Capitolo 11.

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<< Cath! Prepara due birre e portale al tavolo ventiquattro >> mi disse John, facendomi imprecare mentalmente.

Lo avrei strozzato oggi, mi stava alle calcagne come una mosca nel culo di una vacca, era insopportabile, molto probabilmente pensava avessi dei super poteri che mi permettessero di andare a servire tre tavoli contemporaneamente, perché non si sarebbe spiegato il suo comportamento altrimenti, anche se faceva molto spesso così.

<< Faccio io, vai a prendere le ordinazioni al tavolo otto >> mi rassicurò Sasha, sorridendomi con il fiatone.

Stavamo letteralmente correndo, oggi era pieno perché c'era una partita importante di Baseball, quindi una ciurma di uomini, ragazzi e anche donne avevano riempito il pub, facendo sgobbare le sole, due cameriere: io e Sasha.

<< Grazie >> le sorrisi, andando verso il tavolo a prendere le ordinazioni per poi mi avvicinarmi al bancone, dove c'era Fabio, il barman.

<< Due Mojito >> gli comunicai, appoggiandomi al bancone esausta << Voglio uccidermi! È pieno di gente, li vedi quelli del tavolo sei, loro figlio non ha fatto altro che piagnucolare per il gelato alla fragola, si è aggrappato alla mia gamba supplicandomi, come se fossi una gelataia, li ho detto che non vendiamo gelato, ma lui ha continuato, li ho regalato il mio ghiacciolo che dovevo mangiarmi per cena, quindi adesso non ho più una cena! >> gli raccontai rassegnata.

<< Si ho visto come ti guardava quel piccoletto! Io e Sasha abbiamo riso tutto il tempo >> sorrise lui, facendo spuntare una fossetta, possibile che assomigliasse tantissimo ad Harry Styles? Glie lo avevo fatto presente un sacco di volte, ma lui mi cacciava sempre con una bracciata, dicendomi che era più bello.

Non risposi e mi girai a guardare il pub, era uno spazio piuttosto grande, occupato da tavoli rotondi neri, contornati da poltrone color rosso, come le pareti.
La maggior parte degli uomini andavano a sedersi al bancone dove John serviva i vini, cercavano di farci amicizia, nella speranza che lui li offrisse da bere, ma purtroppo per loro, John sceglieva accuratamente i suoi amici e non si faceva prendere in giro da nessuno.

<< Ehi Cath, ma quelli non sono mica gli amici di tuo fratello? >> mi chiese Sasha avvicinandosi a me e indicandomi degli uomini.

Sgranai gli occhi, quando vidi Dan, Robert e Terence entrare.
Mi venne quasi da svenire, e cercai subito un modo per nascondermi e non farmi vedere.

Mi abbassai spaventata, quando li vidi avvicinarsi verso di noi, gattonai fino ad arrivare alle gambe di Fabio che mi guardò male.

<< Se John ti becca.. ti licenzia di certo questa volta >> sussurrò lui corrucciando le sopracciglia e fissandomi male.

<< Shhh! sta zitto e servili, quando se ne vanno dimmelo >> l'ammonì io, ricambiando lo sguardo.

<< Salve ragazzi! Cosa vi preparo? >> chiese lui con fare simpatico, rivolgendosi agli amici di mio fratello.

<< Tre martini, grazie >> riconobbi Dan che gli rispose.

Appoggiai la mano per terra sentendo qualcosa sotto il palmo, ma prima che potessi controllare vidi Fabio inciampare perché per sbaglio li avevo preso la stringa delle scarpe. Sussurrai uno "scusa" sottovoce e lui mi fissò truce.

<< Tutto okay? >> li chiese Robert, vedendolo barcollare; trattenni una risata e Fabio mi tirò un calcetto con gli stivaletti.

<< Ahia! >> dissi ad alta voce, tappandomi poi la bocca, nuovamente.

<< Ma che diavolo.. >> borbottò Robert, e Fabio abbassò lo sguardo preoccupato chiedendomi aiuto con un mimo, li feci segno di dire che ero un cane, mimando un "bau bau", e lui si girò sorridendo.

<< Ho un Carlino lì sotto >> spiegò << Ma è ancora piccolo e quindi non posso lasciarlo a casa da solo, allora lo porto di nascosto qui al pub perché il mio proprietario non vuole che lo tenga, miraccomando acqua in bocca! >> recitò lui facendomi aggrottare le sopracciglia rendendomi conto che davvero aveva usato la scusa del cane.

<< Ah >> disse Robert, pensando probabilmente fosse matto.

<< Ecco a voi i Martini! >> finì Fabio, porgendoglieli.

Mi esaltai mentalmente, pensando che se ne sarebbero finalmente andati.

<< John! >> urló Sasha sottovoce, passandoci accanto.

Mi alzai con uno scatto repentino, e guardai il mio capo venire verso di noi, con quello sguardo da bastardo che si ritrovava.

<< Ragazzi è pieno di tavoli da servire! Muovete il culo >> ci disse severo, entrando poi in cucina.

<< Ti giuro che un giorno di questi lo prendo a pugni >> mi sussurrò Fabio << Tieni i
Mojito >> mi porse il vassoio poi lui.

<< Oh! Giusto.. >> mi bloccai << Non ricordo il tavolo! >> lo avvertì in preda al panico.

<< Otto >> mi disse lui sorridendomi e grazie a Dio aveva una memoria meravigliosa.

<< Ti amo, grazie! >> gli sorrisi io, prendendo il vassoio con sopra i Mojito.

Mi diressi verso il tavolo otto, ma non vidi la coppia di prima, bensì gli amici di mio fratello, ridere e scherzare, mentre guardavano la partita, seduti proprio al tavolo in cui non dovevano essere seduti.

Quando feci per girarmi e fare retrofront però, fu troppo tardi.

<< Catherine? >> chiese Dan, e li mortacci sua.

Mi girai sorridendo fintamente e mi avvicinai al loro tavolo, sotto i loro sguardi sereni e tranquilli.

<< Ciao ragazzi! Che bello rivedervi >> gli sorrisi ancora, appoggiando il vassoio.

Sentì lo sguardo di Terence su di me e mi sentii in imbarazzo, non avendo nemmeno il coraggio di guardarlo dopo averlo evitato la mattina dopo che mi aveva aiutata.

<< Non sapevamo lavorassi qui >> disse Robert, mentre io alzai un sopracciglio.

<< Strano, ormai da tre anni! >> gli spiegai io, pulendo le mani sul mio grembiule e cercando subito una via di fuga << E adesso dovrei anche andare, mi farebbe piacere parlare con voi davvero, ma siamo pieni come potete vedere, comunque vi offro questi due
Mojito >> conclusi posandoglieli sul tavolo velocemente.

<< Grazie, gentilissima >> sorrise Dan, prendendo i drink << A momenti arriverà pure tuo fratello con Phill, non so se te l'ha detto >>

<< No, non mi aveva detto nulla Jake >> ammisi io, pensando alla litigata che avevamo avuto.

<< Strano >> disse ironico Robert, mentre io risi alla sua battuta, per poi andarmene di nuovo al bancone.

Mentre mi misi a riempire dei bicchieri di birra, guardai Terence, che beveva il suo Martini, parlando con Dan e Robert.
Il suo sorriso contagioso mi fece sospirare, dovevo scusarmi, dovevo ringraziarlo e dovevo sdebitarmi.
Non potevo far finta di nulla.

Poi lo vidi alzarsi e venire verso di me, come se i miei pensieri lo avessero chiamato.

Mi beccò a fissarlo e i nostri sguardi s'incrociarono.
Abbassai la testa deglutendo, e fissai il bicchiere ormai colmo di birra straripante.

<< È pieno, non credi? >> mi chiese lui, appoggiandosi e facendo un mezzo sorriso, indicandomi il bicchiere.

Lo guardai imbarazzata e a disagio tolsi il bicchiere impacciatamente chiedendomi perché fosse venuto a parlarmi.
Lo guardai facendo un mezzo sorriso e annuii alla sua domanda.

<< Hai bisogno di qualcosa? >> gli chiesi, mentre vidi mio fratello Jake che stava per entrare dentro al pub.

Sgranai gli occhi, mentre Terence aggrottò le sopracciglia non capendo che cosa avessi.

<< Devo lavorare, chiedi all'altra cameriera di che cosa hai bisogno >> gli dissi velocemente, entrando dentro la cucina, senza lasciarlo spiccicare parola.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora