Capitolo 10.

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<< Si, sto bene >> dissi per la milionesima volta guardandomi le unghie scocciata.

Ero ad una riunione di famiglia, così mio padre l'aveva nominata quando lo avevo chiamato al telefono per dirgli che dei ladri erano entrati nel mio appartamento; eravamo seduti tutti sul grande tavolo mentre parlavamo di quello che era successo, o almeno, mentre i miei genitori urlavano spaventati ad ogni mia affermazione.

<< Perché non ci hai chiamati subito? >> squittì mia madre, allargando le braccia e guardandomi con un cipiglio sul volto.

<< Volevo evitare questo >> borbottai indicandoli.

<< Volevi evitarlo?! ma ti sembra normale?! Pensa se fossi stata dentro casa! Se ti avessero rapita! >> sbottò mio padre.

<< Pensa! Saresti morta zitella >> mia madre si mise una mano sui capelli ed io la fissai male.

<< Non è successo! sono viva e vegeta! >> dissi indicandomi la faccia.

<< Infatti, se sta bene non vedo dove sia il problema >> s'intromise mio fratello aiutandomi.

<< E tu dov'eri razza d'imbecille? >> gli chiese mio papà mentre mio fratello appoggiò le braccia dietro al collo, tutto tranquillo.

Per lui era facile, non lo sgridavano mai per niente, soprattutto se non c'entrava molto.

<< Ero in giro con i miei amici, cosa potevo saperne io? >> chiese ovvio Jake, mentre mio padre gli tirò un'occhiataccia.

<< Tesoro, non poteva saperlo! >> sussurrò mia madre a mio padre, difendendolo.

<< Non ci posso credere >> si accarezzò la fronte, per poi guardarmi << Devo farvi ancora le ramanzine come quando avevate cinque anni >> continuò esasperato mio papà.

Per quanto dicesse che era lui a sgridarci, alla fine non lo aveva mai fatto, era sempre stata mamma quella un po' più dura.
Mio padre non aveva mai azzardato a urlarmi addosso o a tirarmi qualche sberla, mia madre dal canto suo si.

<< Tecnicamente la pazza isterica era
mamma >> affermai disinvolta indicandola, mentre lei mi tirò un'occhiataccia.

<< E comunque l'ha aiutata Terence, da quel che mi ha detto Jason >> borbottò mio fratello, fissandomi eloquente.

Quel Jason, che era il poliziotto che aveva accompagnato Terence per venire da me, aveva spifferato tutto, spione qual era.
E ora, mio fratello, mi stava tirando una freccia grossa quanto una palla da bowling.

<< Terence? >> urlò mia madre, sorridendo esageratamente e guardandomi con gli occhi spalancati, come se ora le rivelassi di aver scelto lui come uomo della mia vita.

<< No, suo fratello >> ironizzai io, mentre lei si ricompose stranita, non capendomi.

<< Non vive qui suo fratello >> bofonchiò Jake, scuotendo la testa, mentre mio padre interruppe queste domande insensate.

<< Hanno rubato qualcosa? >> mi chiese mio padre sbuffando, mentre mia madre lo guardò storto per aver cambiato argomento, come se il fatto che Terence fosse venuto ad aiutarmi fosse piú importante.

<< No, abbiamo controllato, sembrava esserci tutto >> gli spiegai, appoggiando i gomiti sul tavolo, mentre lui mi guardò annuendo.

<< Chi ha controllato? Terence? >> si sedette Malefica fissandomi estasiata, mentre io scossi la testa scocciata.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora