30. Johnson

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Salgo in camera senza neanche guardarlo. Mi da i nervi. Parlare con Holly e dirle tutta la verità mentre lui è tra i piedi non sarà facile, sarà un disastro anzi.
Faccio una doccia veloce, e quando torno nella stanza trovo Hol che abbassa il cappuccio sistemandosi velocemente i capelli spettinati.
Sorrido, perchè la brutta abitudine di portare perennemente quel cappuccio alzato, non l'abbandonerà mai.
"Dy, sento il tuo nervosismo fin qui" sospira, e la guardo male
"Che cazzo ci fa lui qui?" mi muovo nervoso fra le mura, afferrando la mia felpa che prima indossava lei, infilandola sopra la t-shirt bianca.
"Non iniziare neanche" si lascia cadere sul letto sfinita
"Non sto iniziando proprio un bel niente, solo non lo voglio qui. Insomma questa vacanza stava andando così bene, che motivo avevi di invitarlo?" non ci penso neanche a quello che dico, e il suo sguardo furioso mi fa capire che avrei fatto meglio a stare zitto
"Calmati, io non ho chiamato proprio nessuno, è stato tuo fratello. E poi scusa anche se avessi voluto invitarlo non dovevo di certo dare conto a te, non credi? Sarò pur libera di fare quello che voglio" si impunta, con il uso carattere forte e tono deciso, come sempre.
"Voi due non dovreste neanche stare vicini, figuriamoci essere amici" 
"Scusa? Ridicolo da parte tua, non credi?"
"Cosa cazzo vuoi dire"
"Non puoi dirmi con chi passare il mio tempo, Brad mi è stato vicino quando tu sei scappato, è stato un'ottimo amico per Ly e per me e mi ha aiutata un sacco. Lui, mio caro Dylan, non era in Italia o chissà dove senza motivo" mi sputa addosso velenosa, per poi alzarsi e chiudersi in bagno, senza aggiungere altro. 
Parlare con lei di Brad mi manda fuori di testa. Vorrei tenerli lontani, vorrei che non si conoscessero affatto. Vorrei ucciderlo, se solo potessi. 
Vorrei che lei non mi odiasse, perchè anche se le cose sembrano andare bene, una parte di lei mi odierà sempre, e io ne sono consapevole.
Sento la doccia azionarsi, il flusso dell'acqua pesante e sospiro passandomi nervosamente una mano fra i capelli. Chiudo la porta della camera a chiave, così da non essere disturbati, poi entro in bagno, lasciando la porta socchiusa. La stanza è immersa nel vapore caldo che emana l'acqua bollente, Hol è sotto la doccia e si sta insaponando il corpo, non accorgendosi minimamente di me. Osservo il suo corpo perfetto, le sue cicatrici, le sue curve, e mi innamoro di lei ancora una volta. Vorrei potesse vedersi come la vedo io, senza bisogno di scudi, di un cappuccio sul capo che le nasconde il viso dolce, senza paure. Lei è bella, lei è forte, lei è spontanea. Lei ha il mio cuore, e lo avrà per sempre.
Olivia Parker si è impossessata del mio cuore quando quel giorno mi è venuta addosso all'ospedale, rovesciando la cioccolata calda sulla sua felpa. Ha avuto il mio cuore quando l'ho notata al liceo, in disparte, seduta da sola in un angolo della mensa, con una felpa larga, il cappuccio alzato sul viso, e un libro di basket fra le mani. Mi sono innamorato di lei lentamente, assaporandola con calma, vivendola giorno dopo giorno, poi ho capito che ero fottuto, tanto da distruggere la mia intera vita per salvarla. Tanto da mentire alla mia famiglia, al mio migliore amico, a lei, e scappare in Italia abbandonando la mia intera vita qui. Ma lo rifarei, lo rifarei all'infinito, sono pronto a sacrificare ogni cosa per lei, perchè è lei ad avere il mio cuore, e lo avrà per sempre.
Quando si volta per afferrare il bagnoschiuma, si accorge di me, e sussulta guardandomi male, dandomi poi le spalle, come se non conoscessi a memoria ogni centimetro del suo corpo perfetto.
"Che cazzo Dylan, esci"
In risposta mi sfilo la felpa, lasciandola sul lavandino, poi abbasso i pantaloni della tuta, restando solo con i boxer, che ben presto però raggiungono anch'essi il pavimento umido. 
Sorrido e la raggiungo nel box, infilandomi sotto il getto dell'acqua ancora una volta, lasciando che mi bagno la pelle asciutta. Lei sospira, si volta lentamente e osserva il mio tatuaggio sul petto, con il suo nome. 
Il nome che ha il mio cuore. 
Ne traccia i confini con le dita in modo dolce, e un sorriso le si forma agli angoli del viso.
Le afferro il polso e lei mi guarda di scatto, mentre i suoi occhi brillano. Sento il suo corpo come reagisce al mio tocco, trema, mi brama, mi desidera, tanto quanto io desidero lei.
Mi impossesso della sua bocca troppo velocemente. Lei si avvicina e si aggrappa al mio corpo mentre io la tiro su, poggiando una mano sotto il suo sedere, e l'altra contro il muro alle sue spalle. Il suo bacino ondeggia contro il mio, e io sussulto mordendole il labbro, facendola gemere appena. Bacio la sua pelle bagnata, mordendole appena qualche zona più rossa, e le piace. 
"Dylan" il mio nome nella sua bocca è così maledettamente eccitante, capace di mandarmi all'inferno.
La mia bocca scivola sul suo petto, e la lingua prende a giocare con i suoi capezzoli turgidi, mentre lei si bagna sempre di più, liberandosi a quell'ondata di piacere che la travolge. 
"Sei così bagnata" la mia mano scivola sulla sua intimità, entrandoci appena con due dita, per poi uscire subito dopo, troppo eccitato per giocare con lei. 
"Ti voglio" soffio sulle sue labbra, e lei si lecca il labbro, gesto che mi fa impazzire ancora di più. 
"Allora cosa aspetti?"
E non me lo faccio ripetere una seconda volta. 
Il mio membro duro scivola dentro di lei, facendole spezzare il fiato.
Mi muovo dentro di lei e la sua schiena ondeggia contro il muro. Il rumore dell'acqua è accompagnato dal suono dei nostri corpi che si incontrano ripetutamente. E' così eccitante.
Le sue unghie affondano nella pelle della mia schiena, graffiandomi tutto, mentre io non mi fermo, continuando a riempirla spingendo sempre di più. Più forte. Più deciso.
Spinte sempre maggiori, che mi fanno morire dentro.
Il mio corpo trema, mentre la tocco ovunque, mordendo la sua pelle e giocando con il suo seno sodo. 
Ho bisogno di sentirla mia, di sentirla di più. Mi è mancata così tanto, che vorrei restare così per sempre. Un anno per ogni minuto passati lontani.
"Devo uscire se non vogl-"
"è ok" annuisce, e io comprendo che la cura che segue contro il cancro e che la sta preparando alla fatidica operazione, l'assicurano che non esca incinta. 
Le vengo dentro, riempiendola fino all'orlo, e quando viene anche lei nella mia bocca, raggiungo il fottuto paradiso con le mie mani, per poi scivolare di nuovo giù nell'inferno più rovente. 
I nostri respiri sono irregolari. Il suo petto di alza e si abbassa in modo frenetico, più veloce del mio, e quando torna con i piedi per terra, trema appena, mentre sorride compiaciuta.
Terminiamo di fare la doccia, poi torniamo in camera per vestirci e sistemarci. 
Mi lascio cadere sul letto osservando come si infilava dei jeans che le fasciano le gambe in un modo assurdo. Friziona i capelli umidi con un'asciugamano, poi li lascia mossi che ricadono contro la mia felpa nera che le copre il petto.
"Quando ti opereranno?" domando pensieroso, e lei si ferma sorpresa, per poi guardarmi senza troppe emozioni in viso.  
"Sei preoccupato?" 
"Dovrei?"
Ho paura.
"Verso metà Gennaio" mi informa, senza staccare i suoi occhi dai miei.  
"E di preciso cosa ti faranno?" domando ancora, e lei sospira accennando un debole sorriso, per poi raggiungermi e stendersi al mio fianco, con il viso a un soffio dal mio
"Durerà poco più di sette ore circa. Ripuliranno le zone infette per evitare altre chemio o operazioni più rischiose, prima che sia troppo tardi. Non è pericoloso, mio padre è stato chiaro a riguardo, quindi devi stare tranquillo" mi lascia un bacio sulle labbra, ma io non rispondo "Dylan" sospira supplichevole
"Non sono per nulla tranquillo"
"Te l'ho detto, mio padre dice che non è nulla, è per prevenire una ricaduta" accenna un sorriso dolce, e io le credo.
Ma fa paura lo stesso.
"Non posso perderti" mormoro, giocherellando con le dita con i suoi capelli umidi e mossi
"Dobbiamo ancora parlare, però" mi ricorda taciturna, e io annuisco consapevole
"Solo, non oggi" la imploro, e lei sospira ancora, per poi annuire.
Verso ora di pranzo scendiamo di sotto, Holly è con Ly che cerca di convincerla a fargli mangiare qualche biscotto prima della pasta, ma la sua risposta resta sempre la stessa. Non capisco perchè ci provi ancora, è così cocciuto anche lui, tratto uguale a quello di sua madre. 
Mentre alcuni dei ragazzi aiutano le ragazze in cucina, io e Cody siamo in soggiorno con Lucas, quello sfigato del suo ragazzo, e il bastardo.
"Lucas mi ha detto che è il tuo compleanno, auguri" mi sorride Jimmy amichevolmente, lo ringrazio con un cenno del capo e torno a guardare la partita in tv
"Ragazzi, vi va di ordinare una pizza?" domanda Sophia e noi tutti annuiamo, sentendo subito una puzza di bruciato provenire dalla cucina "Abbiamo avuto qualche problemino tecnico" ridacchia poi, mentre gli altri ci raggiungevano divertiti.  
"Ok, allora le ordino" Hol afferra il cellulare e si siede sulla poltroncina accanto a Madison, che sorride iniziando poi ad accarezza i capelli della sua amica.
Mi fa ancora strano vederle così amiche, Lucas mi ha detto che ormai è impossibile separarle, e che Madison è cambiata molto grazie a Holly. Lei dopotutto, ci ha migliorati tutti. Ci ha reso un gruppo unito. Senza di lei, non saremmo qui insieme.
Dopo aver ordinato le pizze, stupendoci che in città fossero tutti aperti nonostante fosse il 30 dicembre, restiamo in soggiorno a parlare, mentre la partita in tv stava per terminare.
"I rossi sono i Bulls?" domanda Blaire curiosa ed Eric e Abel annuiscono divertiti  
"Ok, quindi io tifo per loro" esclama Madison sicura, e Hol la guarda subito male
"Perche?" domanda Andrew curioso
"Hai visto quel giocatore con il numero 10? Ha un culo da sballo" scrolla le spalle lei, consapevole che di basket non ne capisce nulla
"Il mio è più bello" si indica Darren
"Niente a paragone con Kyle Irving" commenta Hol, mordendosi il labbro inferiore, e io sono consapevole che il suo amore per Irving non finirà mai.
"Chiariamo, non ho intenzione di sopportare te che scleri su quanto sai bello Irving per tutta la partita che andremo a vedere. E poi ti avverto, non fingerò di tifare i Celtics solo per accontentarti, io tiferò per i New York Knicks. Resto fedele alla mia squadra" preciso facendola ridere  
"Inutile, resteremo sempre in disaccordo su questa storia" rotea gli occhi al cielo, e mi diverte il fatto che tifiamo due squadre diverse, ne vedremo delle belle quella giornata allo stadio.
"È come dire che tu sei più brava di me a giocare a basket, non esiste" la stuzzico e lei in risposta mi alza il dito medio nascondendo un sorriso
"Vedo che andate d'accordo" se ne esce Brad, facendo zittire tutti.
Serro la mascella e incrocio lo sguardo di Parker, che mi intima di restare calmo. 
Guardo Brad e penso che il mio pugno sul suo viso ci starebbe proprio a pennello. Ma se voglio giocarmi bene le cose con Hol, devo restare calmo.
"Ti crea qualche problema?" lo provoco, con voce calma e pacata, facendolo ridacchiare appena  
"A me no, ma chissà se a qualcun altro si" quella frase poteva essere compresa solo da me. Tutti, oltre il mio migliore amico, sua cugina e la sua ragazza, lo guardano confusi, non sapendo il significato di tale frase. "Sai Dylan, non credevo riuscissi a farla cadere ai tuoi piedi di nuovo, ti faccio i miei complimenti. Ti avevo sottovalutato" sorseggia la sua birra indicandomi sorpreso, e io vorrei tanto spaccargliela in testa quella bottiglia di vetro verde.
Furioso, scatto pronto a ribattere, ma lei mi precede, guardandolo incredula e con fare furioso.
"Ma che cazzo dici" sbotta con occhi sbarrati "Non sono caduta ai suoi piedi, e poi cristo come puoi parlarmi così dopo tutto quello che abbiamo passato io e te" mormora lei, e io capisco che quando capirà che verme schifoso è Brad, sarà l'unica a soffrirne, e anche se vorrei vederlo morto con tutto me stesso, mi balena in testa l'idea di non dirle niente, per non provocarle altro dolore. Perchè io proprio non riesco a vederla soffrire.
"Appunto Hol, ne abbiamo passate tante e tu continui a credere alle bugie che ti mette in testa questo qui" Brad si alza, e Hol fa lo stesso, sotto lo sguardo preoccupato di tutti, tranne il mio.
"Ora calmatevi dai" sussurra pacifica Yole, mentre i due si fronteggiano come se fossero in un duello, Hol è furiosa.  
"Hai dimenticato quanto hai sofferto?" mi indica Brad arrabbiato
"Ma sono comunque scelte mie queste, non tue. Non ti permetto di giudicarmi"  
E' proprio la mia ragazza.
"Cazzo, che cosa le hai detto per farle cambiare idea?" Brad scoppia a ridere, lasciando perdere lei, e avvicinandosi minaccioso a me, bloccandomi per il colletto della felpa, con sguardo furioso.
Lo lascio fare, non reagisco, e fisso Hol con fare serio. Guardo solo lei, penso solo a lei. Mi calma. "Calmatevi" tuona Cody, cercando di separarci con l'aiuto degli altri
"Scommetto che te la sei anche fottuto per bene, sbaglio?" mormora contro il mio orecchio, in un tono così basso che gli altri non possono di certo aver sentito. 
Le sue parole però, mi destabilizzano a tal punto che neanche guardare i suoi occhi blu mi calma più. 
"Non ti azzardare, figlio di puttana" mi libero della sua presa in un secondo, e lo spingo così forte da farlo sbattere con la schiena al muro, sferrandogli poi un pugno in pieno viso, sporcandomi subito le mani di sangue.
Hol scatta subito davanti a Ly, per non fargli vedere la scena, e Yole ed Eric lo portano subito al piano di sopra.
"Brad cazzo, avevi promesso di non fare scenate" Jimmy poggia le mani sulle spalle dell'amico per farlo calmare, ma lui non demorde, punta nuovamente a Hol e si avvicina a lei in un modo che mi fa girare i coglioni.
"Hol, andiamo davvero credi che questa volta resterà e che sarà diverso? Quando tra qualche settimana sarai di nuovo in sala operatoria, lui andrà via. Non resterà al tuo fianco, non sarà diverso dall'ultima volta" le grida contro, e lei socchiude gli occhi spaventata. 
Perdo le staffe. 
Non deve parlare, non deve toccarla, non deve spaventarla.
Lo uccido. 
Spintono via Andrew e mi libero della presa di Chad e Fred, colpendo poi quello stronzo ancora una volta, e poi due, quattro, sei. Abel e Darren cercano di bloccarmi per le spalle, Lincoln, Jimmy e Andrew sono su Brad, che lo aiutano e bloccano allo stesso tempo.
"Maledizione, smettetela" è la voce di Mar, poi Sophia che ci supplica.
Brad si alza a fatica e tossisce sangue, si pulisce con il dorso della mano liberando le labbra in un sorriso velenoso. Hol ha gli occhi sbarrati, incapace di parlare, o di muoversi, e Brad la guarda disgustato, indicando prima me, poi lei.
"Vuoi davvero stare con lui?"
"Basta, sta zitto" grido dimenandomi fra le braccia dei ragazzi, che aumentano la presa
"Ti ricordi di come stavi male? Come piangevi ogni notte e di come imploravi che tornasse da te? Hai lasciato addirittura New York. Porca puttana, hai cercato di ucciderti" grida l'ultima frase e io sento il pavimento mancarmi sotto i piedi, come cazzo si è permesso di gridare una cosa del genere in questo modo e davanti a tutti?
Holly guarda incredula quello che reputava un'amico, alcune lacrime sfuggono al suo controllo e fa per parlare, ma il labbro le trema e la voce si incrina.
"Tu non sai niente" mormora poi debolmente
"E' la verità, tu devi saperlo" 
"Dylan" Cody mi guarda serio, incitandomi con lo sguardo.
Cosa faccio?
"Credo che tu debba dirglielo. Ora" si impunta con voce ferma e dura Sophia, mentre gli altri la guardano confusi, compresa la mia piccola Hol. 
Osservo le sue lacrime, le sue mani tremare, sento il suo dolore, la sua mente piena di dubbi.
Così rilasso le spalle, la guardo e perdo tutte le certezze. Io, che ho sempre fatto tutto per proteggerla, sono ancora una volta, la causa delle sue lacrime e del suo dolore.
E mi odio per questo.
"Il donatore anonimo compatibile che ti ha salvato la vita anni fa..." la stanza cade nel silenzio, si sente solo la mia voce, e il viso sconcertato di Hol mi fa vacillare appena "Quel midollo, è di Brad, lui ti ha salvata. In cambio, io dovevo sparire dalla tua vita, per sempre" 

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