Capitolo 15.

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<< Le mie chiavi di casa Jake! >> sbottai arrabbiata frugando nella borsa mentre parlavo al cellulare con mio fratello Jake.

<< Si, ce le ho io! >> disse lui tranquillo, facendomi grugnire dalla rabbia.

Ero appena uscita dall'università, avevo lasciato stamattina Jake a casa mia e lui si era dimenticato di riportarmi le chiavi di casa, e così non solo aveva le sue, ma anche le mie, e io ero fuori casa.

<< Non puoi portarmele? >> gli domandai, levandomi dall'entrata perché un ragazzo mi spinse di proposito guardandomi male.

<< Ma sei scemo? >> gli dissi io incamminandomi sul marciapiede sotto il suo sguardo accigliato, mentre gli tirai un'occhiataccia adirata.

<< Mi sono dimenticato, non c'è bisogno d'insultare >> si difese pensando l'insulto fosse rivolto a lui << Non posso portartele sono in centrale e sto lavorando >> borbottò dall'altro capo, mentre io lasciai cadere il braccio lungo il fianco esasperata.

<< Non era riferito a te e vengo io allora >> farfugliai, dato che alla fine ero vicina alla centrale di Polizia.

<< D'accordo, devo andare ora, mi stanno chiamando >> disse attaccando il cellulare velocemente e facendomi innervosire e sbuffare per la milionesima volta.

Ero arrabbiata e sapevo che quando ero stressata, l'unico modo per rilassarmi era quello di cucinare qualche dolce.

Dovevo tra l'altro preparare dei muffins per Katie, quindi la giornata non poteva che essere più azzeccata.

Aumentai il passo quando vidi in lontananza la centrale di polizia e prima di varcare la soglia mi sistemai la maglietta di Whitney Houston che mi ero comprata in una bancarella molto tempo fa.

Dopo essere entrata mi guardai attorno: un mucchio di uffici si presentavano dinnanzi a me.
Si vedevano poliziotti qua e là, persone parlare con agenti e davanti a me vidi uno sportello.
Mi avvicinai e guardai la signora, non notarmi nemmeno, troppo presa a scrivere qualcosa al computer.

<< Mi scusi >> borbottai io sorridendole e appoggiandomi.

Alzò il capo e dopo aver abbassato gli occhiali da vista mi fissò con un cipiglio sul volto. Era evidente la sua avanzata età, i suoi capelli grigiastri erano legati in una crocchia perfetta mentre i suoi occhi blu scuro erano contornati da delle rughe, aveva la divisa d'agente di polizia anche lei.

<< Posso aiutarla signorina? >> mi domandò con una voce decisa, che non mi sarei mai aspettata.

<< Sto cercando mio fratello >> le dissi mentre lei mi fece un gesto con la mano indicandomi una direzione.

<< Per compilare le denunce di scomparsa può dirigersi presso quello studio >> mi rispose lei mentre io scossi la testa velocemente e con un brivido a quella affermazione.

<< Si chiama Jake Boulevard e lavora qui >> gli comunicai guardandola speranzosa visto che non sembrava intenzionata ad aiutarmi.

Il suo sguardò s'illuminò in un batter d'occhio e tutta l'attenzione ricadette su di me finalmente. Mi accigliai e aspettai una sua risposta, mentre ruotò sulla sua sedia squadrandomi.

<< Ma certo! Quel fantastico ragazzaccio se n'è appena andato >> ridacchiò lei avvicinandosi al mio viso e soffermandosi a fissarmi << Tu sei la sua ragazza? >> mi chiese ispezionandomi.

<< No, sono sua sorella >> mi affrettai a ripetere, mentre lei annuii lentamente facendomi capire che non mi aveva ascoltata fino a quel momento.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora