Ho sempre cercato di mostrarmi forte, ma la realtà è che sono fragile, debole, sensibile. Crollo davanti a un messaggio, piango per il finale di un film, ascolto canzoni per sentirmi meno sola, di notte non dormo perché i miei pensieri non me lo permettono, lui non me lo permette. Voglio fingere di non provare emozioni, ma la verità è che mi sciolgo in un abbraccio, ho bisogno di continue rassicurazioni, ho paura di essere lasciata sola, e ho bisogno di sentirmi protetta.
Quando camino per strada tengo sempre la faccia bassa per non farmi notare, e il mio solito cappuccio alzato, per nascondermi dalle persone, dal mondo, che mi fa tanta paura. Spesso mi blocco, fisso il vuoto e mi sento parte di esso. Ho sempre paura di disturbare, non cerco mai gli altri per paura di dare fastidio. Non chiedo aiuto perché sono orgogliosa. Gli altri devono sapere che sto bene, così da non preoccuparsi per me, ma la realtà, è che non sto bene per niente, non da quando lui è andato via. Fingo di avere una corazza indistruttibile, perché se gli altri mi conoscessero davvero, avrebbero avuto il potere di distruggermi con una semplice parola.
Come ha fatto lui, lasciandomi quel bigliettino, lasciandomi da sola. Dylan aveva avuto il modo di distruggermi, e aveva scelto di farlo."Arrivederci" sorride Margaret, caricandosi sulla spalla la sua borsa di stoffa.
Osservo ancora una volta la villa dietro di me e vedo la bambina della scorsa notte, mentre si nasconde sotto il portone d'ingresso della villa. Accenno un sorriso in sua direzione e lei fa lo stesso, salutandomi con la piccola manina.
"Chi è quella bambina?"
"Mia nipote" scrolla le spalle la vecchietta.
"Mi tolga ancora una curiosità, cosa ci faceva il giardiniere tra i cespugli nel cuore della notte?" Domanda Andrew divertito.
"Giardiniere? Quale giardiniere? Non c'è alcun giardiniere qui" si acciglia lei confusa, e quello basta a farci tremare tutti.
"Sa cosa le dico? Addio" fa Madison scontrosa, salendo sul taxi per prima.
Questa notte, dopo aver scoperto che a gridare era stata Madison dopo aver visto Andrew infondo al corridoio del primo piano, il ragazzo l'ha accompagnata in camera dove ci siamo addormentate subito. Troppo stanche, questa mattina siamo subito andati via senza neanche fare colazione.
Quando finalmente siamo sull'aereo per Parigi, rilasciamo tutti un respiro di sollievo, giurandoci di non far scegliere mai più nulla ad Andrew."Tesoro, tutto bene? Sei pallida" Mi domanda Madison, seduta al mio fianco.
Mi dispiace dividerli, ma si tratta solo di poche ore e non posso affrontare un altro viaggio accanto a Dylan.
"Si"
No.
Non lo so a dire il vero, ho un gran mal di testa e un leggero raffreddore, spero di non essermi beccata l'influenza.
"Hai preso le pillole?" poggia la mano sulla mia controllandomi la temperatura "scotti"
"Sta tranquilla, il solito problema" scrollo le spalle, cercando poi di dormire per il resto del viaggio.
Da quando sono guarita, il mio sistema immunitario è davvero basso. Mio padre mi ha spiegato che è del tutto nomale, che sono debole a causa delle tante operazioni che ho subito negli anni.
Ne ho già parlato con mio padre a dire il vero. È da un po' che avverto come una strana sensazione. Come se qualcosa dentro di me avesse preso a scorrere diversamente dal solito, ma sono solo mie paranoie. Abbiamo già concordato di fare delle analisi di routine appena torno a casa, nonostante mio padre fosse abbastanza tranquillo.
Da quando sono guarita, anche per un semplice mal di testa mi viene la tachicardia, e ho paura di dover rivivere tutto quel dolore che mi ha causato il cancro."Parigi" sussurra Mar sognante "la città dell'amore e della moda" trilla euforica guardandosi intorno, una volta usciti dal grand aeroporto francese.
"Dove sono gli altri?"
"Daisy mi ha detto che ci avrebbero aspettati fuo-" quest'ultima salta sulle spalle del fratello con un gran sorriso, facendogli cadere il borsone sull'asfalto.
"Fratellone"
"Eccovi finalmente" Eric e gli altri ci vengono incontro e io mi rilasso appena vedo Brad, andando subito ad abbracciarlo forte.
"Sapevo di esserti mancato, ma non immaginavo un simile saluto da parte tua" ghigna ricambiando la stretta sorpreso, tuttavia contento di questa mia insolita dimostrazione d'affetto.
"Hol, sei bollente" osserva poi, e non mi stupisco, non gli sfugge mai nulla.
"Sto bene"
"Ha la febbre" scuote il capo Madison "sull'aereo ha preso un antibiotico, ma non è servita a nulla"
"Sto bene davvero, mi serve solo una bella doccia e una dormita"
"Ok, allora vi accompagniamo in albergo" fa cenno Lincoln, afferrando alcune delle nostre valigie.
"Abbiamo affittato due pick-up per questi giorni, abbiamo già visitato gran parte del centro ieri ed è stato così noioso senza di te" spiega Brad con un sorriso, caricando le mie valigie in una delle due auto nere.
Guardo la città dal finestrino e me ne innamoro perdutamente. Parigi è stupenda, mi sembra di essere in un film. È elegante e raffinata, lo vedo dai cornicioni dei palazzi, dalle panchine e dai marciapiedi pieni di fiori. Sembra un sogno, Madison ha avuto proprio una bella idea a voler venire qui.

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In This Life
RomanceLa cosa più brutta è guardare con occhi diversi qualcuno. Che prima era speciale e poi diventa come tutti gli altri •Sequel di : "In Another Life"• ***** { il libro è stato completamente scritto da me, ma potresti imbatterti in alcune frasi o citazi...