Capitolo 40.

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Un piccolo rumore riacheggiò nella stanza, facendomi aprire gli occhi lentamente.
Respirai con la bocca impastata e misi a fuoco la finestra davanti a me.
Mi resi subito conto di non essere nella mia camera, nel mio appartamento, con Puzzolo affianco. Bensì affianco a me c'era una persona, di certo non il mio cane.
Un braccio mi cingeva la vita ma non sentivo il busto di Terence attaccato a me come mi ricordavo. Girai lentamente la testa e lo vidi, a pancia in giù e con la faccia spiaccicata sul cuscino, ma con il braccio che lo stesso mi cingeva.
Mi chiedevo come fosse possibile assumere quella posizione e addirittura dormirci.
Era bello, ancora di più mentre dormiva, mentre non mostrava il suo solito viso impertinente, sembrava innocuo, forse anche troppo.

Mi guardai, il vestito rosso ormai tutto stropicciato e non osavo immaginare il mio viso o i miei capelli.
Decisi comunque di non alzarlo, volevo evitare l'imbarazzo del giorno dopo, così lentamente presi il suo braccio e lo alzai per spostarlo sul materasso cercando lentamente di levarmi, ma la presa si fece più forte sul mio bacino e in poco ritornai nella posizione di prima.
Rimasi un attimo immobile, mentre il silenzio pervase di nuovo la stanza, e mentre io ragionai per un secondo di più.

Non era possibile fare questo gesto nel sonno, Terence stava maldestramente fingendo, anche perché mosse il piede subito dopo.
Lo fissai con uno sguardo serio, finché non intravidi un minuscolo accenno di sorriso che subito mascherò, che mi fece capire che avevo ragione.
Decisi di girarmi completamente dalla sua parte e di avvicinarmi con il viso per metterlo alla prova.
Rimasi immobile per un po' di tempo, notando che lui non aveva intenzione di smetterla con questo giochetto, così subito misi in atto il mio stupido piano avvicinandomi alla sua guancia e mordendolo forte.

Sentì un grugnito prima ancora che io mi staccai e feci una piccolissima risata gloriosa, assumendo uno sguardo di sfida subito dopo.

<< Che fai? >> disse lui girandosi a petto in su e bloccandomi con le braccia dopo che io riuscì a morderlo, e Dio che petto che aveva.

<< Tu perché fingevi? >> lo guardai io provocandolo con un sorrisetto, mentre lui mi guardò divertito.

<< Non stavo fingendo >> mi disse mentre io mi avvicinai di nuovo per mordergli la mano.

<< Ok ok ok >> disse lui bloccandomi e guardandomi cercando di trattenere un sorriso << Buongiorno anche a te
comunque >> continuò furbo, mentre io non lo calcolai.

<< Lo ammetti quindi che stavi fingendo e che non volevi lasciarmi andare? >> gli chiesi, mentre lui alzò un sopracciglio.

<< Questo non è vero >> disse, mentre io lo guardai scettica.

<< Allora non è un problema se me ne vado adesso? >> gli chiesi ancora provocatoria, mentre lui mi fissò mantenendo quello sguardo di sfida.

<< No >> disse, mentre io assunsi un teatrale sguardo di indifferenza.

<< Allora penso proprio che me ne
andrò >> conclusi fintamente piccata, mentre mi alzai dal suo busto sotto il suo sguardo attento.

Prima ancora che riuscissi ad alzarmi dal letto, sentì le sue mani prendermi per i fianchi e ributtarmici dentro e con uno scattò rapido capovolse la posizione di prima mettendosi lui con solo il busto sopra al mio.

<< Se si gioca, si gioca fino alla fine >> gli sussurrai ad un palmo dal suo viso, mentre lui tirò fuori il sorrisetto impertinente di nuovo.

<< Infatti il gioco non è ancora finito >> disse lui avvicinandosi ancora di più fino a darmi un bacio leggero.

Così leggero che alzai la testa dal cuscino per unire le nostre labbra ancora di più.
Altro che imbarazzo mattutino, Terence approfondì subito il bacio facendomi riappoggiare la testa sul cuscino e appoggiando anche il braccio destro affianco al mio viso.
Nemmeno da appena svegli riuscivamo a stare tranquilli, fosse stato per me, non mi sarei più staccata da ieri sera.
I suoi baci erano diventati ormai un'esigenza, un piacere a cui nessuno di noi due voleva sottrarsi, la sua lingua s'intrecciava morbida con la mia, mentre sentivo il mio cuore battere forte già appena sveglia.
Come di consuetudine sentì il mio cellulare sopra al comodino affianco a me vibrare, segno che qualcuno ci stava interrompendo, ogni qual volta ci baciassimo, come se tutte le persone che ci conoscessero sapessero del fatto che stavamo facendo un qualcosa per il quale interromperci.
Terence a fatica si staccò da me, ma io sorridendo lo spinsi leggermente, fino a farlo staccare completamente, per poi girarmi e prendere il mio cellulare per rispondere a Jess.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora