Capitolo 37.

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Andai davanti allo specchio e mi guardai a lungo, fissando quell'abito rosso, che scendeva morbido e che dettagliava il mio corpo.
Era semplice ma allo stesso tempo cadeva all'occhio, e non mi dispiaceva, per una volta volevo farmi notare da qualcuno, e Dio solo sa da chi.

Mi sentivo bella, non in un modo vanitoso, ma in quel modo da farmi stare bene, dal non preoccuparmi di come sarei uscita se di lì a poco avrei bevuto troppo, ballato troppo, o riso troppo.

Decisi che poteva bastare e ritornai nel mio salotto dove pronto e tutto in tiro c'era Jake che stava prendendo le chiavi della mia macchina.
Mi guardò e mi sorrise, passandomi il mio cappotto.

<< Sembri un pomodoro >> mi disse schernendomi e aprendo la porta per uscire.

<< E tu un maggiordomo >> commentai io, mentre chiuse la serratura alle nostre spalle.

Scesi le scale con quei tacchi non troppo alti, scelti appositamente per la paura di cadere e una volta entrati in macchina ci avviammo alla festa per l'anniversario di Jess e Robbie.

Provavo una certa ansia inspiegabile, sentivo la mia pancia brontolare nonostante avessi mangiato un piatto di pasta.
E forse era proprio questo il problema, molto probabilmente avrei dovuto rivoltare il tutto perché una nausea assurda mi pervase.

<< Tutto apposto? >> mi chiese mio fratello, mentre mi accarezzai il ventre con una faccia penosa.

<< Mh mh >> annuì io, pensando al fatto che a volte sparavo di quelle bugie inutili.

<< Cinque minuti e siamo arrivati >> disse lui, forse per calmarmi, notando che qualcosa non andava.

Cercai di lasciar perdere la nausea e di smettere di fissare il mio vestito e arrivammo davanti alla location dove si sarebbe tenuta la festa.
Notai che qualche invitato era fuori a fumare, davanti a quel maestoso palazzo che la maggior parte di noi conosceva.
Jake parcheggiò la macchina e subito dopo scendemmo per entrare dentro.

La sala era davvero grande, luci rosse e oro illuminavano le pareti e la pista da ballo.
Tavoli tondi incorniciavano i lati della stanza, con centrotavola fiorati dei medesimi colori.

Mi avvicinai a Katie, lasciandomi alle spalle Jake, che da sola beveva un cocktail seduta davanti al bancone.

<< Ma chi é questa incantevole
signorina? >> sibilai ingrossando la voce vicino al suo orecchio.

<< Cath! >> disse lei facendo finta di essere disgustata, per poi leccarmi velocemente la guancia e ridere.

<< Che schifo Katie! >> dissi io allontanandomi immediatamente e pulendomi con la mano la guancia
destra << Come rovinarmi il trucco >> borbottai.

<< Che schianto! Questo vestito è stupendo ma dove l'hai preso? >> cinguettò lei alzandosi dallo sgabello sotto lo sguardo divertito del barista.

<< Visto >> dissi facendo una piroette in modo teatrale.

Ci abbracciammo e mi complimentai anche io per il suo delizioso vestito rosa confetto.
Katie era sempre impeccabile e puntigliosa sul suo aspetto, a differenza mia.

<< Ma che belle le mie amiche >> urlò Jess con un bicchiere di champagne in mano aggiungendosi all'abbraccio tra me e Katie.

Mi girai a guardarla e spalancai gli occhi da quanto si era fatta bella.

<< Non ti riconosco! >> sorrisi io aprendo le braccia con enfasi.

<< E tu chi vuoi conquistare con questo vestito rosso? >> mi fissò lei facendo uno sguardo perverso.

Risi e lei ci prese sottobraccio conducendoci da altri invitati.
Mi guardai attorno ma di Terence non c'era traccia, mi fermai a parlare con un amico di Robbie che non vedevo da almeno un anno, Alexander.

Mi passò un calice di champagne e mi raccontò del suo ultimo viaggio fatto a ottobre in Thailandia, mi disse che se soltanto avessi voluto, avrei potuto fargli uno squillo per farne uno insieme a lui e insieme a Jess e Robbie.

<< Mi hanno detto che è meravigliosa
la Thailandia >> gli dissi, all'inizio sinceramente interessata, ma dopo incominciò a parlare senza sosta e non potei far altro che annuire annoiata.

<< Si lo è, il posto è magnifico, le persone sono umili e disponibili, mi ha cambiato, devo dirti la verità >> mi disse Alexander, mentre con un falso sorriso mi girai a guardarmi intorno, senza notare nessuno di nuovo << Mi sento migliore, me lo ha detto anche mia zia e .. >>

Finí il mio calice di champagne con una veloce sorsata e appoggiai sul tavolo il bicchiere.

<< Oh! Tu guarda ho finito lo champagne, vado a prenderne un altro, tu ne vuoi un altro per caso? >> dissi velocemente per liberarmi di lui.

<< Già finito? No, grazie il mio è pieno, vuoi che ti accompagno? >> mi chiese pronto ad alzarsi mentre io lo bloccai.

<< No ma che dici, arrivo subito
tranquillo >> mi alzai io e me ne andai tirando un sospiro di sollievo.

Mi avvicinai al bancone e imbronciata chiesi al barista un Martini, che in fretta me lo passò, mi girai con il mio drink in mano e guardai la sala piena zeppa d'invitati, eppure Jess mi aveva detto che non ci sarebbe stata poi così tanta gente.
Katie si era fermata a parlare con un invitato, che aveva conosciuto al corso di ballo a cui si era iscritta qualche tempo fa.
Jess e Robbie salutavano invitati su invitati.

Fissai le persone, poi mi soffermai su Alexander che era seduto a parlare con una signora anziana, Beatrice nonché la nonna di Robbie, che prontamente alzò la mano e la sventolò verso qualcuno.

Guardai il punto in cui Beatrice richiamò l'attenzione e vidi Jake affiancato da Terence, e finalmente un'emozione strana mi pervase il cuore.
Indossava una camicia bianca e aveva sbottonato i primi tre bottoni, facendo intravedere una parte del tatuaggio che già avevo notato a Woodstock a casa dei suoi genitori, aveva arrotolato le maniche fino ai gomiti e in mano teneva un calice di champagne, le lunghe gambe erano slanciate da dei pantaloni neri a sigaretta e i capelli li aveva pettinati all'indietro; inutile dire che persi un battito.

Lo fissai per un attimo, mentre si avvicinò con una camminata spavalda a Beatrice per poi darle un abbraccio, sotto lo sguardo di quel Alexander.
Volevo che mi notasse, volevo che si girasse e mi raggiungesse e che mi dicesse che ero carina o che stavo bene.

Un bambino correndo arrivò dalla mia parte, distogliendomi l'attenzione e s'infiltrò a lato tra lo sgabello su cui ero seduta ed il bancone, facendomi traballare.

<< Senti marmocchio, levati di torno o mi farai cadere >> gli dissi io seccata, per avermi tirato il vestito.

Lui mi fece una pernacchia e se ne andò via facendomi sbuffare, ma subito dopo lo vidi ritornare con un altro bambino, tutti e due s'infiltrarono e mi tirarono di nuovo il vestito mentre io in fretta e furia mi alzai arrabbiata per sgridarli, ma nella foga presi con il gomito il bicchiere di Martini facendolo cadere al suolo e questo si frantumò in mille pezzi.

Sbarrai gli occhi mentre sentì degli sguardi puntarsi su di me, con in sottofondo le risate dei due bambini e la musica.
Biascicai un scusate, diventando rossa quanto il vestito e per fortuna Jess e Robbie salirono sul piccolo palco e presero in mano il microfono.

<< Buona sera a tutti! >> urlò quest'ultima distogliendo l'attenzione da me e dal bicchiere, l'attenzione di tutti, tranne che di Terence che mi guardò da lontano con un sorrisetto niente male.

<< Non voglio rubare tempo a questa festa, vi ringrazio soltanto per essere qui e v'invito a un brindisi, sempre che non vengano rotti tutti i bicchieri >> continuò lei facendo ridere la sala, mentre tutti brindarono.

Ritornai a guardare Terence da lontano e ricambiai il suo sguardo con un sorriso da ebete e lui alzò il bicchiere mimando un "cin cin" da lontano.

Di certo ero riuscita a farmi notare ma non come avevo sperato.
Solo che se ogni qual volta avessi fatto cadere un bicchiere lui mi avrebbe guardata in quel modo come stava facendo in quel momento, avrei riempito mezza sala di cocci di vetro.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora