"Pronto?" guardo mio fratello che annuisce annoiato, afferro l'ultima valigia e la carico in auto.
Regalare a Ly quella moto non è stata poi un'ottima idea, o almeno, avremmo prima dovuto pensare a come portarla nuovamente in città, dato che questa volta in auto con noi c'è Jimmy, e quindi meno spazio.
"Farla entrare è stata un'impresa" sospira Jim, andando poi verso il biondo
"Dobbiamo partire ora o faremo tardi" mi fa cenno Lincoln, e io annuisco intimando poi a Holly e gli altri tre di salire.
Ly si sistema dietro con Jimmy e Lucas, occupato a guardare i cartoni sul laptop che Madison gli ha prestato per il viaggio, mentre Hol è davanti con me, che sceglie la musica da mettere.
"Niente gruppi coreani" l'ammonisco, e lei sospira, ignorando tuttavia la mia raccomandazione.
Il suo telefono vibra, lei lo afferra al volo per poi staccare subito la chiamata, e ignorando i successivi tre messaggi che le arrivano simultaneamente.
"Tutto ok?" tento, e lei annuisce vaga
"Voi due vi amate come si amano un uomo e una donna?" la domanda curiosa di Ly ci fa scattare tutti in quell'abitacolo, che improvvisamente mi sembra più stretto del solito
"Ly..." lo richiama Holly
"No tranquilla, è naturale che sia curioso" scuote il capo Lucas tranquillamente per poi rivolgersi al bambino che aspetta una risposta "Vedi tesoro, io e Jimmy ci amiamo come si amano due persone innamorate" spiega
"Come si fa a capire quando uno è innamorato?"
"Beh, quando sei innamorato di una persona, la pensi sempre, ogni istante. Quando stai male è la prima persona che vorresti accanto, quando questa persona è felice lo sei anche tu, quando ti sorride il mondo sembra fermarsi. Faresti di tutto per stare insieme, vorresti stare sempre con lei o lui. L'amore è questo e tanto altro piccolo, lo capirai quando sarai più grande" spiega mio fratello dolcemente
"Io sono già innamorato allora" annuisce Ly sicuro delle sue parole, e Hol si volta di scatto gelosa più che mai
"A si? E di chi saresti innamorato?" domanda subito
"Della mia mamma" esclama lui naturalmente, e vedo la ragazza al mio fianco rilassarsi, mentre sorride soddisfatta.
Dopo circa mezz'ora, Lincoln mi chiama sul cellulare e ci chiede di fare una sosta poco più avanti. Ci fermiamo in una stazione di servizio perchè Blaire non si sente tanto bene, e subito cerchiamo una farmacia nei dintorni.
"Che hai tesoro?" domanda Madison all'amica, passandole una bibita fresca
"Ho lo stomaco sotto sopra" sbuffa lei, restando seduta in auto, con il viso verso la portiera aperta
"Ragazzi, noi facciamo il pieno" propone Eric allontanandosi per primo, e io lo seguo a ruota.
"Avete visto se c'è una farmacia?" Yole ci raggiunge preoccupata, e io scuoto il capo
"Ho cercato online, nulla"
"Blaire sta vomitando, crediamo sia un virus e non riesce neanche a reggersi in piedi" spiega ancora la rossa
"Vado da lei" si precipita Lin prima di correre verso la sua auto
"Dylan..." Ly mi strattona la giacca e lo guardo confuso "dov'è Hol?"
"Holly è dentro con Blaire che sta poco bene, torna presto" lo informai tranquillizzandolo
"No, Hol non era con noi" si intromette Yole guardandomi confusa.
Mi acciglio, guardando poi in direzione della mia auto, che però è vuota.
Dove diavolo è andata allora?
Lascio Ly a Yole e cerco Hol nel parcheggio della stazione di servizio, vedendola poi appoggiata ad un'auto, poco più distante da noi, che parla al telefono con fare annoiato.
"Ok. Si ho capito. Non lo so, ora ci siamo fermati non so quando ripartiremo. No, vorrei prima passare a casa. Papà ti prego. Ok. Ci sentiamo dopo." sospira posando il cellulare nella tasca della felpa.
La raggiungo e quando si accorge di me, forza un sorriso per poi scrollare le spalle.
"Mi opero"
"Lo so"
"Oggi" afferma, e io sgrano appena gli occhi "Mio padre mi ha appena detto che devono farlo prima che sia troppo tardi e non posso più rimandare"
No, è troppo presto cazzo, non ne abbiamo ancora parlato.
"Hai paura?"
"No, non ho paura" sorride "solo non mi aspettavo una chiamata così presto. Siamo solo al terzo giorno di Gennaio e mi sarei dovuta operare a fine mese, non ero pronta" ammette calma.
Afferro la sua mano e la porto sul mio petto, accennando un debole sorriso, per poi stringerla forte a me. La sento sospirare, mentre si scioglie fra le mie braccia.
potrà anche non avere paura, ma io si. Ho una paura fottuta di perderla.
Quando torniamo dagli altri, Olivia raggiunge Blaire e le poggia una mano sulla fronte, per misurarle la temperatura.
"Come ti senti?"
"Come se fossi appena uscita da una lavatrice" mormora lei nauseata
"Portiamola in ospedale per sicurezza, le abbiamo dato una medicina per il mal di pancia ma l'ha vomitato e c'erano anche residui di sangue. Credo sia davvero un brutto virus" si gratta il capo preoccupato Lincoln, sembra che stia impazzendo nel vederla così
"Maledizione" Hol indietreggia e si allontana dalla bruna, strofinandosi poi le mani tra di loro
"Che c'è?" si acciglia Cody
"Scusa B, ma non posso ammalarmi prima dell'operazione" afferma mortificata
"Hey, tra tranquilla davvero. Statemi tutti alla larga, evitiamo un collasso di gruppo" ridacchia lei, tornando poi a stendersi sul sedile davanti.
"Dai ragazzi, in macchina" fa segno Andrew battendo le mani sul cofano della sua auto
Torniamo in viaggio e non posso fare a meno di notare che il cellulare di Parker vibra ancora, e lei ignora la chiamata sospirando annoiata.
"E' Brad, non è vero?" domando a bruciapelo
"Si" sospira
"Giuro su Dio che se si avvicina ancora a te lo uccido questa volta" minaccio, cercando di restare calmo
"Dovrò affrontarlo prima o poi, solo... non adesso" scuote il capo debolmente, per poi allungarsi verso di me per lasciarmi un bacio sulla guancia
Lascio perdere per adesso, accontentandomi momentaneamente di quella risposta, e tornando a guidare verso la grande mela.
Quando torniamo finalmente a casa, accompagno prima Lucas e Jimmy, poi fermo l'auto sotto casa di Holly, intravedendo subito un broncio sul viso di Ly.
"Non mi piace tornare a casa dopo una vacanza" mormora con il naso arricciato e le labbra contorte in una smorfia
"Faremo un sacco di altri viaggi, promesso" sorrido tirando il freno a mano, spengendo poi il motore.
Quando vanno via, torno a casa mia per una doccia al volo e per sistemare le cose, devo sbrigarmi perché voglio andare da Holly e accompagnarla in ospedale.
"Dylan" la mamma è su di giri per il nostro ritorno, mentre mio padre si affaccia per controllare se l'auto è ancora intatta "Mi sei mancato tanto. Lucas? Non dirmi che è andato da Jimmy senza neanche prima passare a salutare sua madre? Che ingrato quel ragazzino. Ad ogni modo ti va una tazza di tè? Hai pranzato, vero?"
"Chloe maledizione, hai fatto venire il mal di testa persino a me" borbotta mio padre per poi salutarmi con una pacca sulla spalla
"Sto bene mamma, ho solo bisogno di una doccia calda, poi esco. Preparo un borsone e raggiungo Hol in ospedale " spiego e il sorriso di mia madre si spegne
"Ho già parato con John, dopo io e tua madre lo raggiungiamo in ospedale prima che inizi l'operazione, vorrei assicurarmi che sia calmo prima di entrare in sala operatoria"
"Papà credo che Hannah possa tranquillizzarlo più di quanto possa fare tu" ridacchio cercando di sdrammatizzare, ma non so perchè non ottengo l'effetto desiderato
"Olivia non te l'ha detto quindi..." mormora mia madre
"Cosa?"
"Ha convinto John a non dire nulla alla sua famiglia" sospira "Hannah, Jamiee e Jason non sanno nulla della ricaduta di Olivia. Lei ha accettato di operarsi a condizione che John non raccontasse nulla a nessuno, non so perchè a te l'abbia detto, neanche i suoi amici sanno che si opera oggi. Hannah terrà Ly con se e hanno inventato la scusa che Hol parte per raggiungere suo nonno, ha organizzato tutto nei minimi dettagli affinché nessuno sospettasse nulla" spiega contrariata "Sono settimane che evito Hannah, non mi va di mentire alla mia migliore amica"
Ogni volta che mi sembrava di fare un passo verso quella ragazza, salta semper fuori qualcosa o qualcuno che mi riporta alla realtà, e cioè che Olivia Parker sarà per sempre un passo avanti a me.
Sospiro e me ne torno in camera mia. Faccio subito una doccia veloce e mi cambio, infilando un paio di jeans neri e una maglia grigia semplice, afferro la felpa e la giacca per poi uscire di nuovo. Saluto i miei genitori per poi sfrecciare verso casa di Olivia, quando le mando un messaggio per informarle che sono qui, passano cinque minuti prima che ly sfrecci come un razzo fuori dall'enorme palazzo, correndo subito in auto con degli abiti diversi.
"Come mai così felice?" domando curioso, voltandomi verso il bambino, mentre Hol al mio fianco allaccia la cintura silenziosamente
"Perchè mamma ha detto che ora mi accompagna da zio Jason e che passerò con lui tutta la settimana" spiega sventolando in aria il suo pupazzo a forma di dinosauro blu e verde.
Guardo la ragazza la mio fianco che però evita il mio sguardo, facendo segno al piccolo di allacciare la cintura, tornando poi ad ignorare me. Parto verso casa Parker per accompagnare Ly, e nel mentre non posso fare a meno di perdermi ad osservarla.
Sembra nervosa, si tortura il labbro con i denti mordendolo forte, le mani tremano appena e sospira mentre osserva la città che scorre dal finestrino.
Porta i capelli sciolti e indossa un felpa nera con un paio di jeans, non ha nulla di particolare, eppure per me resta la creatura più bella di questo mondo. In tutta la sua semplicità.
"Zio" Ly salta giù dalla macchina e corre in braccio a Jason che ci aspettava all'ingresso della grande villa
"Ecco il mio ragazzo preferito. Ti sei divertito in montagna? Devi raccontarmi tutto"
Seguo Hol fuori dalla vettura e apro il bagagliaio per passare a Jason le valigie del piccolo, ma lui non mi saluta neanche, si limita ad un debole cenno con il capo, per poi tornare a sorridere al bambino.
"Tutto ciò che può servirti è nello zaino, chiama per qualsiasi cosa e ricorda che non gli permetto di mangiare più di 3 ciambelle al giorno, 5 il sabato e la domenica" spiega lei senza alcuna emozione in particolare
"Ma è un pozzo, non un bambino" commenta suo fratello divertito
"A letto entro le 10, accompagnalo a scuola in orario. Il martedì deve portare la merenda da casa, e ricordagli di lavarsi i denti. Ah, un'ultima cosa, odia i guanti e la sciarpa, ma tu faglieli indossare o cadrà malato, fa ancora troppo freddo a New York" spiega ancora lei, e mi sembra di sentire mia madre
"Agli ordini. Tu sta tranquilla, salutami il nonno" Jason gli fa l'occhiolino per poi portare dentro il piccolo.
"Tuo fratello mi odia" sospiro rassegnandomi
"Si ricrederanno anche loro, dagli tempo. Dopotutto per loro sei Los bronzo che mi ha abbandonata" scherza lei, peccato che non rido affatto alle sue parole.
Raggiungiamo l'ospedale e appena arriviamo, non mi sorprendo di notare che la stanza della figlia del dottor Parker è sempre la stessa.
"Hey" la mia ragazza saluta Marcus e Travis che sono già in camera, occupati ad osservare delle ecografie contro la lavagna al muro.
Lascio cadere la valigia accanto al letto e faccio un cenno in direzione dei due, sfilando poi la giacca.
"Eccovi" mormora Travis distrattamente
"Già a lavoro?"
"Si" annuisce Marcus "Ti faremo subito dei controlli per assicurarci che la temperatura sia normale e che nona abbia influenza o qualche virus" spiega poi tranquillamente, iniziando subito.
Dopo qualche prelievo e degli accertamenti generali, passati seduto sul divano in camera ad ascoltare i racconti di Marcus sulla gravidanza di Jamiee, i due medici vanno verso i laboratori per far analizzare il campione del suo sangue.
Osservo Parker stretta nei pantaloni di una tuta e la felpa dei Boston Celtics di suo padre, gioca con l'elastico al suo polso e mi guarda con fare serio
"Dovresti andare" la sua voce è calma, ma so che sta cercando di nascondere la preoccupazione.
Sospiro e mi alzo, la raggiungo con un lieve sorriso sarcastico e le abbasso il cappuccio sistemandole poi i capelli spettinati.
"Non so che idea ti sia fatta piccola Parker, ma io resto qui" la informo deciso
"Ci sarà la mia famiglia con me, sta tranquillo, puoi andare"
La guardo attentamente, e noto che la sua bravura nel mentire non è cambiata dopo tanti anni.
"Quale famiglia, quella che non sa che ti operi tra qualche ora?" domando retorico, e lei sospira socchiudendo gli occhi stancamente "Perchè continui a mentire?"
"Non devi restare qui" scuote ancora il capo, e io proprio non capisco il perchè di tanta ostinazione
"Hol-"
"No. Mi dispiace di averti mentito, davvero, ma devi andare via. Ho ricattato mio padre per non fargli dire nulla alla mamma e ho supplicato Marcus di non dire nulla a Jamiee, consapevole che se mai dovessero scoprirlo saranno guai per tutti loro.
Stavo bene finalmente, avevano smesso di preoccuparsi per me, non voglio che soffrano ancora a causa mia"
"Hai così tanta paura di essere un peso per gli altri che ti ritrovi sempre allo stesso punto. Quello di partenza. Da sola"
"Mi va bene stare da sola, posso farcela"
"Oh, ma iOS o che puoi farcela. Sei la persona più forte che io conosca Olivia Parker" lascio cadere le braccia lungo il corpo "Ma neanche la persona più forte di questo mondo dovrebbe affrontare una simile cosa da solo" ammetto sincero "E' la tua famiglia, ti vogliono bene, non puoi impedirgli di preoccuparsi per te, e non puoi decidere al posto loro. Non rifarei gli stessi errori del passato, piccola"
"Smettila, tanto non glielo dirò. Non dovevi saperlo neanche tu" sospira e io la guardo incredulo, non può dire sul serio
"Infatti, dopotutto, mentire ti riesce così bene" la indico furioso, afferrando il cellulare sul divano per poi uscire da quella stanza.
Tuttavia non lascio l'ospedale, raggiungo il piano terra, andando verso le macchinette, sorridendo involontariamente quando mi ritrovo a fissare l'angolo tra l'ascensore e il distributore di bevande."Cazzo" impreca la ragazza davanti a me con la felpa sporca di cioccolata bollente
"E guarda dove vai" sbuffo, passandomi le mani sulla giacca sgualcita, per poi rivolgerle uno sguardo assassino
"Come, scusa? Sei tu che mi sei venuto addosso" alza la voce, indicandosi furiosa la felpa sporca
Beh, in effetti...
"Se non sai camminare non è certo colpa mia" la provoco sorridendole.
Non l'ho mai vista prima, ma cazzo se è bella.Sono passati quasi quattro anni da allora, eppure a me sembra solo ieri. Era tutto più semplice all'ora.
Sospiro, premendo il pulsante per un caffè senza zucchero. Quando afferro il bicchiere di carta bollente lo porto alle labbra, e faccio per tornare al piano di sopra, ma mi fermo, quando mi ritrovo la mia ragazza davanti.
Si dondola sui talloni a disagio, la felpa lunga le copre le mani, ma so che se le sta torturando, così come il suo labbro preso a morsi.
"Mi dispiace" mormora, e io mi ritrovo a sorriderle appena "Non te lo meriti, non ne avevo il diritto. Solo..."
"Cosa"
"E se vai via anche questa volta?"
Per questo non voleva dirmelo...
Sospiro, getto il bicchiere vuoto nel cestino al mio fianco e la raggiungo. La mia mano scivola lungo il suo braccio, incrociando la sua mano fredda sotto il tessuto verde. Gioco con le sue dita mentre le mie labbra si posano sulla sua fronte, e con l'altro braccio la stringo a me.
"Io non vado da nessuna parte, Hol. E' una promessa"
"Anche quella volta lo hai promesso" la sua voce è rotta, sta trattenendo le lacrime.
Le afferro delicatamente il viso fra le mani, sorridendole mentre i nostri nasi si scontrano dolcemente.
"E' una promessa" scuoto il capo, incastrano quelle parole nei nostri sguardi.
Io resto Hol, questa volta, e per sempre.
Io non me ne vado.
"Prendetevi una stanza, cazzo"
Mi volto confuso, riconoscendo la voce del mio migliore amico ovunque. Vedo subito la sagoma bionda e riccioluta di quell'idiota di Cody, e Madison al suo fianco stretta in una tutina rosa e bianca.
"Che ci fate qui?"
"Abbiamo accompagnato Blaire, continuava a vomitare e Lincoln stava entrando in una sorta di panico, così li abbiamo accompagnati, ci sono anche Margaret e Andrew" scrolla le spalle Mad "piuttosto, voi che ci fate qui?" si acciglia, indicandoci con fare indagatore. Sa che nascondiamo qualcosa.
"Beh, noi..."
"Oggi mi opero" la voce calma e tranquilla di Hol mi stupisce, ma mi limito a rivolgerle un'occhiolino fiero.
E' così forte.
Madison assottiglia lo sguardo, sospira e si avvicina a Hol per sferrarle un pugno sulla spalla.
"Sei impazzita" sbotta dolorante
"Lo hai fatto di nuovo, ma cosa diavolo hai in quella testa vuota? Sei proprio una stronza, lo sai, Parker?" Madison alza appena il tono di voce, e Hol sorride appena, per poi abbracciarla, cercando di farla calmare
"Mi dispiace, avrei dovuto dirvelo" sospira con un lieve sorriso
"Starai been?" domanda Cody, e lei annuisce per poi farmi cenno di andare
"Aggiornatemi su Blaire"
E' quasi ora, è meglio andare.
Quando torniamo in camera, troviamo John con un'infermiera, pronta per preparare Olivia.
L'infermiera l'aiuta a prepararsi, aspetto fuori con John, che mi rivolge un sorriso forzato, per poi tornare ad ignorarmi, per parlare con alcuni medici dell'operazione.
Quando la porta si apre, Travis spinge fuori la barella con sopra la mia ragazza. Ha i capelli sciolti, indossa un camice bianco e ha un braccialetto al polso con il suo nome e il gruppo sanguigno.
"C'è il tuo principe azzurro" sorride Rosa affiancandomi.
Mi alzo e mi appoggio al letto di Hol, in mezzo al corridoio, per poterla salutare. Le sistemo i capelli dietro l'orecchio e non posso far a meno di baciarla, mentre suo padre si schiarisce la gola dietro di noi. La guardo negli occhi e sospiro, non so perchè, ma ho una paura fottuta.
"Non fare quella faccia Johnson, ci rivediamo tra qualche ora" poggia al fronte alla mia, e mi sorride.
E io lo sento, tutto l'amore che prova per me, ed è bellissimo.
Ma non basta a farmi calmare.
Perchè non a me?
Perchè non posso esserci io, al posto suo, su questo letto?
Vorrei strapparle via la sua malattia, fino a sanguinare, fino a morire per lei.
Io, che ho sempre e solo desiderato proteggerla, mi ritrovo ancora una volta qui, a guardarla entrare in quella sala operatoria, e trovandomi a pregare un Dio che non so se esiste, nella sala d'attesa di un'ospedale.
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In This Life
RomanceLa cosa più brutta è guardare con occhi diversi qualcuno. Che prima era speciale e poi diventa come tutti gli altri •Sequel di : "In Another Life"• ***** { il libro è stato completamente scritto da me, ma potresti imbatterti in alcune frasi o citazi...