in un casino più grande di me. 

Avrei finito per perdere la testa per questa donna, anche se in realtà ero già sulla buona strada. 

Un sorriso sorse sulle mie labbra nel pensare alla notte appena passata. Se avessi chiuso gli occhi, avrei potuto rivivere nitidamente ogni singolo momento passato insieme, l'uno tra le braccia dell'altra. La volevo ancora e la volevo in un modo che mi faceva sentire confuso e colpevole. Colpevole per volere ciò che volevo. Colpevole per desiderare ciò che non era mio.

Cos'è che la rendeva tanto diversa? Era in grado di togliermi qualsiasi lucidità solamente con la sua presenza e, togliendomela, potevo vedere con chiarezza quanto ci tenessi a lei; soprattutto dopo aver avuto la possibilità di conoscere una Samantha diversa: tranquilla, serena e sorridente come poche volte l'avevo vista. Si era affidata a me, aveva abbassato le sue barriere permettendomi di ricordare com'era veramente. Senza ostacoli a dividerci avevo avuto occasione di vedere la vera Samantha e ne ero rimasto folgorato. Brillava talmente di luce propria che si rischiava di rimanerne abbagliati per il resto della vita. 

Non avevo mai capito mio fratello e il perché dopo la sua scomparsa sembrava quasi che gli avessero portato via un organo vitale, impedendogli di continuare a vivere appieno. Ma solo dopo averla guardata e seguita per mesi, solo dopo averla conosciuta, solo dopo averci avuto a che fare, sentivo di poter capire le sue sensazioni, perché provavo lo stesso. Al solo pensiero di perderla una fitta lancinante mi partiva dal petto e si espandeva a tutto il corpo, annientandomi. Volevo convincermi che fosse stata solo una cosa momentanea e improvvisa per provare a sentirmi meglio, ma non era così: era un sentimento che era nato tanto tempo fa, quando era solo una ragazzina dai capelli folti e un sorriso caldo sulle labbra. Ero riuscito a seppellire tutto dentro di me quando avevo intrapreso la strada sbagliata, mettendo in secondo piano quanto sentivo. Mi ero dimenticato dei miei doveri, mi ero dimenticato che una persona così andava protetta dai vermi che infestavano la terra e lei si era trovata costretta ad affrontare il nemico da sola, ma non l'avrei più permesso. Non era una promessa che facevo con me stesso. Era una promessa rivolta a lei, solo e unicamente alla donna che mi stava conquistando il cuore un pezzo alla volta.

Più la conoscevo e più ne diventavo dipendente senza riuscire a far nulla per fermare questa ascesa alla conquista del suo. Quella donna riusciva a entrarti dentro, era un controsenso continuo: non sapevi mai cosa aspettarti da lei e qualsiasi cosa pensassi o facessi era sempre un passo avanti a te. Non importava quanto la conoscessi o la capissi. Se aveva in mente qualcosa, lo portava a termine ed ero terrorizzato al solo pensiero. Ma... come lei si era voluta fidare di me, volevo fare lo stesso con lei, sapendo che avrebbe agito per il bene e con coscienza o almeno lo speravo.

Credevo di essermi sbilanciato troppo nell'aprirmi sul mio passato e su quanto provavo a starle accanto: avevo temuto che sarebbe scappata un'altra volta o che si sarebbe chiusa in sé stessa, attaccandomi con la sua lingua tagliente, ma invece mi aveva sorpreso. La sua resa mi aveva portato a pensare che forse c'era una possibilità per noi due. Mi ero aggrappato con tutto me stesso a questa piccola speranza, non potendo neanche pensare che si fosse trattato solo di un momento. Volevo crederci a tutti costi, perché solo con lei i miei demoni sparivano. Solo con lei mi sentivo un uomo migliore. Tutto ciò che ero, tutto ciò che ero sempre stato: lo vedevo attraverso i suoi occhi. Il modo in cui mi guardava mi faceva credere che ci potesse essere redenzione anche per quelli come me. Ero in debito con lei più di quanto pensasse perché, in realtà, era lei che stava salvando me e non il contrario, e forse un giorno se ne sarebbe resa conto.

Alba Nera [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora