Capitolo 36.

16.3K 461 6
                                    







Avevo passato una nottata insonne, a rigirarmi tra quelle coperte e su quel letto sconosciuto, a fissare una parete che non era la mia.
La stanza degli ospiti a casa dei genitori di Robbie era a dir poco inquietante di notte.
Ma l'inquietudine era stata spazzata via dai pensieri, rivolti ad una sola persona.

Era successo di nuovo, forse non come prima di partire, quando c'era stato quel bacio in macchina, ma ci eravamo comunque baciati a stampo, e solo a quel tocco leggero il mio cuore era schizzato dritto in gola, come se avessi voluto regalarglielo.
Era strana quella sensazione di adrenalina che mi era partita in quella cucina, e tutto quel calore, e l'avrei baciato molto di più di quel sfiorarsi se soltanto Jess non ci avesse interrotti.

Non so che cosa stava succedendo, ma addirittura il senso di colpa che provavo nei confronti di Jake era stato rimpiazzato, semplicemente da Terence.

Era sbagliato e la mia testa me lo aveva ripetuto un miliardo di volte, ma c'era qualcosa che non mi bloccava quando dovevo essere bloccata.

<< Cath? Ci sei? >> sentii bussare e sbuffai, pensando che Jess era riuscita non solo a interrompere ieri me e Terence, ma anche i miei pensieri.

<< Apri >> borbottai, mentre rimasi rannicchiata sotto le coperte con lo sguardo rivolto verso la porta.

<< Che cosa ci fai ancora lì sdraiata? Dobbiamo assolutamente ripartire, alzati
forza! >> alzò la voce lanciandomi un peluche che trovò sulla sedia affianco alla porta.

<< Ma perché così presto? >> le dissi mentre mi girai a guardare l'orario << Jess sono le fottutissime cinque del mattino! Siete per caso impazziti? >>

<< No tesoro, soltanto che Robbie deve aprire l'officina alle sette, e ci mettiamo un'ora ad andare verso il centro di New York, e soprattutto dobbiamo passare da tua zia a portarle quelle luride tazzine, quindi vedi di alzare il tuo culo e di muoverti! >> continuò lei mentre io guardandola male mi alzai dal letto.

<< Grandioso >> affermai prima di sbadigliare rumorosamente.

Fu così che in quindici minuti, riuscii a prepararmi e a prendere tutte le mie cose, e in altri cinque a salutare i genitori di Robbie e a entrare in macchina, questa volta nel posto davanti, poiché Jess e Robbie incominciarono a sbaciucchiarsi prima di entrare e decisero senza spiaccicare una sola parola, di sedersi nei posti di dietro.
Non che mi dispiacesse sinceramente, l'idea che sarei rimasta affianco a Terence per un'ora circa, mi elettrizzò immediatamente, soprattutto quando fece un sorrisetto che non mi passò inosservato, e che lui nemmeno tentò di nascondere.

Fu così che arrivammo a casa di mia zia Lily, che tecnicamente non era mia zia, dove entrai ovviamente soltanto io, poiché Jess e Robbie dormivano rannicchiati e a Terence avevo detto che poteva stare in macchina, mi salutò felice e lo diventò ancora di più quando le diedi le tazzine, mi regalò un rosario e a malincuore mi lasciò andar via dopo essersi resa conto che non sarei potuta andare con lei in chiesa.

Rientrai in macchina, sotto lo sguardo di Terence e i respiri soffusi dei miei due amici dietro che dormivano beatamente.

<< Beati loro >> commentai facendo un cenno e Terence ridacchiò mentre ingranò la marcia e partì.

Rimanemmo per un attimo in silenzio con in sottofondo una canzone che non conoscevo, finché lui non aprí bocca.

<< Hai dormito bene? >> mi chiese, mentre io lo guardai un attimo.

<< Si >> mentii io, pensando a quanto non avessi dormito per nulla << Tu? >> continuai a fissarlo, mentre lui prese la curva a sinistra.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora