Portai gli ultimi piatti in cucina insieme all'aiuto di Sara, e risi all'idea che mia madre avrebbe dovuto lavarli tutti.
Solitamente non ero così cattiva, ma dopo le battutine che aveva fatto oggi su di me e dopo a come mi aveva trattata a tavola, mi sollevava l'idea che avrebbe dovuto faticare un pochetto.
Uscimmo tutte e due dalla cucina ridendo senza un preciso motivo e poi andai a sedermi su di una sedia libera, eravamo tutti attorno al tavolo, tranne mia nonna materna e mio nonno paterno che se ne erano andati a fare una dormita.Mio padre, Jake, Terence, Robbie e Paul stavano giocando a carte, mentre noi altri eravamo nello stesso tavolo a chiacchierare.
<< Domani a che ore partirete? >> chiese mia madre a Jess, che osservava Robbie giocare.
<< Devi chiederlo a loro due, io non ne ho idea >> rispose Jess, prendendo una carta dal mazzo di Robbie e giocandola.
<< In realtà non ci abbiamo pensato.. >> rispose Terence guardando Robbie.
<< Verso mattina penso, ma non abbiamo deciso un orario in effetti.. >> disse Robbie sculacciando la mano a Jess che lo guardò male.
<< La sorella di mia madre vive a Woodstock, è da tempo che non vado là >> commentò mia madre.
<< Nessuno ha voglia di andare dalla zia pazzoide che vi ritrovate >> disse Jake, fissando le sue carte concentrato.
<< La zia Lily non è pazza, è semplicemente fissata con Dio >> spiegò mia zia Brittney, sorseggiando il suo caffè.
<< Si invece che lo è, una volta si è messa a sbattere la testa contro il muro dicendo che le faceva bene >> ribattei io.
<< Beh dovresti andare a farle una visita per vedere se davvero le ha fatto bene, se vuoi ti accompagnamo noi! >> disse Jess, sghignazzando.
<< Credo sia una buona idea Jess.. >> si aggiunse mia madre, sotto il mio sguardo sconcertato.
<< Certo che no! Cosa devo andare a fare da zia Lily? >> chiesi stupita dal fatto che mia madre avesse abboccato alla provocazione di Jess.
<< Una visita, così puoi portarle anche le tazze che le avevo preso in prestito >> continuò mamma senza rendersi conto che in quel momento la volevo uccidere e che stava proponendo una proposta che non avrei accettato nemmeno sotto tortura.
<< Glie le porterai tu un'altra volta, non mettermi in mezzo a queste faccende! >> sbuffai tirandomi indietro.
<< Secondo me potresti schiarirti le idee con questo viaggetto figlia mia >> disse mio padre, mandandomi chiaramente una frecciatina che captai in quel momento solo io.
Mio fratello si mise a ridere, mettendo un pugno davanti alla bocca per cercare di trattenersi.
<< Intanto per noi non è un problema portarti >> rise Jess, facendomi l'occhiolino e ribadendo per la milionesima volta che mi avrebbero accompagnata loro, solo perché non voleva subirsi i genitori di Robbie.
<< Stai zitta >> gli intimai io con uno sguardo di ghiaccio.
Non avevo intenzione di partire per Woodstock solo per vedere la zia di mia madre fuori di testa, non avrei dormito con quella donna nemmeno se mi avessero pagata, era assolutamente assurda la sola idea di andarci.
<< E invece no! Jess ha avuto una grandissima idea, vado a prendere le tazze e a metterle nello scatolone >> decise mia madre alzandosi e andandosene in cucina.
<< No no no! Mamma non farlo >> trasudai io preoccupata, sotto le risate di Robbie, Jess, Jake e addirittura Terence e Paul.
Li guardai imbambolata e stupita del fatto che nessuno stesse dalla mia parte.
Mi girai verso mio padre che stava controllando le sue carte senza degnarmi di uno sguardo.<< Papà.. fai qualcosa >> gli chiesi in preda al panico sotto il suo sguardo totalmente indifferente.
<< Questa volta sono d'accordo con tua madre! >> disse con una voce orribilmente falsa, soltanto per farmi un dispetto per la litigata che avevamo fatto il giorno prima.
<< Non ci posso credere.. >> mi misi una mano in fronte sprofondando sulla sedia.
<< Pesa un po' questo scatolone! Ma non procurerà problemi... penso >> continuò mia madre urlando dalla cucina.
Cercai di prendere fiato e pensai a che cosa fare per svignarmela.
La zia Lily era una donna fissata con la religione cattolica, tutte le mattine la sveglia alle sei era di consuetudine come le preghiere rivolte all'ave Maria, e l'ultima volta che ci ero stata avevo pregato di più in quei tre giorni che in tutta la mia vita.<< Ho vinto! >> esultò Jess alzandosi e buttando una carta in mezzo al mazzo facendoci girare tutti verso di lei.
<< Abbiamo vinto.. >> disse Robbie girandosi e guardandola male.
<< Si si come vuoi.. dobbiamo andare o domani non ci alzeremo manco morti >> disse lei girandosi verso di noi e
puntandomi << Dormi bene Cath ti veniamo a prendere domattina >> rise poi di gusto, mentre incominciò a salutare tutti quanti insieme a Robbie.Mi alzai anche io dal tavolo, perché mi veniva da piangere solo all'idea dei prossimi due giorni con la zia Lily, e fui seguita da Paul, Sara e Terence.
<< Anche noi dobbiamo assolutamente andare o ci metteremo troppo >> disse Paul, con affianco Sara che si stiracchiava.
<< Ma che state a dire? >> tuonò mia
madre << Non ve ne andrete a quest'ora tarda! Vi ho già preparato i letti, intanto Cath non dormirà qua quindi Brittney andrà a dormire nella sua stanza! >> continuò mia madre facendoli risedere.<< Ma non vogliamo cacciare Cath da casa
sua >> disse Sara ridendo.<< No tranquilla Sara, mi fate un grosso
favore >> borbottai io cercando di non farmi sentire ma con scarso successo.<< Non ascoltarla! Comunque sarai stanca Sara, dai andate a dormire forza >> gli ordinò mia madre da vera padrona di casa.
<< Vado anche io.. >> disse Terence con un mezzo sorriso << Grazie per la serata davvero, e buon ringraziamento ancora >> aggiunse, mentre mia madre lo guardò con degli occhi a cuoricino.
<< È stato un piacere averti con noi, sai che sei sempre il benvenuto Terence >> gli disse mia madre con un sorriso a trentadue denti.
<< Ciao Jeki >> disse Terence salutando con una stretta di mano mio fratello che si era disteso sul tavolo con in mano ancora le sue carte.
<< Oh aspetta Terence non dimenticare mia figlia! >> urlò mia madre facendomi sgranare gli occhi << Tieni Cath ecco lo scatolone con le tazzine da portare a Lily miraccomando >> aggiunse e mi buttò letteralmente lo scatolone addosso.
<< Santo Cielo >> dissi piegandomi per prenderlo saldamente << Tu sei... >> grugnì io, ma poi mi bloccai << Ciao, buona notte
va >> borbottai infine, senza aprire discussioni e uscendo seguita da Terence da quella casa di matti.

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Scusa se ti amo
ChickLit[COMPLETA] Catherine Boulevard a ventitré anni è in uno stato confusionario della sua vita. Vive in un piccolo appartamento nella cinquantaduesima strada a New York insieme a Puzzolo, il suo magnifico Golden Retriever che l'aiuta nei momenti di ango...