"Cosa significa Lucas? Dov'è Dylan?"
"Non... non ha detto dove andava o quando sarebbe tornato, è uscito senza dire nulla"
"È perchè ha scoperto della mia leucemia, non è vero?"
Il vuoto. E' tutto buio. Sento un pianto, è il mio.
Sento il rumore del mio cuore rompersi in mille pezzi.
"È andato via. Mi ha lasciata da sola"
Dylan, dove sei?
Mi manca l'aria, riesco solo a piangere.
Ho freddo, sono bagnata, sento l'odore della pioggia.
Che succede?
Mi sveglio di soprassalto.
Scatto a sedere e porto una mano sul cuore, cercando di regolarizzare il respiro, e di far calmare il battito.
Mi ritrovo in lacrime.
Sospiro, tasto con la mano il letto al mio fianco, sentendolo vuoto. Dylan non c'è.
Lancio un'occhiata all'orologio e vedo che sono le 5 del mattino. Mi alzo e sento il suono dell'acqua della doccia, evidentemente neanche lui riusciva a dormire.
Sospiro, mi alzo e infilo una felpa pesante sopra il pigiama, mentre raggiungo il patio ricoperto di neve, sistemandomi sulla panchina a dondolo in veranda.
Porto le gambe al petto come scudo, proteggendomi dal freddo, dai pensieri, dalla mia testa.
Compongo il numero di mio padre, l'unico che conosco a memoria, e lo chiamo.
"Holly? Tesoro, cosa succede, non riesci a dormire?"
"Papà" è mattina presto, e io spero che sia a lavoro, così da non averlo svegliato "Sto bene, solo... non ho sonno. Dormivi?"
"No, sono un'auto, sono quasi all'ospedale. Finisco il turno nel pomeriggio, così questa sera sono a casa per il capodanno" sorride dolcemente, poi lo sento sospirare "Hol, parlami. Cosa succede?"
"Sto bene papà davvero, sono solo scossa" ammetto "ultimamente ci sono così tante cose a cui pensare che mi sembra di impazzire"
"Sei preoccupata per l'operazione? C'entra Dylan?" Cerca di indovinare curioso
"Non ho paura dell'operazione" forzo un sorriso per poi asciugarmi con le maniche della felpa le lacrime sul viso, sfuggite al mio controllo
"Cosa ti ha fatto? Giuro su Dio che lo ammazzo" sbuffa subito incazzato
"Papà, lui mi ama, ora lo so" tiro su con il naso sorridendo come una stupida "ti spiegherò tutto appena torno, promesso" annuisco decisa
"Hol, io mi fido di te" mi rassicura
"Qui è tutto perfetto, la casa è bellissima, Sophia mi ha insegnato a cucinare la torta salata, Ly si sta divertendo e ha avuto un sacco di regali dai ragazzi. E' tutto perfetto, e tu non devi preoccuparti" lo rassicuro sincera.
Parlo al cellulare con mio padre ancora un po', mi racconta delle voglie di Jamiee e di come Marcus stia impazzendo nel cercare casa.
Quando torno dentro, noto che Lucas e Jimmy si sono già svegliati, e sono in cucina a prepararsi la colazione tra qualche risata e bacio rubato.
Fisso Jimmy stretto nei suoi pantaloncini e la felpa grigia che copre i suoi tatuaggi, lasciando intravedere solo quelli sulle dita, poi noto quando Lucas sia diverso da lui, stretto nel suo pigiama a scacchi. Eppure, sono così perfetti l'un per l'altro, e sorrido involontariamente quando li vedo.
"Hey piccola peste" sorride Jimmy "non sei per niente una tipa mattiniera tu, che ci fai già sveglia?" domanda curioso, e io mi limito a scrollare le spalle vaga
"Perchè voi siete già svegli, invece?"
"Abbiamo un'appuntamento" spiega Lucas, osservandomi attentamente mentre prendevo le solite pillole blu che prendevo la mattina "tu stai bene?"
"Si, credo che cercherò di dormire ancora un po'. Divertitevi oggi" annuisco per poi tornare di sopra, mentre Jim afferrava Lucas per i fianchi per rubargli un altro bacio.
Torno in camera e subito vedo Dylan accanto alla finestra che fissava fuori. Fisso i suoi muscoli tesi, indossa solo i pantaloni di una tuta e mi chiedo se non ha freddo. I suoi capelli sono in disordine, le sue labbra leggermente gonfie, credo se le sia morse dal nervoso. Chiudo la porta alle mie spalle, vorrei baciarlo.
I suoi occhi si scontrano con i miei, mi fissa come se fossi la cosa più bella del mondo, e mi ci sento quando sono con lui.
Io e Dylan ne abbiamo passate così tante, troppe per ripensarle tutte insieme, eppure ora siamo qui, e io lo amo come il primo giorno.
Io devo sapere.
Devo sapere se lui è ancora disposto a provarci, a darci ancora una possibilità.
a stata perdermi in quegli occhi pensai.
"Dimmi che mi vuoi ancora" mormoro implorandolo, timorosa della risposta.
Si stacca dalla finestra e accenna un debole sorriso, che fa sparire ogni mia incertezza.
"Sempre"
Si avvicina alle mie labbra e poggia una mano sulla mia guancia. Ci baciamo in modo veloce, frenetico, bisognoso, disperato. Ho bisogno di lui, e lui ha bisogno di me.
Indietreggio fino al letto, dove sfilo la maglia restando con il reggiseno, che subito slaccia per poi raccogliere nelle mani i miei seni duri. Stringo con forza i suoi capelli, mentre ci liberiamo anche dei pantaloni, restando completamente nudi.
"Stenditi" obbedisco e lui abbassa subito il capo fra le mie gambe, baciando dolcemente l'interno coscia, mordendolo di tanto in tanto facendomi sussultare.
Quando percepisco la sua lingua sulla mia intimità già bagnata, mormoro di piacere. Le sue dita stuzzicano la mia fessura, entrando tutte, per poi uscire veloci, ripetendo l'azione più volte, mentre la sua lingua mi bagna ancora di più.
Stringo le cosce involontariamente intorno al suo capo, ma lui mi blocca fermamente mantenendomi le gambe aperte.
La sua mano fredda scivola sul mio ventre, e mentre la sua lingua si impossessa di me, stuzzica i miei capezzoli mordendomi il seno.
"Cazzo" impreco, mentre un'ondata di piacere assurdo si impossessa di ogni parte del mio corpo.
Quando finalmente si alza, tornando con le labbra sulle mie, sento la sua erezione premere contro il mio ventre, e quando entra con una spinta decisa, resto senza fiato.
Affonda in me come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, come se lo facesse da tutta la vita.
Il modo in cui mi stringe, il modo in cui il suo corpo si muove insieme al mio, è tutto maledettamente perfetto.
Graffio la sua pelle aggrappandomi con le unghie, facendogli inarcare la schiena.
Quando, dopo l'ennesima affondo viene dentro di me, mi libero anch'io in un potente orgasmo, travolta dal piacere.
Resta dentro di me, fermo, immobile, mentre le sue mani sono fra i miei capelli, e le sue labbra a un soffio dalle mie. I nostri respiri sono pesanti, irregolari, cerchiamo di regolarizzarli ancora travolti e appagati.
"Mi eri mancata" lo guardo confusa, con un lieve sorriso tranquillo, mentre con le dita traccio il confine del suo viso
"Siamo stati insieme solo ieri" gli ricordo
"Non così, non stavamo insieme, ancora"
"Quindi ora stiamo insieme?" lo provoco, e lui sospira divertito per poi pizzicarmi il fianco, facendomi scoppiare a ridere
"Non ti lascio più andare, Olivia Parker."
E io so che è così.

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In This Life
RomantikLa cosa più brutta è guardare con occhi diversi qualcuno. Che prima era speciale e poi diventa come tutti gli altri •Sequel di : "In Another Life"• ***** { il libro è stato completamente scritto da me, ma potresti imbatterti in alcune frasi o citazi...