24. Parker

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Un solo pensiero nella mia testa.
Brad fuori la porta di casa mia.
Dylan nudo nel mio letto, sicuramente con ancora un sorriso soddisfatto sul viso.
La cosa può finire solo in un modo, e la situazione non mi piace affatto.

"Brad" 
"Non rispondevi al telefono, così sono passato per vedere come stavi. È un po' effettivamente che non ci vediamo" sorride scrollando le spalle, e non so perchè, ma mi sento quasi in colpa verso i suoi confronti. 
"Ho avuto da fare. Ly mi tiene molto impegnata, Rudy sta male e a casa le cose non vanno benissimo" mi appoggio alla porta con fa nervoso, incrociando le braccia al petto, impedendogli di entrare.
"Ti va di parlarne? Oggi non lavoro, potremmo andare al cinema o a pranzo fuori" sorride dolcemente, e il mio stomaco si contrae
"Hol, chi è?" 
Dylan.
Strabuzzo gli occhi, e mi volto di scatto, vedendo il ragazzo alle mie spalle con indosso i pantaloncini di mio padre che deve aver rubato dall'armadio, il petto nudo, la schiena piena di graffi, e i capelli ancora spettinati. 
Cazzo. 

Brad sposta lo sguardo da me a lui, come se non avesse ancora realizzato. I suoi occhi saettano di rabbia, in un secondo momento, e vedo i suoi muscoli contrarsi.
"Che cazzo ci fai tu qui?" la domanda esce dalle labbra di entrambi all'unisono
"Stiamo calmi, grazie" resto tra i due, sperando che non si scannino a vicenda.
"Mi dispiace Brad, non ti ho risposto perchè ero occupata"
"Occupata a scoparti questo qui?" indica furioso, e io sento una morsa al petto.
E' ingiusto.
Non ne ha il diritto.
"Resta calmo Rambo, rischi l'infarto se ti agiti tanto" ghigna velenoso Dylan
"Ti spacco la faccia" minaccia Brad avanzando pericolosamente, e io gli poggio una mano sul petto scuotendo il capo velocemente.
"Vi prego"
"Ma che ti passa per la testa?" Mi guarda deluso, come se fossi sporca, come se avessi appena commesso un peccato.
E forse, Loa avevo commesso per davvero.
"Hai dimenticato tutto il dolore? Hai dimenticato gli ultimi tre anni, Olivia?"
"Sono scelte mie, Brad. Giuste o sbagliate che siano, restano mie"
"E' solo un codardo, un figlio di puttana che ti ha abbandonata"
"Forse dovrei raccontarle la verità e lasciar decidere a lei chi è il pezzo di merda tra i due, che ne dici?" Lo provoca Dylan, e io lo guardo con un cipiglio confuso
"Figlio di puttana, tieni la bocca chiusa" Brad gli punta un dietro contro, e io lo faccio entrare, prima che qualche vicino chiami la polizia per il troppo casino.
Chiudo la porta, e fisso i due ragazzi nel mio salotto con fare confuso.
"Di che state parlando?"
Nessuno dei due, e io insisto, capendo che c'è qualcosa sotto.
"Allora?"
"Nulla" sussurra a denti stretti Dylan, per poi tornare in camera, probabilmente per recuperare le sue cose
"Brad, cosa intendevate prima?"
"Non lo so, direbbe qualsiasi cosa per farsi perdonare"
Si, beh, ma Dylan non è un bugiardo. 
"Sai qualcosa che riguarda la scomparsa di Dylan, non è così?" tento furba, e lui cambia espressione. 
Suda dal nervoso, cerca di restare calmo, ma io lo conosco. Qualcosa non va. 
Ma cosa? 
"Hol" è Dylan, è tornato ed è completamente vestito "Non ora" scuote il capo, e la sua voce è ridotta ad un sussurro 
"Fuori" indico la porta, ad entrambi "Andati via, tutti e due. Fuori" ripeto dura, perchè so che nessuno dei due mi dirà niente.
Quando resto da sola, in casa, ripenso alle loro parole, più confusa che mai.
Che diavolo mi stanno nascondendo?    
Faccio una doccia calda, cercando di riprendermi, quando torno in camera mia, vedo il letto disfatto, le lenzuola scappate dai bordi, e ripenso a me e Dylan, meno di un'ora fa, che facevamo l'amore. 
Mi rivesto al volo, cambio le lenzuola e poco dopo, sento la porta aprirsi, verso ora di pranzo.
"Ly" sorrido, lanciando uno sguardo a Jason che posa le chiavi di casa mia sul mobiletto all'ingresso.
Mio fratello va a lavarsi le mani, e io afferro le sue chiavi posandole nel cassetto in soggiorno, per poi tornare al bambino che è già con le sue ciambelle fra le mani. 
"Ly, una sola" affermo autoritaria, e lui annuisce con un sorriso divertito
"Io vado, ho gli allenamenti di lacrosse. Ly, ricordati che sabato stai con me e Vanessa"
"Un'altra volta?" sbuffo
"Andiamo al cinema, poi al bowling" sorride il piccolo
"Potrò mai passare un'intera giornata con te in qualità di tua madre?" scherzo, e lui scrolla le spalle divertito.
"Che strano, ero sicuro di averle messe qui" Jason si tasta le tasche della giacca di pelle e dei jeans, in cerca delle sue chiavi probabilmente
"Beh, meglio che bussi la prossima volta. Sai, si... inc caso fossi, non so, nuda, o altro" scrollo le spalle restando vaga, e Jason mi guarda con un sorriso incredulo e divertito
"Nuda, certo" annuisce divertito "Va bene donna di mondo, ma ridammi il portachiavi la prossima volta, è un regalo di Van" sorride, per poi andare via. 
"Ly, ti andrebbe di venire con me, stasera?" 
"Dove?"
"A casa di Cody, ci saranno anche tutti gli altri"
"Si, così posso giocare con zio Lucas" trilla euforico 
"Piccolo, Lucas non c'è"
"Che palle" sbuffa, e io lo guardo male
"Modera il linguaggio ignorino, chi ti ha insegnato a parlare così?"
"Zio Andrew" scrolla le spalle.
Andrew, se ti prendo, ti soffoco.
"Uff, ma a me manca lo zio Lucas" sbuffa, e io gli accarezzo i capelli dolcemente
"Lo so piccolo, anche a me manca tantissimo. Oggi lo chiamiamo, vedrai che torna presto" sorrido
"A pranzo mi cucini la pasta con la nutella come l'altra volta?" propone
"No, assolutamente no. L'abbiamo provato una volta e basta, era orribile, e fa male" scoppio a ridere, maledicendomi per aver assecondato questa sua idea, tempo fa
"Sai, se la nonna scoprisse che mi fai mangiare queste schifezze, si arrabbierà tantissimo" annuisce, e sul suo viso si dipinge lo stesso ghigno divertito e furbo che ha imparato da quella stronza di Madison.
"Piccola peste, se glielo dici non ti comprerò mai più una ciambella" minaccio trattenendo una risata, e lui scoppia a ridere divertito, seguendomi poi in cucina. 
Dopo aver pranzato insieme, lo aiuto con i compiti subito dopo aver sistemato tutto.
"Ci sarà anche Dylan?" Domanda, mentre riordina i suoi giocattoli sulla mensola più bassa
"Si, ti sta proprio simpatico, eh?" vado verso l'armadio, in cerca di qualcosa da poter mettere stasera
"Metti la gonna, ti fa un culo grande, Darren dice che il culo di una donna è importante"
"Tu non devi mai ascoltare quello che ti dice Darren, è un maniaco. E non guardarmi il culo" gli punto un dito contro, e lui scrolla le spalle
"Dylan te lo guarda sempre"
"Ly" lo guardo cercando di nascondere l'imbarazzo "va a prepararti, forza" gli indico la porta, e lui annuisce divertito andando a vestirsi, mettendo fine a quel discorso, finalmente. 
Quando torna, indossa i pantaloni della tuta verde e bianca da basket che gli ha comprato mio padre, e sopra la felpa nera semplice. Alza il cappuccio, e io sorriso, perchè ha preso questa abitudine guardando me, sostiene che vuole assomigliarmi, e mi assomiglia per davvero. 
Alla fine fa troppo freddo per indossare la gonna, così scelgo un paio di jeans comodi con sopra una semplice felpa bianca, lascio i capelli sciolti e delle scarpe da ginnastica.
"Andiamo a piedi?" Domanda annoiato, quando gli passo la sciarpa colorata
"No, passa a prenderci Eric" 
E quando siamo nella sua auto, il ragazzo ride quando vede saltare Ly nella sua auto sportiva.
"Hey, piccola peste, che ci fai qui?" gli pizzica la gamba sporgendosi tra i sedili
"Io sono grande" lo guarda male il piccolo "Sta per piovere, Hol, sei contenta?" guarda fuori dal finestrino, e si ricorda che io amo la pioggia, e che mi mette di buonumore 
"Lo sarò quando pioverà" annuisco, e Eric fa cenno al bambino che ho qualche rotella fuori posto.
Quando arriviamo da Cody, Ly è così energico che salta giù dall'auto per primo. Quando il riccio ci apre la porta, a torso nudo e con addosso solo un paio di Jeans, Ly gli salta addosso, pretendendo di fare la capriola. 
"Brutto mostriciattolo" ride Cody, facendogli il solletico, poi lo porta in soggiorno dagli altri, lanciandolo sul divano con are divertito, tornando sulla poltrona accanto a Sophie. 
"Cosa state facendo?"
"Gli disegno il petto, domani vuole tatuarsi" spiega la cugina, dipingendo con un pennarello nero sulla pelle liscia del biondo. 
"Ciao Hol"
"Yole? Che ci fai qui?" Domando stupita, e lei scrolla le spalle timidamente
"L'ho portata con me. I nostri sono fuori per un viaggio e non mi andava di lasciarla da sola. È talmente sbadata che lascia sempre la porta aperta" spiega Darren velocemente, tornando poi a parlare con Fred e Chad
"Dov'è Dylan?" domanda curioso Ly, e i ragazzi si stupiscono alla domanda del piccolo, sopratutto Cody.
"Ly, come mai conosci Dylan?"
"E' il maniaco che guarda sempre il culo a Hol" afferma lui, ovvio, e io lo guardo incredula.
Forse non ha proprio capito il mio discorso di prima.
"E' tutta colpa tua" guardo male Darren, che si acciglia confuso indicandosi il petto
"Che ho fatto io"
Dylan, seduto ad un angolo del divano, accanto a Lincoln, se la ride di gusto, e sento i suoi occhi su di me. 
"Si sposeranno, poi" continua Ly
"Ly, chi ti ha messo in testa una cosa del genere?" sbotto nervosa
"Lui" indica Dylan con fare ancor più ovvio, scrollando ancora le spalle
"Hey mocciosetto, aspetta un attimo" Dylan scoppia a ridere, e lo indica confuso "Non ho mai detto questo"
"Tu le guardi sempre il culo, quindi ora vi sposate"
"Anche io le guardo sempre il culo" alza la mano Abel, e io gli lancio contro uno dei cuscini per farlo tacere
"Ly, in camera ho la Playstation, ti va di giocarci mentre noi parliamo di cose noiose?" propone Cody, e il piccolo annuisce subito.
Ha sempre voluto la Playstation, e mio padre pensava anche di regalargliela per natale, ma io sono un po' contraria. Preferisco che giochi con altro, giochi pratici più che altro, tanto può sempre usare quella di Jason nei weekend. 
"Amo quel bambino" commenta Madison con un sorriso, mentre lui scappava al piano di sopra, pronto per la sua mega partita.
"Finito" esclama Sophia fiera, e tutti guardiamo il petto del biondo curiosi.
C'è una piccola margherita, ma con una particolarità, i petali, sono fatti di lettere, e quelle lettere, compongono il nome di Margaret. Cody sorride e passa le dita sul suo petto, come se fosse la cosa più preziosa per lui, quella scritta. E' così bello il sorriso che ha sul volto, innamorato, e ho un tonfo al cuore, perchè è la stressa espressione che aveva Dylan quel giorno, in ospedale, quando mi ha mostrato il suo tatuaggio.
"Mi piace molto" annuisce Yole con un sorriso, e tutti non possiamo fare a meno di darle ragione
"Devo costringere Mose a farsene uno per me, oltre a Dylan ora anche Cody" sbuffa Daisy, poi però si volta di scatto verso di me coprendosi le labbra con la mano, scusandosi con gli occhi.
Scrollo le spalle, mentre Madison ed Andrew la trucidano con lo sguardo al mio fianco.
I ragazzi iniziano a parlare del più e del meno, mentre Sophia distribuiva delle birre e riempiva il tavolino basso di snack e con due torte al cioccolato che aveva preparato la zia di Cody. 
Afferro il cellulare, e decido di mandare un messaggio a Madison, distesa sul divano al mio fianco. 

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