Capitolo 9.

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Per farla breve, erano le tre di notte circa, ed io ero seduta sulle scale del mio condominio ad accarezzare la testolina del mio cane, che si era addormentato sulle mie gambe.

Terence era arrivato un'ora e mezza fa, con una macchina della polizia e con un altro poliziotto, presumibilmente un suo collega di turno.

Stavano controllando il mio appartamento da quand'erano arrivati, ed io oltre a congelare avevo un sonno tremendo, forse nemmeno mi stavo rendendo conto che dei ladri erano entrati nel mio appartamento e che se fossi stata a casa forse mi avrebbero potuto fare del male.

<< Per fortuna non le hanno rubato niente, il proprietario del condominio mi ha detto al telefono che non era mai successa una cosa del genere e che domani verrà a controllare i danni alla porta e cambierà la serratura >> disse il collega di Terence uscendo dal mio appartamento con lui affianco.

<< Per fortuna che non c'era lei in casa, vuoi dire >> gli rispose Terence, mentre lui annuì impercettibilmente.

Mi alzai senza svegliare il mio cane e mi avvicinai a loro per ascoltarli e per capire che cosa avrei dovuto fare, ora che il mio appartamento era inagibile.

Se lo stronzo del proprietario del mio condominio non si era preso la briga di venire a quest'ora a risolvere il problema della mia serratura, allora io dove avrei dovuto dormire?

<< Scusatemi, avete detto domattina? >> chiesi io sconcertata, pensando che mio padre e mia madre non avrebbero dovuto scoprire di questa situazione, o che altrimenti non mi avrebbero più lasciata vivere qui.

<< Purtroppo si, avrai qualcuno da cui andare no? >> mi chiese quel poliziotto di cui non sapevo ancora il nome, lasciandomi fissarlo con gli occhi sgranati << Io comunque devo ritornare al mio turno o il maresciallo Brentwood mi fa fuori, fammi sapere Terence quando sei libero per andare da Murphy's >> continuò lui, senza nemmeno guardarmi e allontanandosi di fretta con la radiolina che emetteva suoni insensati.

<< Si, ti faccio sapere domani >> gli rispose Terence salutandolo, mentre io fissai la porta d'ingresso per un attimo, lasciando cadere le braccia sui fianchi sconsolata.

Si girò poi a guardarmi e fece un lungo sospiro, mentre io lo guardai per un attimo.

<< Allora, chiami tua madre? >> mi chiese lui ovvio, non sapendo che se glie lo avessi detto mi avrebbe murato viva.

Rimasi a fissarlo per un attimo, soffermandomi su ogni particolare del suo volto e rendendomi conti di essermi fatta aiutare dall'ultima persona che mi sarei mai aspettata.

<< No! >> dissi riprendendomi
dall'incanto << O come minimo mi rinchiude in casa sua, Jake proprio non risponde? >> gli chiesi io, mentre lui scosse la testa.

<< No avendo avuto la giornata libera sarà in giro con gli altri >> spiegò Terence, scrutandomi assonnato e sbadigliando.

Mi fece tenerezza e mi scappò un sorriso, mentre lui si sfregò gli occhi e rimase per un attimo a fissare il mio cane dormire sulle scale.

<< Tranquillo comunque, vai pure a casa, ti ringrazio davvero >> gli dissi, mentre lui spostò lo sguardo verso di me.

<< Dove dormirai? >> mi chiese lui, alzando un sopracciglio con un velo di preoccupazione.

<< Dormirò qui, intanto non dovrebbe succedere più nulla visto che mi hanno già derubata e per la porta appoggerò una sedia o un qualcosa del genere >> gli risposi aprendo la porta già aperta e scassinata e sorridendogli.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora