16. Johnson

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La gente perde la testa quando sta per perdere chi ama.
Io ormai sono condannato.
Ho perso la persona che amo, e ho perso anche la testa.
Ho perso tutto me stesso da quando lei non mi ama più.
La verità è che io senza lei non sto bene. E' come se mi mancasse una parte. La parte più grande. La parte più bella. Quella che avrà per sempre lei.
E giuro che non mi arrendo, almeno non fino a quando non saprà tutta la verità.
Ma prima del nostro amore, devo tenere ben impresso in mente il mio obiettivo.
Il mio unico obiettivo: tenerla al sicuro.
Conta solo questo, per me. 

"Che ci fai qui, da solo pre giunta?" non la conosco, ma mi sembra di averla già vista con Eric, una o due volte. 
"E' la camera di Cody, non vuole nessuno qui. Faresti meglio a tornare di sotto" sbotto, senza guardarla, perchè non mi importa niente
"Piacere, sono Clio" la ragazza mi porge la mano, io resto seduto sul letto del mio migliore amico, annoiato persino da lei 
"Chiudi la porta quando esci" 
 la porta chiudersi, ma poi dei passi, segno che è ancora qui. E' stata una giornata di merda, non ho bisogno di questa qui che complichi ancora di più le cose.
"Senti, non mi interessa-"
"Stai con Parker?" domanda improvvisamente, troppo curiosa per i miei gusti 
E' davvero bella, i lunghi capelli neri le cadono sulle spalle, avvolgendo la schiena nuda, la gonna lascia in bella vista le sue gambe lunghe e snelle, i suoi occhi sembrano due ghiacciai. Ma non ha lentiggini, i suoi occhi sono troppo chiari, e i suoi capelli troppo scuri, non arriccia il naso quando è infastidita o ha freddo, non mi sbraita contro, e non è lei che amo. Non è Parker.
"Fatti i cazzi tuoi"
"Come siamo nervosi" ridacchia, e porta le mani sul suo top corto, alzandolo e rivelando il seno sodo e nudo.
Sbuffo e guardo altrove, se lei non vuole andarsene, me ne vado io.
La supero, ma lei assottiglia lo sguardo, e mi spintona sul letto, per poi sbottonarmi con un gesto veloce la toppa dei pantaloni.
"Ma che diavolo ti sei messa in testa" mi salta a cavalcioni, e io sbuffo pronto a togliermela di dosso, ma lei dice qualcosa che mi destabilizza "Vi ho sentito oggi in palestra, tu la ami, chissà però quanto ci metterai ad accorgerti che lei, non ama te"
Cerco di ribattere, ma le parole non mi escono, e si bloccano in gola. Fisso velenoso i suoi occhi e con rabbia le stringo il polso sottile, mentre lei fa una smorfia di dolore.
"Sei impazzito? Mi fai male-"
La porta si spalanca, e in un secondo, vengo catapultato dai suoi occhi, gli occhi che più amo al mondo.
Il mio unico obiettivo: tenerla al sicuro.  
Mi odia.
Glielo leggo negli occhi, nei movimenti, glielo leggo in viso. 
Parker mi odia, e non me lo perdonerà mai.
E' delusa, ferita, e io mi sento sporco, come se avessi fatto qualcosa. 
Ma io voglio solo te.
Sempre. 

Quando va via, la seguo immediatamente, ma c'è troppa folla, troppa gente accalcata nel corridoio, e la perdo subito di vista.
"Hai visto Holly?" afferro Lincoln per la camicia così da farlo fermare tra la folla
"No, perché è successo qualcosa?"
"Lascia stare" mi allontano e torno a cercarla.
Esco in giardino, giro per tutta la casa, ma nulla, eppure deve essere ancora qui. Madison è con Andrew, di conseguenza non saprebbe come tornare. Porto le mani tra i capelli disperato, devo vederla, devo spiegarle. Tutto.
No, non posso. Tutto no. 
Non posso spiegargli il vero motivo della mia partenza. Non ancora, o sarebbe in pericolo. 
Il mio unico obiettivo: tenerla al sicuro. 
"Johnson" quando mi volto, mi arriva un pugno dritto in faccia. Non sento dolore, non sento più niente da quando lei non è più con me.
"Eric" Clio è in lacrime, dietro la figura del suo ragazzo, ben presto ex  suppongo. 
Abel e Chad lo bloccano subito per le spalle, e poco a poco anche gli altri escono per assister, richiamati dalle urla probabilmente. 
A me non importa, mi massaggio la mascella e torno a guardarmi intorno velocemente.
"Che sta succedendo?" Cody mi affianca confuso, e dietro di lui ci sono i fratelli Foster.
"Ti stavi per scopare la mia ragazza, brutto bastardo" ringhia Eric, liberandosi con forza dei suoi amici puntando dritto su di me, ma Darren e Fred lo bloccano prima che potesse arrivare a colpirmi ancora.
"Dylan, tu-" mormora Cody indicandomi incredulo
"No, cazzo no. E' stata lei che mi si è buttata addosso" scrollo le spalle continuando a guardarmi intorno, disperato.
Ma dov'è finita?
"Ti ammazzo, sei morto cazzo"
"Dylan" Abel mi fronteggia con fare sicuro "fai parte della squadra ora, noi siamo come una famiglia, non ci comportiamo così tra di noi" mi punta un dito contro
"Dovrebbe tenersi la sua ragazza con il guinzaglio allora"
E se fosse ancora nella casa? Forse cerca Madison.
"Sai cosa Johnson, è per questo che Holly ti ha lasciato, è per questo che sei scappato via tempo fa, è per questo che ora tu sei dannatamente solo." Mi sputa in faccia Eric rabbioso "dannazione amico ma guardati, tu sei un ipocrita del cazzo, pensi solo a te stesso e ferisci tutti quelli che ti stanno intorno, sei un emerito fallito"
"Figlio di puttana" ringhio e avanzo verso di lui, ma Lincoln ed Andrew mi bloccano subito per le spalle.
"Ok, ora calmiamoci tutti" tuona Cody "credo sia meglio se-"
"Cody" Madison corre verso il riccio terrorizzata, gli sussurra qualcosa all'orecchio, che destabilizza anche lui.
"Ne riparliamo più tardi, cazzo" indica sconnessamente me e ed Eric "Andrew, manda tutti via. La festa è finita" annuisce verso l'amico, per poi correre verso la sua auto, seguito da Madison.
Mando un messaggio a Holly per assicurarmi che stesse bene, scrivendole poi che ho bisogno di parlarle.
Poi me ne torno a casa, troppo stanco di tutti loro.
Oltrepasso la porta di casa mia stando attento a non fare rumore per non svegliare nessuno. Non sia mai che i miei tornino a rompere. Raggiungo camera mia e dopo una doccia veloce mi getto sul letto con addosso solo i pantaloncini del pigiama.
Ho la testa sottosopra. Sospiro, stanco. Troppi pensieri, troppe preoccupazioni, tutto troppo complicato.  
Il mio cellulare vibra, e quando leggo il nome sul display mi si congela il sangue nelle vene.
Non è paura.
E' rabbia.
"Ti aspetto al parco tra 10 minuti, non fare tardi, dobbiamo parlare" ecco la fonte dei miei problemi.
Mi vesto al volo, afferro le chiavi della moto e torno di sotto, sento dei passi nella camera dei miei genitori, ed esco prima di poterli vedere. Cazzo, li ho svegliati.
Raggiungo il parco in poco tempo, spengo la moto e la lascio fuori, bloccando la ruota posteriore. Entro dal cancello lasciato sempre aperto, poi sotto il solito palo lampeggiante, accanto a delle panchine in mezzo al sentiero, vedo la sagoma incappucciata che mi aspetta.
Vorrei ucciderlo, ma non devo perdere di vista l'obiettivo.

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