3. Parker

19.1K 583 317
                                    

"Ciao Olivia"
Mi sorride, come se tutti questi anni non fossero mai passati. 
E' la prima volta che pronuncia il mio nome, non mi ha mai chiamata così. E sentire la sua voce calda e roca, mi fa destabilizzare. 
Mi sei mancato. 
Ma la realtà mi piomba addosso come un'ondata gelida, che mi lascia senza respiro. 
La mia mente, vuota fino a quel momento, si riempie di ricordi, di dolore, di sofferenza. L'immagine di me sotto la pioggia, fra le braccia di Cody, balena nella mia mente facendomi pizzicare gli occhi.
Tu sei andato via. Mi hai lasciata da sola, come puoi tornare così, come se nulla fosse?
Come puoi non essere consapevole che sono morta per colpa tua.
Non è stato il cancro ad uccidermi, ma Dylan Johnson.  
Quante volte ho immaginato questo momento, quante volte l'ho sognato e sperato con tutte le mie forze. Eppure, ora che è qui, desidero nona verso mai conosciuto.
Guardo i suoi occhi e non c'è più, il Dylan che conoscevo io, non c'è più. 
"Hol" la voce calma di Andrew mi fa tornare con la mente a quel salotto. Drew è il primo ad alzarsi, rivolge un'occhiata torva a Dylan, poi però gli lascia una pacca sulla spalla come se nulla fosse, e sento il sangue ribollirmi nelle vene
"Lo sapevate tutti?" la mia voce trema di rabbia e guardo Cody che ha lo sguardo basso, colpevole
"Hol, fidati neanche noi vogliamo avere a che fare con lui" annuisce Blaire "ma dice di avere delle cose da dirci, e Cody ci ha convinti tutti" spiega e io le rivolgo uno sguardo furioso, che la ferisce 
"Peccato che io non voglia ascoltarlo" evito il suo sguardo, e guardo i miei amici "e voi saresti miei amici?" sbotto nervosa, e sento la rabbia find entro le ossa, che mi spacca in due.
"Non prendertela con loro, li ho pregati io di non dirti nulla" sento la sua voce, e mi si contorce lo stomaco
"Non azzardarti a rivolgermi la parola" lo minaccio puntandogli un dito contro 
"Credevo che saresti stata contenta di vedermi" ha il coraggio di dire, e io rido nervosa
"Contenta? No Dylan non sono contenta, per me puoi anche crepare all'inferno" la mia voce è gelosa, e non gli lascio intravedere la mia debolezza
"Lo so, ho sbagliato. Ma ora sono qui, e voglio rimediare" quante promesse mi hai fatto con quelle labbra, con la tua bella voce convincente che mi ha sempre mandato fuori di testa. Ma guardati ora, non ne hai mantenuta neanche una.
"Per me sei morto Dylan. Sei morto tre anni fa quando tuo fratello mi ha consegnato quel biglietto, sei morto quando sei sparito lasciandomi come una stupida, senza una spiegazione. Per me sei morto tempo fa, e ora non so neanche chi sei" affermo brutale, voltandomi per poi salire le scale e chiudermi in bagno
Me ne vado. Niente uscite di affetto, niente lacrime. Chiudo solo la porta. Chiudo il mio cuore, lo stringo più che posso e mi ripeto che niente, niente deve più toccarmi in profondità da oggi in po. Neanche lui. Neanche lui che un tempo era tutto il mio mondo.

Chiudo la porta a chiave. Strofino le mani tra di loro che bruciano, tremano, bollono di rabbia. La sento nella testa, che cerca di uscire e gridare. Mi avvicino al lavello e stringo le mani sul bordo in marmo. Faccio avanti e indietro per la stanza, respiro, cammino ancora, cerco aria e spalanco la finestra. l'aria gelida della città mi circonda in pieno, eppure non basta, non respiro. O forse lo faccio così in fretta con non me ne rendo conto, mentre la testa implode nei suoi stessi pensieri. 
Rivederlo, ha fatto crollare il muro che stavo cercando di costruirmi in questi anni. 
Respira Hol, respira.
"Hol, apri la porta" è la voce di Blaire, agita la maniglia cercando di entrare, ma la porta è bloccata
"Olivia, sono Madison"
"Chiamo Cody" tenta Margaret, ma io non posso uscire, non posso rivederlo
"No, faccio io" riconosco la sua voce, e vacillo inchiodando i piedi al suolo "Hol, aprimi. Parla con me" vorrei poterlo fare, ma sono immobile, e forse lui lo capisce perchè continua "va bene se vuoi stare da sola, lo capisco, ti senti tradita e va bene. Io resterò da quest'altro lato della porta a farti compagnia" lo sento sorridere, e sento le lacrime minacciare di uscire prepotenti.
Avanzo verso il battente e faccio scattare la serratura, e subito il mio migliore amico entra chiudendosi poi la porta alle spalle.
"Hol" mi guarda, e io riesco solo a gettarmi fra le sue braccia, mentre affondo il viso pieno di lacrime nel suo petto, mentre le sue braccia mi reggono nella speranza di non farmi precipitare nelle strade più sole dell'inferno
"Perchè ora" singhiozzo forte e lui mi accarezza i capelli "perchè Lucas? Non doveva tornare" scuoto il capo e lui aumenta la stretta 
"Ci sono io" annuisce fermo "ci sono io amore, ci sono io con te" ripete, e io mi beo del suo profumo dolce e fruttato, ma più mascolino rispetto a quando l'ho conosciuto.
Mi accarezza i capelli, non mi lascia andare. Mi stringe anche dopo che le lacrime hanno cessato, aspetta che faccia la prima mossa, poi poggia una mano sul mio viso rosso e stanco. 
"Mi dispiace, ho provato a dirtelo Hol... non sapevo come fare" mormora flebilmente "E' tornato questo pomeriggio, è stata una sorpresa anche per noi" spiega 

In This LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora