Capitolo 39.

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Entrammo in casa sua e lui appoggiò le chiavi sul tavolo, mi tolsi anche io il cappotto e lo appoggiai a mia volta sul tavolo mentre lui in silenzio si diresse in cucina e prese in mano una bottiglia di latte.

<< Che fai? >> gli chiesi entrando anche io in cucina, mentre lo osservavo tirare fuori due tazze.

<< Non ho bibite oltre all'acqua e al latte, quindi pensavo di farmi una tazza di cereali, a te va? >> mi guardò con la bottiglia di latte a mezz'aria mentre io lo guardai con un mezzo sorriso.

Capii che non aveva intenzione di parlare di ciò che era successo.
Quindi non provai nemmeno a fargli domande inutili che probabilmente lo avrebbero solo fatto arrabbiare.

<< Va bene >> dissi avvicinandomi mentre lui versò il latte nelle tazze.

<< Ma lo sai che si versano prima i cereali del latte? >> gli domandai retoricamente mentre lui alzò un sopracciglio.

<< Ho sempre versato prima il latte >> mi rispose lui, mentre io scossi la testa.

<< Hai sempre sbagliato allora >> continuai io, mentre lui si girò divertito.

Mi sedetti sullo sgabello davanti all'isola ed aspettai un attimo con un sorriso a trentadue denti vergognoso.

<< Allora sta sera ti renderai conto di cosa ti sei persa in tutto questo tempo a fare sempre ciò che dicono sia giusto fare >> disse lui mettendomi la tazza con i cereali davanti.

Fissai quella tazza, per un attimo interdetta, mentre lui si sedette davanti a me e incominciò a mangiare i cereali facendo una smorfia molto probabilmente per il dolore al labbro.
Presi una cucchiaiata e mangiai i cereali.

<< Allora? >> mi chiese lui, sogghignando.

<< Mmm buona questa tazza di cereali
ribelle >> commentai io con la bocca piena di latte e cereali ridendo; rise anche lui continuando a mangiare mentre io presi un fazzoletto di carta per pulirmi.

<< Non hai mai sgarrato eh? >> mi chiese lui, mentre io ci pensai un attimo.

<< Si invece, non sono così santarellina come credi >> dissi io, cercando nella mia memoria qualche cavolata fatta in passato.

<< Ad esempio? >> m'incalzò lui.

<< Beh.. >> ci pensai ancora << Ho fatto molte cose! Una volta all'elementari avevo portato a casa per le vacanze di Natale il pesciolino della classe per prendermene cura.. era tipo una mascot >> incominciai, mentre lui annuí bevendo il latte.

<< Continua >> disse.

<< E poi non so come, una mattina mi sono svegliata ed era morto per chissà quale motivo, fatto sta che ne ho comprato uno identico, e quando sono ritornata a scuola non ho detto nulla, ma ho fatto finta che fosse lo stesso che mi ero portata a casa! >> lo guardai io, incrociando le braccia al petto mentre lui mi guardò per un attimo.

Scoppiò a ridere, sotto il mio sguardo aggrottato, e subito dopo si portò una mano al labbro quando rincominciò a colargli del sangue per aver riaperto il taglietto, senza però riuscire a smettere di ridere.

<< Mi stai prendendo in giro? >> gli chiesi.

<< Io non ci credo >> disse ridendo ancora, mentre gli puntai il dito contro.

<< Guarda, ti sta uscendo ancora sangue questo è il karma! >> gli feci notare.

<< Mi sa che l'unica esperienza elettrizzante nella tua vita sia aver baciato me >> disse lui provocatorio, mentre io cercai di non nascondere il mio rosicare per essere riuscito a zittirmi.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora