17. Parker

18.8K 562 662
                                        

"Perfetto, li ho già persi di vista" sbuffa Brad, e io sorrido notando Jimmy e Lucas sgattaiolare verso il retro del locale
"Lasciali in pace, vogliono stare da soli" scrollo le spalle tranquilla
"Tieni, il tuo preferito" mi passa un bicchiere con il mio drink preferito dal colore del mare, e io lo bevo in un solo sorso. 
Solo due drink, questa sera.
Ne uno di più, ne uno di meno.
"Hey" Brad mi sorride, e poggia le mani sulle mie spalle "non pensarci per stasera. Vedrai che andrà tutto bene" mi fa l'occhiolino, e io sospiro annuendo appena
"Cosa farei senza di te" sorrido dolcemente, e lo penso davvero.
"Saresti morta " scrolla le spalle ridacchiando "Vado al bagno, aspettami qui" 
Quando resto da sola, mando giù il secondo drink, poi però decido di infrangere il mio buon proposito, e ordino anche il terzo. 
Dopotutto, è l'ultima sera prima di iniziare nuovamente con i farmaci, dopo dovrò dire addio per sempre all'alcool. 
Quando avverto già un leggero mal di testa, sorrido e sorseggio la birra che mi ha lasciato Brad, poi però, vedendo che ancora non è tornato, vado spedita verso la porta infondo al locale.
"Hol, sei nel bagno dei maschi" Brad è al lavandino intento a lavarsi le mani, mi sorride e scuote il capo per spostare i ciuffi che gli cadono ribelli sul viso.
Noto che il bagno è vuoto, così chiudo la porta a chiave, e lui ghigna divertito mentre mia vicino a lui.
"Che fai?" 
Sembra divertito, io invece, voglio solo provare qualcosa di diverso, cercando di togliermi Dylan dalla mente. 
Mi siedo sul ripiano del lavandino e lui si posiziona fra le mie gambe, mi accarezza la pelle liscia della coscia, mentre con l'altra gioca con una ciocca dei miei capelli. 
Senza pensarci troppo, consapevole che me ne pentirò il giorno dopo, lo bacio.
Il contatto tra le nostre labbra è sensuale, lento. Ha un buon sapore, ma è diverso da quello che tanto amavo un tempo. 
Si avvicina totalmente e sento il suo petto premere contro il mio, mentre la sua mano sale fino al mio fianco, accarezzandomi il petto coperto dal top nero, per poi strizzare uno dei miei seno nelle sue mani grandi e dure. 
La sua lingua cerca la mia, disperatamente, e io lo lascio fare.
Non pensare a Dylan, Hol, non pensare a lui. 
Affondo le dita nei suoi capelli color nocciola, e lui spalanca di più le labbra, invadendomi la bocca. 
Avvicino il bacino al suo, e quando si scontrano lo sento sussultare. Poi sorride sulle mie labbra, mentre una sua mano scivola sotto al gonna, sul sedere.
"Cazzo, Holly ma quanto hai bevuto?" la sua voce è ridotta ad un sussurro, e abbiamo entrambi il fiato corto
"Troppo poco" sussurro mordendomi il labbro, poi salto giù dal lavandino e lui mi afferra la mano, seguendomi fuori con uno sguardo lascivo, ricco di desiderio "Cerchiamo quei due idioti" gli faccio cenno, e lui annuisce.
Intravedo subito la testa del biondo seduto al bancone, al fianco del suo ragazzo, così mi faccio spazio tra la folla per raggiungerli.
"Davvero Lucas? Un'analcolico?"
"Se mi ubriaco poi domani avrò i postumi, e io voglio godermi la giornata con il mio super fidanzato" canticchia lui facendo sorgere un sorrisetto soddisfatto sul volto di Jimmy, che per solidarietà era ancora sobrio.  Mi fece presente canzonatorio
"Sei una noia" mormoro mandando giù l'ennesimo drink "Io e Brad stavamo per fare sesso nel bagno" ridacchio, e subito Lucas per poco non si strozza con la saliva.
"Potevate chiamare, avremmo partecipato in quattro" ghigna Jimmy, e Lucas lo colpisce sul braccio sconvolto
"Andiamo a ballare" trascino il biondo con me, e subito gli altri due ci sono dietro.
Passammo qualche ora così, oscillando tra la pista e il bancone. 
Brad lo reggeva fin troppo bene l'alcool, Jimmy invece si limita a qualche birra semplice. Non tocco più alcool, al contrario rubo la coca cola di Lucas che ghigna divertito.
"Credo sia meglio tornare, è tardi" Lucas sussurra contro il mio orecchio per sovrastare la musica, e io annuisco facendo cenno a Brad di seguirci fuori.
Torniamo tutti in auto, e io mi stranisco quando vedo la chiamata di mio padre arrivare sul cellulare. Perchè diavolo mi chiama a notte fonda?
"Pronto, papà?" salgo in auto e i miei amici si accigliano curiosi quanto me
"Hol, dove sei?" ha la voce tranquilla, quasi rilassata
"Brad sta per riaccompagnarci a casa, perchè?"
"Puoi passare in ospedale? Nel mio studio"
"Adesso?"
Qualcosa non va.
"Si, se puoi" sorride, ma che diavolo succede allora?
"Va bene, arrivo"
In circa dieci minuti Brad arriva all'ospedale di mio padre, e saluto velocemente gli altri dietro per poi entrare dentro.
Non c'è molto via vai stanotte, i corridoio sono silenziosi e nella sala d'attesa non c'è nessuno.  
"Hol" Travis mi prende sotto braccio, e io sorrido lasciandogli un bacio sulla guancia
"Allegro stasera?" mi acciglio divertita e lui scrolla le spalle
"Andiamo nell'ufficio di tuo padre, c'è una sorpresa per te" trilla, e io mi acciglio confusa.
Arriviamo al secondo piano e busso alla grande porta in acciaio, per poi entrare nel suo studio. 
"Dovresti cambiare l'etichetta alla porta. Invece del dottor Parker potresti scrivere Dottor Shepard" scrollo le spalle divertita, e lui alza gli occhi al cielo, seduto alla sua scrivania.
Qualcuno mi copre gli occhi da dietro e io mi blocco sul posto. Chi diavolo è?
"Ti sono mancato, piccola Hol?"
Questa voce. 
"O mio Dio" mi volto di scatto e sorrido quando vedo i soliti ricci castani, gli salto addosso abbracciandolo e lui ricambia la stretta mentre tutti ridacchiano in quella stanza.
"Non romperlo" scherza mio padre alzandosi 
"Marcus, che diavolo ci fai a New York" è così bello riaverlo qui. 
"Ne è passato di tempo eh, piccola Parker"
"Mi sei mancato così tanto, il nuovo assistente di papà è così noioso"
"Mi sei mancata tanto anche tu. Ma hey, sbaglio o sei cresciuta di parecchio?" scioglie l'abbraccio per ammirarmi, e io alzo gli occhi al cielo divertita.
"Allora non me ne sono accorto solo io" sospira il buon vecchio John
"La nostra piccola Olivia è cresciuta" mormora Travis fingendo di piangere
"Idiota" 
"Allora, cosa mi racconti?" Marcus prende posto sul divanetto e io lo affianco subito 
"Cosa? No, voglio sapere di te. Com'è andato il dottorato? L'hai finito o sei qui solo in vacanza? Hai fatto palestra? Com'è la Florida? Vivi in un appartamento, giusto? Hai un coinquilino? Cosa si fa di preciso durante un dottorato?" sono così euforica, ed è così bello riaverlo qui.
"Hol, calma" scoppia a ridere mio padre
"Vedo che non cambi mai" Marcus mi pizzica la guancia con un sorriso dolce "ho terminato il dottorato una settimana fa e ho deciso di fare domanda qui"
"Quindi resti?" 
"Si, e ho intenzione di lanciare una sperimentazione per una nuova cura contro il cancro" annuisce fiero
"Così magari poi sarai tu a salvarmi la vita" la butto sul ridere, e dalla sua faccia preoccupata capisco che ancora non lo sa
"Tu hai..." il suo volto è indecifrabile, e io annuisco appena, con un sorriso tranquillo
"Si, ho il cancro Marcus. Ancora"
"E' trattabile però" annuisce mio padre guardando il suo collega, e non più il suo assistente "con la tac abbiamo riscontrato una macchia tumorale non troppo grande e abbastanza facile da rimuovere, dobbiamo solo capire come muoverci" spiega brevemente
"Ora basta parlare del mio tumore. Hai parlato con Jamiee?" domando curiosa
"Olivia" mi richiama mio padre
"Tranquillo John, va bene" scuote il capo Marcus "no, non parlo con lei da un po'."
"E' un po' strano, non credi?" lo guardo curiosa e loro si accigliano "Anche lei è tornata, è una coincidenza?" tento, e mio padre mi guarda male.
"Ignorala e va a casa e riposa Mark. Inizi lunedì" 
Noto il modo in cui mio padre guarda Marcus, fiero, orgoglioso, e mi sorride il cuore. 
"Ti serve un passaggio?" annuisco e saluto velocemente Travis e mio padre, poi seguo Marcus fino alla sua auto tempestandolo di domande sulla sua vita in Florida. 
Dopo avermi racontato come ha passato questi anni, lo saluto per poi entrare a casa dei miei genitori.
Ly, dopo aver giocato con Jason tutto il pomeriggio, non è voluto tornare a casa, così è rimasto qui a dormire.
Quando torno, però, sento subito dei singhiozzi provenire dal soggiorno. Sfilo la giacca e raggiungo il divano, notando subito mia sorella in lacrime.
"Jamiee"
"Sorellina"
Si affretta ad asciugarsi le lacrime e tira su con il naso, spegnendo poi la tv davanti a noi.
"Che succede? Sei strana Jam, so che è successo qualcosa a Miami"
"Nulla, davvero. Non ti preoccupare" sorride per poi alzarsi "Dai, è tardi, abbiamo bisogno di dormire" mi fa cenno, per poi salire per prima le scale. 
Sospiro e decido di lasciar stare, almeno per ora. 
Vado in camera e noto che Ly dorme in camera con Jason, così infilo un pigiama comodo e mi metto a letto, cercando di non pensare a nulla.
Ma, chissà cosa sta facendo. 

La mattina successiva, mi sveglio con un lieve mal di testa. Noto subito un paio di occhi color ghiaccio fissi su di me, mi stiracchio e sorrido quando trovo Ly disteso al mio fianco.
"Buongiorno" trilla pimpante, è sempre felice quando è con Jason.
"Perché mi guardavi mentre dormivo? Sei inquietante"
"Ti guardo perché sei bella" scrolla le spalle, e io sorrido accarezzandogli i capelli arruffati "Hol, tu un giorno ti fidanzerai? Amerai qualcuno come il nonno John ama nonna Hannah? O come lo zio Lucas ama lo zio Jimmy?" Domanda con fare innocuo 
"Si, forse un giorno" 
"E quando ti sposerai e farai dei bambini, io tonerò in orfanotrofio?"
La sua domanda mi spiazza, lo guardo con un cipiglio confuso, e non posso fare a meno di notare il suo sguardo serio.
"Ly, tu fai parte della famiglia. Non vai da nessuna parte senza di me" lo afferro per i fianchi facendogli subito il solletico, e lui scoppia a ridere
"Zia Maddy ha detto che tu un tempo eri innamorata" fa con fare curioso, quando smetto di toccarlo 
"L'amore vero non finisce mai, piccolo"
"E allora perché non vi sposate?"
 Come lo spiego, ad un bambino?
"Perchè lui mi ha spezzato il cuore"  
"E tu non lo ami più ora?"
Sospiro, e lui, sveglio come sempre, capisce che l'argomento è più complicato di così. Sorride e mostra un ghigno malefico, poi si lancia in avanti allacciando le braccia intorno al mio collo
"John Cena" ulula arrampicandosi come un koala, facendomi scoppiare a ridere. 
Quando andiamo di sotto, lui corre accanto a mia madre, seduta al tavolo a fare colazione, Jason è davanti a lui, che gli riempie la tazza, a forma di dinosauro, con latte e cereali.
"Nonna, oggi posso andare al cinema con Jay e Vanessa?" domanda subito Ly
"Certo che puoi" annuisce ovvio Jay dandoti in cinque
"Ma veramente volevo portarti con me da Chloe, non ti vede da tanto" scuote il capo la mamma, ma mi dispiace per lei, non può competere con l'amore che prova per Jason, a volte sono gelosa anche io.
"Cosa dovrei dire io? Praticamente sono la madre, ma non lo vedo mai" rispondo sarcastica
"Mi compri il nuovo set dei dinosauri? Quello che abbiamo visto l'altro giorno nel negozio dei giocattoli vicino casa" tenta lui 
"Abbiamo un patto mi pare, dovevi tenere la tua camera in ordine per una settimana intera, poi te lo avrei comprato" mi acciglio e lui sospira, poi si alza e da bravo ammaliatore viene al mio fianco mostrandomi il solito broncio infantile 
"Eddai, mi manca solo quello e ho finito la collezione" mi supplica e io ridacchio attirandolo a me, gli circondo il petto con le braccia e lo tempesto di baci, facendogli contrarre il viso i una smorfia "Non respiro" mormora teatralmente, ma non lo lascio andare.
La mamma e Jason ridono divertiti, poi arriva anche Jamiee, con un paio di occhiaie e gli occhi gonfi a causa del pianto di stanotte. Ha un'aspetto orribile, si stringe nel cardigan e sembra molto stanco, ma cosa le succede?
"Tesoro" la mamma si stupisce preoccupata, e le fa cenno di sedersi al suo fianco, ma Jamiee guarda me e Ly che ci abbracciamo ridacchiando, poi si copre la bocca con le mani e inizia a piangere.
"Jamiee" Jason la chiama, ma lei corre su per le scale senza aggiungere niente
"Vado io. Ly, tu fai colazione, poi lavati i denti." 
Salgo al piano di sopra, raggiungo il bagno e appena sento dei rigurgiti, entro chiudendomi subito la porta alle spalle.
Mi chino accanto a mia sorella e le tengo i capelli, mentre lei vomita anche l'anima. 
Va avanti così per qualche minuti, poi rilassa le spalle e tossisce un'ultima volta. Si alza e si sciacqua il viso rosso, si appoggia poi al lavandino e inizia a mordersi l'unghia nervosamente.
"Cosa devo pensare, Jam?" domando attenta, e le lacrime iniziando a scendere silenziose sul suo volto.
"Sono incinta" annuisce tremante, e io ho un sussulto al cuore.
Non è possibile. 
Mia sorella è incinta. 
"E' una cosa bella, o brutta?" domando con calma
"Hol, non so che fare" ammette scuotendo il capo velocemente "Non lo sa ancora nessuno, neanche mamma e papà" continua tremante, e io sono ancora incredula. 
"Vuoi dire che sei scappata appena lo hai saputo? Ben ne ha idea, almeno?" non mi è mai piaciuto quel tizio, è al solo pensiero che farà presto parte della famigli come padre dei miei nipoti, mi fa rabbrividire. Io, mia sorella, l'ho sempre vista perfetta solo per Marcus.
"Hol, non è suo."
A quelle parole, sgrano gli occhi.
"Pensavo steste insieme ora"
"Infatti, stiamo insieme" annuisce fermamente
"Non capisco, Jam. Allora di chi è il bambino?"
"È di Marcus" 

In This LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora