39. Parker

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"Ly maledizione smettila di correre e vieni subito qui" per quanto mi sforzi, non sono credibile neanche con me stessa a fare la parte della cattiva.
"Altri 5 minuti. Bruummm" il piccolo corre per tutta casa con quell'affare regalatogli da quei tre a Natale.
"Io li ammazzo" sbuffo, perché mai che gli regalassero dei vestiti, o qualcosa che non rischia di farmi impazzire.
Mi alzo dal divano e afferro Ly per il busto, facendolo sedere sullo sgabello in cucina.
"Non è giusto" incrocia le braccia contrariato, mentre gli allaccio il giubbotto.
"Si, è giusto. Ora sta fermo"
Quando bussano al campanello, Ly corre verso la porta euforico, come se dall'altra parte ci fosse Babbo Natale per davvero.
"Ah, sei tu" lo sento mormorare annoiato, mentre la porta viene richiusa.
"Ciao anche a te" ridacchia Dylan entrando in cucina, mentre il piccolo si sistema sul divano borbottando qualcosa contro il più grande "Mi ama" annuisce convinto Dylan, facendomi ridere.
"Non ci scommetterei" mi fingo contrariata, mentre Dylan spegne la tv, per far staccare Ly da quell'affare.
"Ly, dai sbrigati" indica poi il minore, che gli fa la linguaccia indispettito.
Quando siamo fuori di casa, Dylan mi spiega che è venuto in auto e che fuori non c'era posto, così l'ha parcheggiata nel garage del palazzo, mentre io non sapevo di avere un posto assegnato da contratto.
"Non voglio rischiare che succeda qualcosa alla mia bella auto" fischietta lanciando le chiavi in aria per poi afferrarle subito dopo, mentre camminiamo per il grande garage sotterraneo.
"L'auto di tuo padre, vorrai dire" lo canzono.
Quando però voltiamo l'angolo, mi ritrovo davanti un'auto bianca enorme, nuova, e di gran lungo costosa.
"Hai comprato una macchina?" domando confusa, e lui annuisce euforico, proprio come fa Ly quando ha un giocattolo nuovo.
"Un Range Rover, per l'esattezza"
"Perchè?"
"Beh, in moto in tre non ci stiamo, quindi perché no?" sorrido alle sue parole, scuotendo il capo esasperata, perché mi rifiuti di credere che sia davvero questo il motivo "Allora, ti piace?"
"Non mi intendo molto di auto, ma è bella" scrollo le spalle per poi far salire Ly dietro.
"Potevi almeno fingerti entusiasta" borbotta, e io scoppio a ridere di gusto.
Messi in viaggio sento Ly muoversi di continuo dietro, mi volto curiosa e lo trovo sdraiato comodi sediolini in pelle.
"Giù i piedi dai sedili" ringhia Dylan, e subito inizia una discussione animata tra i due. È come avere a che far con due bambini.
Una volta arrivati da Coco's, il più piccolo corre subito da Lucas, che non si fa mancare una sfilza di baci in arrivo.
"Ciao a tutti" passo la mano sulla pancia di Blaire e sorrido, perché è incredibile che sia incinta. Devo ancora abituarmici.
"Allora, novità?" Dylan è molto curioso sulla gravidanza di Blaire, gli fa continue domande ogni volta ormai.
"Smettetela di chiedermelo ogni giorno, ho la visita tra una settimana" ridacchia lei tranquillamente.
Dopo aver ordinato ascoltiamo Daisy che ci racconta di come sono andate le cose con Mose, fino a quando Madison non la interrompe annoiata.
"Sapete, domani io ed Andrew partiamo. Ci siamo concessi un bel viaggio"
"Andate in luna di miele?" domanda Darren accarezzando la gamba di Sophia, facendoci ridere.
"Idiota. Andiamo a Chicago"
"Non ci sono mai stata" sbotta Yole curiosa, standosene comodamente seduta sulle gambe di Eric.
"Neanche io, dicono sia bellissima" annuisce Cody, con la bocca piena.
"Anche io voglio partire" sbuffa Ly, e mi acciglio verso il piccolo.
"Dove vorresti andare?" Domando curiosa, mordicchiando la cannuccia del mio frappé.
"Voglio andare con lo zio Lucas" afferma imbronciato.
"Amore mio, qualche volta ci facciamo un bel viaggio solo io e te, promesso" Lucas inizia ad abbracciare forte il piccolo e a lasciargli tanti baci sul viso che lo fanno ridere.
"Quando te li do io i baci ti lamenti dicendo che sei grande" alzo gli occhi al cielo.
Vengo distratta dalla mano di Dylan che si posa sulla mia gamba, mi volto e lo trovo incredibilmente vicino. Mi è mancato così tanto il suo profumo.
"Vini con me" sussurra, facendomi cenno di seguirlo.
"Dove?"
"Devo mostrarti una cosa"
"E Ly?"
"Ci siamo noi con Ly" si intromette Cody, facendo poi l'occhiolino a Dylan che mi prende per mano, facendomi alzare.
"Dovrei avere paura?" chiedo retorica, ho paura possano aver regalato una vera astronave a Ly, per quanto sono stupidi.
Usciamo da Coco's e torniamo in auto, guida fino alla fine del aprcheggio, poi accosta sul ciglio della strada.
"Tieni" si sfila la bandana dal polso e me la porta agli occhi, per impedirmi di vedere, legandomela dietro la testa.
"Che hai in mente?"
"È una sorpresa"
Dopo circa un quarto d'ora sento l'auto fermarsi, subito dopo la sua portiera si chiude e la mia viene aperta. Mi aiuta a scendere, e spero davvero di non cadere, perché l'unica cosa che vedo è il buio più totale.
"Dove stiamo andando?"
Non ottengo risposta, ma sento il rumore di un cancello, poi saliamo qualche scalino, e mi dice di stare ferma, mentre lo sento armeggiare con qualcosa di metallo. Ma che diavolo sta facendo?
Mi conduce più avanti, poi mi lascia, e mi volto confusa non avvertendo più la sua presenza al mio fianco.
"Dylan?"
"Puoi toglierla"
Sospiro curiosa, e sfilo la fascia intorno agli occhi. Mi guardo intorno, e non riconosco il posto dove siamo. Una bellissima casa mi si presenta davanti, dal grande open space e un soggiorno immenso. Cammino un po' incuriosita e raggiungo la cucina, mia madre impazzirebbe per quanto è bella, peccato che io sia una frana ai fornelli. Infondo ci sono altre due stanze, poi delle scale dalle ringhiere di vetro che portano al piano superiore.
"Dove siamo?"
"In una casa" sorride ovvio, e io lo guardo con biasimo.
"Questo lo vedo, e cosa ci facciamo qui?"
"È casa mia" esclama con naturalezza, e io mi ritrovo a sbarrare gli occhi incredula.
"Hai comprato una casa? Perchè?"
"Per dimostrarti che faccio sul serio. Sono tornato per restare, non me ne vado di nuovo" sorrido, voltandomi verso di lui e trovandomelo incredibilmente vicino. Mi sorride e mi afferra per i fianchi, dandomi uno slancio, facendomi sedere sul ripiano della cucina.
"Una macchina nuova, una casa tutta tua, hai deciso di rinnovarti?" lo prendo in giro.
Si sistema tra le mie gambe e io gli sorrido, porto le mani intorno al suo collo e le gambe intorno al suo bacino.
"Ho deciso che era arrivato il momento di costruirmi una mia vita senza dipendere dai miei genitori, era davvero giunto il momento"
"Ma dove hai trovato tutti questi soldi?"
"Cosa credi che abbia fatto tre anni in Italia? Ho lavorato con Edward ai motori e ho tenuto abbastanza soldi da parte" spiega, e io sono senza parole "Ora, però, perchè non inauguriamo la cucina?" soffia sulle mie labbra, sorridendomi maliziosamente.
"Credo sia un ottima idea" annuisco, afferrandogli il collo della maglia per trascinarlo sulle mie labbra.
Gli sfilo velocemente la maglietta e lui fa lo stesso con la mia. Mentre la sua lingua invade la mia bocca, gioco con i suoi pantaloni fino a sfilarglieli. Tiro via le scarpe e ci spogliamo con fretta, come se non riuscissimo più a controllarci. Quando la sua bocca si sposta sul mio collo, mi abbandono al suo tocco che mi manda fuori di testa. Infilo le mani nei suoi capelli e li tiro quando la sua mano finisce nelle mie mutandine, mentre gioca con la mia intimità, fino ad infilarci un dito dentro.
"Sei già bagnata" mormora, leccandomi le labbra.
"Ti prego, Dylan" mormoro sconnessamente, implorandolo.
"Con calma, piccola"
Muove le dita dentro di me con una lentezza disarmante, boccheggio e mi mordo il labbro, impaziente di avere di più. Dopo qualche secondo, mi sfila definitivamente le mutandine, lasciandole ai piedi del ripiano, mentre la sua erezione pulsa violentemente contro la mia intimità. Infilo la mano nei suoi boxer, lo privo dell'indumento per poi giocare con il suo membro duro.
"Voglio scoparti in tutti i modi possibili, cazzo" mi fa scendere dal bancone, mi fa voltare e mi spinge giù il capo. Con il petto nudo tocco il marmo freddo, mentre mi blocca per le mani dietro la schiena, strusciando sul mio culo la sua erezione.
Boccheggio, mentre mi blocca le mani con forza, mentre stuzzica l'entrata della mia intimità. Prendo un respiro in tempo, perché subito dopo mi riempie tutta, con una spinta secca e decisa.
L'aria intorno a noi si fa bollente, mi sembra di essere in una sauna. Mi viene incontro con delle spinte forti e decise, che mi strappano via l'aria dai polmoni. Mi contraggo dal piacere e il fatto che non possa muovermi, mi fa perdere la testa ancora di più. Dopo l'ennesima spinta mi fa voltare, finendo petto contro petto, senza smettere di scoparmi.
Libero un gemito per poi tirargli i capelli per il piacere immenso che sto provando. Dylan sa esattamente cosa mi piace, come muoversi dentro di me, e come farmi godere. Mi sento totalmente appagata, e lui ne ha la certezza quando mi libero in un potente orgasmo. Subito dopo esce velocemente, venendo anche lui sul mio ventre, sporcandomi la pelle di liquido caldo.
Non oso muovermi, e neanche lui accenna al minimo movimento. Resto aggrappata a lui, perché le gambe mi tremano troppo per potermi reggere da sola.
Fare l'amore con Dylan è la cosa più bella del mondo.
"Vieni a vivere con me, Hol" le sue parole, spezzano il silenzio intorno a noi, ma riempiono la mia testa in meno di un battito di ciglia.
"Cos...cosa?" mormoro confusa, alzando lo sguardo verso di lui, ancora leggermente ansimante.
Allontana leggermente il viso dal mio per potermi guardare chiaramente in viso, mentre mi rivolge un caldo sorriso.
"Vieni a vivere con me" annuisce deciso, una seconda volta "Possiamo rendere questa casa 'nostra', è tanto grande e poi che senso ha restare separati? Abbiamo già sprecato troppo tempo" porta una mano sul mio viso, massaggiandomi la guancia con il pollice.
"Ma così, su due piedi..."
Non so cosa dire. Vivere con Dylan sarebbe un sogno, ma ne abbiamo passate così tante, che mi sembra affrettato per quanto irresistibile, come proposta.
"Vieni a vivere con me Hol, saremmo solo io, te e Ly" avvicina le labbra alle mie, baciandomi lentamente e senza fretta.
Mi viene da sorridere quando nomina anche Ly, mi piace il pensiero che lo reputa parte della mia vita.
"Ci sono così tante cose a cui pensare" mi porto una mano sulla tempia, mentre il panico mi invade.
"Possiamo pensarci insieme, sempre se Ly vorrà" annuisce tranquillo.
Guardo il ragazzo davanti a me e penso che sto per commettere una cazzata. Ma questa potrebbe essere la cazzata più bella della mia vita.
"Va bene, vengo a vivere con te"


3 settimane dopo.

"Maledetto me che ti ho dato retta. Potevamo tranquillamente chiamare il camion trasporti, così da evitare di fare mille viaggi e trascinarci mille scatoloni dietro" sbuffa Dylan, per la milionesima volta.
"E non lamentarti sempre"
"Certo, tanto sono io il cretino di turno che è costretto a fare avanti e indietro con trecento scatoloni" allarga le braccia con fare melodrammatico, e io scoppio a ridere. "Torno al tuo appartamento a prendere gli altri scatoloni" mormora poi, lasciandomi un veloce bacio prima di correre fuori.
Lascio cadere l'ennesimo scatolone sul pavimento, guardandomi intorno e non sapendo proprio da dove iniziare. Ci sono così tante cose da sistemare, che iniziare mi sembra inutile, e preferirei dormire di gran lunga e far fare tutto a Dylan quando torna.
Guardo i cento giochi di Ly e ripenso alla faccia triste che ha fatto quando gli ho chiesto se voleva lasciare casa nostra, non era affatto contento, poi però quando ha visto questa casa, il triplo più grande e spaziosa, è rimasto senza parole e ha già deciso dove mettere tutti i suoi giocattoli. E dato che mi invaderà presto con le sue cose, devo approfittare di sistemare le mie adesso, mentre è ancora da Cody.
Vado in cucina e apro il frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua e bere velocemente. Quando la poggio sul tavolo, vengo richiamata da un rumore in soggiorno, qualche scatolone deve essere caduto.
"Giuro su dio Dylan, che se hai rotto qualcosa ti amma-" mi blocco sui miei passi, quando trovo il salotto vuoto e lo scatolone sul pavimento. "è così che iniziano i film horror" mormoro tra me e me, sospirando.
Mi abbasso e raccolgo gli scatoloni caduti, poi mi volto per tornare al piano di sopra, ma mi blocco quando mi ritrovo una figura maschile davanti.
Cosa cazzo ci fa lui qui?
"Brad" mormoro incredula "Che ci fai qui? Come sei entrato?" osservo la porta d'ingresso chiusa, e tremo nelle spalle, perché ho un brutto presentimento.
Indossa una felpa nera e ha il cappuccio tirato all'insù, mi ha fatto prendere un cazzo di infarto. Ma la domanda che risuona nella mia testa è ancora una, come ha fatto ad entrare?
"Dovevo assolutamente parlarti Hol, sto impazzendo, cazzo" fa per avvicinarsi, ma indietreggio timorosa.
"Non ti avvicinare" gli punto un dito contro "Ti voglio fuori da questa casa. Adesso" ma lui non si muove, mi rivolge uno sguardo dispiaciuto, colpevole.
"Mi dispiace" sussurra poi, con voce roca.
"Per cosa esattamente?"
Ma è l'ultima cosa che riesco a dire, prima che qualcuno mi afferri da dietro, premendomi qualcosa di bagnato sulla bocca, che mi fa perdere i sensi. 

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