38. Parker

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~Ho sempre avuto paura di perderti, senza mai avere la certezza che tu restassi. ~

Quanto dolore ti risparmi dormendo. Il problema è quando ti svegli.
Aprii piano gli occhi, la stanza intorno a me girava così li strizzai prima di mettermi a sedere. Portai una mano sulla fronte e scostai la coperta facendola arrivare fino alla vita.

"Michael?" domandai confusa notando la sua figura accanto al letto. Non c'era nessuno oltre a lui
"Che ci fai qui?" iniziai ad allarmarmi, che dovesse dirmi ciò che più temevo al momento?
"Calma, calma" mi sorrise dolcemente sedendosi sul letto
"Dimmi che... Dylan..." sussurrai con voce rotta
"Sono qui per parlare di te non di Dylan" precisò fermamente 
"Non è ancora tornato, vero?" sentii gli occhi pizzicarmi e quando lui annuì debolmente le lacrime iniziarono a scendere copiose sul mio viso. Mi affrettai ad asciugarle e tirai su con il naso per poi sorridere "Chissà perchè ci ricasco sempre" sussurrai con amarezza

"Hol, Marcus ha detto che devi stare a riposo, ti dimetteranno tra qualche giorno ma per il momento devi stare tranquilla, lascia che mi occupi io del resto" disse con tono gentile
"Perchè tu e non mio padre? Si può sapere che cavolo gli prende anche a lui?" sbuffai
"È un brutto periodo per John, ma stai tranquilla, tra poco lo vedrai"
"Dylan che va via, mio padre che sembra evitarmi" sospirai "Ma che cazzo mi sono svegliata a fare" mormorai

"Cosa? Sei forse impazzita" la voce di Marcus mi fece sussultare. Entrò in camera e mi guardò truce
"Ma cosa ne vuoi sapere tu" sbottai amaramente 
Mi alzai e tolsi la flebo dal braccio, dava dannatamente fastidio
"Io so per certo che tu ora ti metti seduta senza fare storie. Cazzo Hol, cosa ti sta succedendo? Questa non sei tu" mi indicò
"Credi che sia facile?" gridai indicandomi per poi guardare entrambi "Io non la reggo una seconda volta tutta quella situazione. Se Dylan è..." iniziai ma le parole mi morirono in gola

"Se io cosa?"

Sentii una voce alle mie spalle verso la porta, una voce che conoscevo fin troppo bene. Subito i miei occhi si riempirono di lacrime. Mi girai appena abbassando lo sguardo e stringendo i pugni
"Finalmente" sussurrò sollevato suo padre
"Dove sei stato?" domandò Marcus sospirando
"Avevo una cosa da fare, perché mi sembrate tutti nervosi e scombussolati?" domandò indicandoci tutti 
"Forse è meglio se li lasciamo un po' da soli" Disse Marcus e un attimo dopo sentii la porta chiudersi

"Quei due sono strani" sospirò e mi affrettai ad asciugare le lacrime "Hol?" non mi voltai ma prima che potessi dire qualcosa, venne davanti a me e mi afferrò il viso tra le mani alzandomelo costringendomi così a guardarlo negli occhi "Che hai piccola?" sentii la preoccupazione nella sua voce e quando incontrai i suoi occhi mi ci persi
"Sei un fottuto idiota" sbottai per poi liberarmi della sua presa

Iniziai a prenderlo a pugni sul petto nonostante sapessi che non gli avrei fatto male anche se stavo usando molta forza
"Amore, che è successo?" chiese una seconda volta sempre più allarmato, ma io non gli risposi e continuai a lasciar ricadere la mia rabbia su di lui insultandolo e picchiandolo
"Ti odio Dylan, ti odio cazzo" gli gridai contro prima di scoppiare a piangere ancora di più
"Hol...." sussurrò sgranando gli occhi
"Dove cazzo sei stato eh? Perchè non rispondevi, ho temuto che..." sussurrai tra le lacrime
"Cosa?" domandò lui ancora confuso
Mi asciugai velocemente le lacrime prima di andare verso la porta per evitarlo, ma lui fu più veloce e mi afferrò per il polso bloccandomi
"Lasciami stare Dylan" biascicai abbassando lo sguardo
"No cazzo, ora tu mi dici che ti prende" disse con tono duro e io lo guardai
"Davvero non ci arrivi?" sussurrai come se fosse una cosa del tutto ovvia
"No, io non capisc-...." si bloccò e mi guardò incredulo e con tristezza. Ci era arrivato "Hol, tu credevi che io..." mi liberai dalla sua presa e lo guardai con rabbia

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