19. Parker

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Questa mattina c'è il sole in tutta New York, si prospetta una bella giornata, ma non avevo idea che in realtà, avrei fatto meglio a restarmene a casa.
Appena entro, in ritardo come al mio solito, urto un ragazzo del primo anno che appena mi riconosce, sgrana gli occhi.
"Scusa"
"Non fa niente" si sistema la giacca nervosamente, per poi andare via. 
La lezione è già iniziata, così, dato che ormai sono già in ritardo, passo prima in bagno. 
lascio lo zaino accanto ad uno dei cubicoli del bagno, e sciacquo il viso con dell'acqua gelida. facendola scorrere anche sui polsi. Ho un leggero mal di testa e la nausea. 
Maledetti farmaci. 
"Scusa, tu sei Parker, giusto?" domanda una ragazza affiancandomi, e io annuisco tranquilla "volevo sapere se per caso le iscrizioni per la squadra femminile di basket sono ancora aperte"
"Non me ne occupo io ma il coach. Puoi andare in segreteria subito dopo le lezioni e richiede il modulo, poi vai da lui" spiego  
"Grazie mille" sorride gentilmente, peccato che poi, da uno dei cubicoli, quello accanto al mio zaino, escono Maya e due ragazze della sua squadra.
Da quanto sono qui? 
"Veronica" sorride il capitano, con fare velenoso "Ti avevo detto che non ti volevo nella squadra, sei debole" annuisce autoritaria.
Non al sopporto proprio, non capisco perchè è ancora lei il capitano della sua squadra. 
Neanche Madison era così stronza.
"Scusa" Veronica, la ragazza che mi aveva chiesto informazioni, si scusa a disagio
"Oh, ciao Olivia" guarda me, che mi limito ad un cenno con il capo "Veronica, non dovresti stare accanto a lei, potresti essere contagiata" mormora trattenendo una risata.
Cosa ha detto?
"Contagiata? Che storia è questa, adesso?" incrocio le braccia al petto e mi appoggio al lavabo, ridacchiando appena
"Oh scusa, è solo una voce che circola a scuola" annuisce la ragazza dietro di lei
"Una voce?" 
"Beh, il tuo tumore."
Il sorriso sparisce dal mio viso.
Il cuore si capovolge sottosopra.
Come diavolo fa a saperlo lei?
"Potresti mischiare sintomi che danneggino la salute di altri studenti e-" la blocco, incapace di ascoltare altre stupidaggini simili
"Chi ha messo in giro questa voce?" avanzo verso di lei, che non mostra timore, alzando il tono di voce incazzata.
"Lo sa tutta la scuola" annuisce ovvia, con quel solito ghigno da stronza "Io ho solo detto che tempo fa ti hanno diagnosticato una malattia e che potresti aver avuto una ricaduta, ma non volevo di certo farti passare per la cattiva, tesoro" spiega, con fare teatrale, e a quel punto perdo il freno. 
Spingo sull'acceleratore, a tutto gas. 
Afferro Maya per il colletto della camicia, spingendola con la schiena contro il muro alle sue spalle.
Sgrana gli occhi terrorizzata, non se lo aspettava, e neanche le sue amiche.
"Che cazzo hai raccontato" tuono dura, e sento la rabbia invadere ogni particella del mio corpo. "Lasciami subito" grida lei, ma non la lascio "Sei impazzita? Non toccarmi"
"Hai paura che ti contagi?" scherzo rabbiosa 
"Cazzo, chiamate qualcuno" una sua amica corre fuori, ma la ignoro, e non lascio andare Maya. La mia presa è salda su di lei, e vedo i suoi occhi riempirsi di rabbia e lacrime, che tuttavia non escono.
"Ascoltami bene brutta stronza, io non ho più il cancro da tre anni, mettitelo bene in testa. Prendi quel cazzo di telefono che hai sempre in mani e cerca su internet, vedrai poi che il cancro non si mischia, ignorante del cazzo" aumento la presa, e una lacrima sfugge al suo controllo "Se vuoi ancora giocare a basket tutta intera, dillo a tutti, o ti uccido Maya" minaccio fuori di me.
Cerca di liberarsi, è forte, ma io lo sono molto di più.
Nella mia testa, c'è una sola domanda: come ha fatto a scoprirlo?
"Io non dirò proprio niente" sputa lei, e io le sferro uno schiaffo in pieno viso, che d all via libera alle sue lacrime ridicole
"Che cazzo, Holly" due mani salde mi tirano via, facendomi allontanare da lei.
E' Andrew.
E con lui ci sono anche i ragazzi della squadra.
"Lasciami Andrew, non ho neanche iniziato con lei" mi dimeno, ma lui mi tiene fermamente.
Cody mi viene accanto e cerca di fermarmi, mentre Lincoln e Dylan si mettono in mezzo, per evitare che la colpisca ancora.
"Ti lascio, ma calmati" annuisce lui, poco convinto
"Che cazzo è successo?" domanda Cody scioccato
"Quella è pazza" grida Maya, ormai in preda ad un pianto isterico
"Sei solo una bugiarda del cazzo" sbotto arrabbiata, e avanzo verso di lei, ma Chad mi blocca.
"Che succede qui" un professore entra, seguito dalle due amiche di Maya, e da quella Vanessa.
"Che le hai detto per provocarla così, Maya?" domanda Darren con un cipiglio
"Ha detto a tutta la scuola che soffro di una malattia infettiva e che devono starmi alla larga" butto fuori, e ho voglia di colpirla ancora, ma Eric e Chad mi bloccano per le spalle.
"Non è vero, le ho solo detto che qualcuno ha messo in giro quella voce, ma non sono stata io, lo giuro" annuisce lei falsamente, poi guarda Dylan, e il mio cuore perde un battito "Dylan ti prego, credimi" supplica aggrappandosi al suo braccio.
Quindi, Clio non era l'unica?  
"Come fai a sapere che è stata lei?" Johnson mi guarda, e io stringo i pugni dalla rabbia, che da lei si sposta a lui in un secondo.
Non ci credo, mette in dubbio me, per lei?  
"È stata lei a dirmelo"
"Non è vero. Veronica, tu eri qui, diglielo anche tu" Maya fulmina la ragazzina dietro di noi, e so già come andrà a finire.
Lei vuole entrare nella squadra femminile.
"Non è stata Maya" mormora debolmente
"No, non è vero. Stanno mentendo" 
Questo è un cazzo di incubo. 
Ho voglia di ucciderla. 
"Mi dispiace per il tuo cancro, spero che ti riprenderai, ma non ho messo io quella voce in giro" mormora Maya tristemente, continuando con la sua sceneggiata.
"Il mio cancro non ti riguarda, ora sto bene e dovresti farti i maledetti affari tuoi" ringhio, come una belva inferocita, e i ragazzi si frappongono tra noi due, bloccando me, principalmente.
"Sicura di star bene? Perché allora, avevi queste nello zaino?" afferra dalla tasca uno dei flaconi pieni did farmaci che porto con me.
Cazzo, deve averli presi prima, mentre parlavo con Veronica. 
Gli occhi di tutti si spostano su di me, e io socchiudo i miei prendendo poi un respiro profondo. 
Non l'ho detto ancora a nessuno, solo Madison, Lucas e Cody lo sanno.
"È vero Hol? Sono tue queste?" domanda Lincoln incredulo, prendendo il flacone dalle mani di quella arpia.
"Parker, con me dal preside, ora" mi rimprovera il professore, ma io lo ignoro e recupero il mio zaino, per poi uscire fuori.
"Prof, ci penso io" è la voce di Cody, poi mi rincorre per il corridoio.  
"Hol, fermati cazzo. Se ora te ne vai così potrebbero sospenderti, e non puoi permettertelo, abbiamo la partita" mi ricorda, bloccandomi per un braccio.
"Lasciami stare, voglio tornare a casa mia"
"No, devi andare dal preside e spiegargli tutto"
"No, affatto. Tutti ormai sanno che sono malata e hanno paura di avere un contatto con me" ripenso al ragazzo di questa mattina, e a come si era pulito la giacca, dopo che lo avevo urtato.  
"Non so come abbia fatto Maya a scoprirlo, ma Holly, non eri e non sei infetta. Loro non sanno cosa cazzo dicono" scuote il capo
"Tutti le credono Cody, come faccio?"
"Capitano, il professore ha detto che se non vai dal preside sono guai seri" Fred ci raggiunge preoccupato.
Maledetto campionato, non posso andarmene. 
Vado nell'ufficio del preside e i ragazzi mi seguono, la segretaria però, intima che solo uno di loro può entrare a testimoniare, così il riccio entra con me.
"Preside Covinich" sorride Cody, cercando di diminuire i danni
"Allora, il professor Robinson ha detto che hai picchiato un'alunna" lui mi guarda e io alzo gli occhi al cielo
"Ha detto a tutta la scuola che sono infetta, ha detto a tutti del mio cancro, dov'è finita la politica della privacy?" lo provoco stufa
"Prenderò provvedimenti per questo" annuisce
"Dovete toglierle il ruolo di capitano" mi impunto, presa dalla rabbia che pompa in me.
"Non peggiorare la situazione, Parker" mi avvisa il preside autoritario "Prendo io le decisioni, qui"
Carico lo zaino in spalla, per poi uscire più incazzata di prima.
Evito di tornare a lezione, e raggiungo la palestra per cercare di scaricare un po' la rabbia, rilassare i nervi. 
Mi scoppia la testa, e non per il mio cancro. 
E' sempre tutto complicato.
"Cosa ci fai qui? Le lezioni sono iniziate da un pezzo" una voce alle mie spalle mi fa sussultare, ma sospiro quando vedo Lincoln, Cody, Andrew ed Eric.
"Anche voi non dovreste essere qui" si siedono al mio fianco, sulla panchina della palestra vuota, mentre Eric si piega sulle ginocchia, davanti a me.
"Capitano" Andrew si gratta il capo nervoso, poi sospira e decide di parlare "non ci vogliamo girare troppo intorno"
"Allora non fatelo"
"Hol, ci devi delle risposte" Eric mi guarda, e io scrollo le spalle.
"Si, è tornato. Ma è gestibile per ora, ho iniziato con l'immunoterapia, consiste nella somministrazione di farmaci che stimolano il sistema immunitario a riconoscere e a distruggere le cellule leucemiche. Mio padre è tranquillo, non l'ho neanche detto a mia madre, perchè è diverso questa volta. Starò bene, davvero, andrà bene" annuisco sicura, ma le mie rassicurazioni sembrano non interessargli, sono fermi alla prima frase.
"Quindi è tornato" sussurra Andrew, amareggiato e passandosi una mano sul viso
"Guarire al 100% è difficile, ci sarà sempre la possibilità che possa tornare"
"Tu starai bene" annuisce Lincoln sicuro, e io accenno un debole sorriso
"Certo che starà bene" Eric fa una smorfia, poi si alza e mi abbraccia forte, facendomi mancare l'aria.
"Concordo con il pelato" Lincoln si unisce all'abbraccio, e subito Cody ed Andrew ci raggiungono tra le risate di tutti e cinque.
"Ragazzi, così non respiro" mormoro, sepolta tra i loro corpi più muscolosi.
Grazie, ragazzi. 
Quando Dylan è andato via, senza di loro, non so se ci sarei riuscita ad arrivare fin dove sono ora.
Dopo le lezioni, in mensa, c'era più gente del solito, e ovviamente non mancavano i diversi mormorii quando passavo accanto alle persone. 
"Capitano" Darren sorride quando mi vede, e prendo posto al suo fianco al grande tavolo.
Ho troppa nausea per mangiare, ma cerco di buttare giù almeno il dolce, quello è proprio buono.
"Tieni" Chad mi sorride e mi passa il suo
"Ma dov'è Fred?" domando curiosa, e loro scrollano le spalle
"Hey" Dylan ci raggiunge e prende posto accanto mio. 
Cerco di non pensarci, di fingere che non abbia voglia di ucciderlo.
Ma nella mia mente, ho solo il pensiero che possa essere stato lui a dirlo a Maya.
"Dylan" una voce femminile alle nostre spalle attira l'attenzione dell'intero tavolo, tranne la mia, che continuo a mangiare indifferente il dolce che avevo appena fregato ad Andrew.
"Maya" Johnson si acciglia, poi sospira annoiato "Cosa c'è?"
"Volevo scusarmi con tutti voi" scrolla le spalle "soprattutto con te Parker, mi dispiace per ciò che è successo questa mattina"
Non rispondo, non mi volto neanche, ignorandola completamente. La sento sbuffare, ma continuo a mangiare il mio dolce senza prestarle attenzione.
Se mi giro adesso, potrei metterle le mani addosso. 
"Ti ha chiesto scusa, dovresti risponderle" borbotta Veronica, e ghigno quando vedo che si è già ambientata bene tra la squadra dei serpenti. 
Spazientita, lascio il dolce sul vassoio e mi alzo. La sedia struscia sul pavimento facendo rumore, e gli occhi di tutto il tavolo, compreso quelle delle ragazze, finiscono su di me. 
Respira Holly, non darle fuoco.
"Ascoltatemi bene" le guardo gelida, e Vanessa trema nelle spalle "Scuse rifiutate. Sempre se possono definirsi scuse. Lo so che lo avete fatto apposta, e credetemi, vi conviene mettere a tacere queste voci prima che-"
"Ragazzi" Fred, entra in mensa con il fiato corto e l'aria trasandata, poi appena ci vede, corre verso di noi trafelato
"Finalmente, muoviti a pranzare prima che finisce tutto" ridacchia Abel
"Dovete vedere... la palestra" balbetta, cercando di riprendere aria
"La palestra?" Lincoln si alza confuso, e noi recuperiamo le nostre cose per poi seguirlo in palestra, ma a me non sfugge però, il ghigno terrificante sul viso di Maya.
Com'era il detto? Non può andare peggio di così? Oh, si che può, può eccome. 
Bugiarda.
Raccomandata.
Infetta.

Lo zaino mi scivola dalla spalla finendo sul pavimento, ma non mi preoccupo di recuperarlo, troppo presa a fissare Los striscione attaccato al tabellone della palestra.
Bugiarda.
Raccomandata.
Infetta.

"O mio Dio" Eric è al mio fianco, esterrefatto come tutti gli altri.
"Che crudeltà" è una voce sconosciuta, segno che anche altri studenti stanno raggiungendo la palestra, curiosi. 
"È assurdo" grida Andrew, fuori di se, voltandosi verso la calca di studenti alle nostre spalle "chi cazzo è stato?" 
Bugiarda.
Raccomandata.
Infetta.
Ok, sul bugiarda ci sto lavorando, ma io non sono ne raccomandata, ne infetta.
"Ora basta" 
Dylan.
Raggiunge il tabellone, indicando il telo sopra di lui. 

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