La notte era portatrice di belle cose, mi aveva detto una volta mia nonna.Ed era vero in un certo senso, se guardavi il cielo i tuoi occhi brillavano come le stelle, e per un po' pensavi alle piccole cose, alle cose a cui non facevi mai caso o a cui non davi mai realmente peso, era portatrice di cose belle perché ti faceva rendere conto che tu, le cose belle ce le avevi già.
Mi mancava tanto mia nonna, lei era grande, grande di cuore, era un donna spigliata, coraggiosa, era una di quelle che comandava, che faceva quello che voleva e che se ne fregava del parere altrui, era una di quelle persone che ti aiutava quando avevi bisogno, una di quelle che ti dava sempre la forza di alzarti dal letto la mattina, una che ti spronava per farti fare sempre di più, era una di quelle che ti faceva pensare su cose a cui non pensavi mai, una che se non avevi voglia d'imparare ti costringeva.
Quando la persi a sedici anni, una parte di me se ne andò via con lei. Per me era stata tutto, era stata quella persone su cui contare, era stata la spalla forte su cui appoggiarmi, era stata la via dove camminare per ritornare a casa. Mi mancava così tanto, la cercavo ogni volta tra le stelle, in quel cielo così immenso e buio che regalava solo cose belle.
La cercavo affianco alla luna, che se mi fissava triste e malinconica smettevo di guardare, perché mia nonna non lo avrebbe permesso, mia nonna se fosse stata vicino alla luna l'avrebbe fatta sorridere.Erano le una di notte, ed io stavo camminando, subito dopo essere uscita dal pub poco tempo fa.
Mi facevano male un po' i piedi, ma a differenza delle altre volte non ero molto stanca, anche se John ci aveva fatto correre qua e là come delle forsennate a me e a Sasha.Ero diretta verso casa, con la testa leggera, senza pensieri, o almeno non con molti.
Fissai i miei stivaletti neri, e schiacciai una pozzanghera che la pioggia aveva lasciato prima. L'atmosfera era decisamente tranquilla, rilassante.
Mi fermai davanti a Papo's fissando l'interno, rimaneva aperto 24h su 24, quindi non mi stupii che fosse aperto, anche perché oltre a venirci sempre con Katie e Jess, dopo il lavoro mi fermavo qualche volta anche io, solitamente quando finivo un po' più presto.Entrai senza pensarci su, e il campanello della porta richiamò l'attenzione di Blevio.
Si girò con un sorrisone, facendo comparire le fossette sulle guance ricoperte da una barbetta grigia. I suoi occhi azzurri si addolcirono immediatamente, e le sue piccole rughe comparvero ai lati.
Era un uomo di almeno cinquantacinque anni, era bello seppur di una età discutibile, ma portava indiscutibilmente bene gli anni.
Eravamo amici ormai, faceva sempre il turno di notte, e ci facevamo entrambi compagnia quando io ritornavo dal pub e non sapevo cosa fare a casa sola, e lui invece doveva rimanere qui a lavorare la notte.<< Chi si rivede dopo tanto tempo, pensavo mi avessi rimpiazzato con un altro bel uomo molto più giovane e molto più affascinante di me! >> scherzò lui, finendo di asciugare un bicchiere.
<< A dir la verità, sei insostituibile Blevio, dico sul serio >> dissi io, sedendomi davanti al bancone.
Mi tolsi il cappotto rimanendo con la divisa addosso, mi feci una coda e mi arrotolai le maniche della camicia, appoggiando i gomiti sul ripiano in legno.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> mi chiese lui sorridente, forse l'unico ad essere felice di vedermi.
<< Oh certo! Fammi perfavore un Blended Whisky >> gli comunicai subito, senza esitare.
<< È successo qualcosa? >> mi domandò, iniziando a preparamelo.
Scossi la testa guardandolo incantata. Eppure sentivo di dovermi aprire, sentivo di averne bisogno quella sera.
<< Sai.. prima stavo pensando a mia
nonna.. >> confessai, liberandomi di uno strano nodo alla gola << E mi manca davvero tanto >> mi morsi il labbro.

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Scusa se ti amo
ChickLit[COMPLETA] Catherine Boulevard a ventitré anni è in uno stato confusionario della sua vita. Vive in un piccolo appartamento nella cinquantaduesima strada a New York insieme a Puzzolo, il suo magnifico Golden Retriever che l'aiuta nei momenti di ango...