23. Parker

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Quando apro gli occhi, avverto subito una fitta alla testa e lo stomaco sottosopra.  
Raggiungo la cucina di casa di Cody, e trovo Daisy, Lincoln e Sophia seduti al bancone, intenti a fare colazione.
"Buongiorno, raggio di sole" sorride quest'ultima
"Quanta energia hai di prima mattina" osservo il modo in cui non smette di muoversi sullo sgabello, e il mio mal di testa aumenta.
"Bel completino Parker" mi fa l'occhiolino Lin, con la bocca piena di cereali.
Abbasso lo sguardo e noto la felpa grigia che mi copre il petto, fino ad arrivare sotto al sedere. E' di Dylan, lo capisco dall'odore.
"Tieni" Daisy mi passa un bicchiere d'acqua
"Grazie"
"Buongiorno ragazzi" Cody ci raggiunge mano nella mano con Margaret, che sembra stare peggio di me.
"Hey Mar, quando torni a scuola?"
"Questa sera" 
"Non ricordatemelo" sbuffa Cody, cingendole la vita con un broncio.
"Hey" Dylan ed Andrew ci raggiungono con fare assonnato, e io vedo che indossano dei pantaloncini che probabilmente sono del biondo.
"Lin, come mai Blaire non era alla festa?" si acciglia curioso Andrew
"È partita per raggiungere Anita, torna tra tre giorni"
I ragazzi iniziano a parlare del più e del meno, e quando fingo di ascoltare le lamentele di Daisy sulla vita di coppia a distanza, il mio cellulare inizia a vibrare.
"Marcus?"
"Hol" la sua voce è debole, e inizio ad allarmarmi 
"Cos'è successo?"
"Devi... devi venire subito in ospedale"
"Si arrivo subito, ma è successo qualcosa?" Mi alzo frettolosamente
"Non riguarda te" sgrano gli occhi, perchè può parlare solo di una persona.
"Arrivo" stacco la chiamata, correndo al pieno di sopra, in cerca dei miei jeans. Quando torno di sotto, lego nervosamente i capelli in disordine, e i ragazzi mi guardano curiosi.
"Che è successo?" 
"Rudy" basta quel nome, e Dylan scatta dal divano, facendomi segno di aspettarlo.
Corre al piano di sopra, e quando torna giù, pochi minuti dopo, indossa una felpa e dei jeans, poi recupera le chiavi dell'auto, facendomi segno di andare. 
"Facci sapere" mi intima Cody, e io annuisco, uscendo di corsa, seguendo Dylan verso la sua macchina.
In meno di venti minuti, siamo in ospedale. Lo ringrazio, e gli intimo di tornare dagli altri, mentre mi precipito all'interno, spedita verso la stanza del piccolo.
Vedo subito Marcus, davanti la porta, con in mano dei fascicoli che legge pensieroso.
"Hey" corro da lui, e lancio un'occhiata alla stanza dietro di lui, dove Rudy dorme sul suo lettino "Allora?"
"È svenuto ieri sera e questa mattina ha avuto un'infarto"
"Un... un'infarto? Ma ha solo 12 anni..." mormoro incredula
"In questi casi non c'entra l'età. I suoi polmoni stanno collassando, ma possiamo solo aspettare prima dell'intervento"
"Non ti seguo, cosa c'entra l'infarto con i suoi polmoni?"
"I suoi organi Hol, stanno collassando tutti lentamente, e la causa sono i polmoni. E' debole, ormai neanche l'inalatore aiuta più. Deve essere operato, ma non c'è nessun donatore" 
No, non può essere vero. 
 supero, ed entro nella stanza d'ospedale più colorata del piano, perchè non è solo una camera, è casa sua, è tutto il mondo di Rudy, questa cameretta. 
Mi avvicino al letto, afferrandogli la piccola manina pallida, così come tutto il corpo. Lui apre leggermente gli occhi, stanco, e accenna un debole sorriso da sotto la mascherina dell'ossigeno.
"Hol" 
"Non posso lasciarti solo un momento che mi combini questo, eh" ghigna, poi tossisce appena, e io gli sistemo la coperta sul corpo tremante.
Resisti, piccolo.
Lotta. Non ti arrendere.
Non puoi lasciarmi anche tu, non puoi lasciarmi come ha fatto Clarke.  
Marcus si avvicina alla macchinetta elettronica accanto al letto, controlla i parametri, poi annota tutto sulla cartella clinica. 
E' così strano vederlo con il camice bianco. 
"Nel momento in cui sei peggiorato, sei diventato il paziente numero uno nella lista per gli organi, dobbiamo solo aspettare la chiamata dal centro, e poi potremmo operarti" spiega dolcemente, e il piccolo annuisce 
"Posso resistere" annuisce lui, e io sorriso accarezzandogli i capelli color carota. 
"Certo che puoi farcela, piccolo. Così poi dopo, verrai a stare con me e Ly, per sempre" sorrido, e lui annuisce 
"E' una promessa?"
"E' una promessa, Rudy" 

   

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