POV LIVELY
"Ciao sorellina, ti sono mancato ?", la sua voce fin troppo famigliare mi fa balzare il cuore nel petto.
Accendo la luce con mano tremante, e vedo Harry sdraiato sul mio letto guardarmi con un sorriso maligno stampato in faccia. È cambiato dall'ultima volta che ci siamo visti, i capelli ricci sono più lunghi, in oltre è più alto e decisamente più muscoloso. Ha sempre quelle meravigliose fossette, e quel suo sorrisetto odioso che ha sempre quella strana capacità a farmi mandare sui nervi. Lo squadro dalla testa ai piedi, e mi accorgo percorrendo il suo corpo che il numero di tatuaggi è aumentato notevolmente. I miei occhi inquadrano le labbra a cuoricino e in seguito i suoi occhi color smeraldo, e mi chiedo come possa un essere così malvagio sembrare tale quale ad un angelo.
"Questa volta sei veramente nei guai sorellina, se tuo padre viene a sapere che sei arrivata così tardi, sei morta.", sghignazza risvegliandomi dai miei pensieri. Ora lo uccido, giuro. Stringo le mani in pugno e mi avvicino con passo deciso verso di lui.
"Uno, sono solo la tua sorellastra, grazie al cielo. Due, giuro che se lo dici a papà ti castro, tre sparisci immediatamente da camera mia !", sibilo con voce minacciosa. Se non se ne va immediatamente lo spedisco in camera sua a calci nel culo, penso.
Harry continua a ghignare divertito, guardandomi come se fossi una minuscola formica, la quale sta per essere destinata a sopportare le pene dell'inferno. Cioè lui. Essere considerata così debole da parte sua mi manda su tutte le furie. Ho diciassette anni, non quattro. Non sono più una bambina, non può più pretendere di prendersi gioco di me. So badare a me stessa e non mi fermo davanti a nulla. Harry ha sbagliato preda, perché non ho intenzione di essere la sua vittima anche questa volta. Non lo sarò mai più, e se è la guerra che vuole, la guerra avrà.
"Oh, secondo me lo saprà comunque. Anzi, sai una cosa ? Alfred ! È tornata Lively !",urla spaventandomi. Sobbalzo. Oh, no. Ora cosa faccio ? Cosa dico ? Cosa mi invento ? Sento dei passi, vedo entrare in camera mio padre, lo sguardo furente e capisco di essere in trappola. La paura congela i miei pensieri, non trovo scuse plausibili per giustificarmi. Sono nei guai, terribilmente nei guai.
"Come ti permetti di arrivare così tardi a casa ? Mi hai fatto prendere un colpo ! Sei veramente nei guai questa volta, signorina !", urla mio padre con il viso arrossato per la rabbia.
"Ma...Ma", provo a inventarmi una scusa, ma non mi viene in mente nulla. Sono fregata. Mi metterà in punizione per un anno intero. Non mi farà più andare da Peter. Al solo pensiero mi vengono gli occhi lucidi. Lui è la mia roccia. La risposta a ogni mio problema.
"Assegnami questa punizione e facciamola finita.", dico alzando la testa verso di lui con aria di sfida. Con mio padre funziona così : lui ha sempre ragione. Ribattere non darebbe risultati perché la sua rabbia batte sempre la mia, ho preso da lui, in un certo senso. Proviamo rancore per cose del tutto futili e non ce ne rendiamo conto.
"La deciderò con il tempo. Stanne certa. Ora vai a letto immediatamente, e spero che rifletterai sulle tue azioni. Non aver aspettato l'arrivo di Harry ha molto deluso Anne. Prepara della scusate adeguate per colazione.", detto ciò, si gira verso il riccio.
"Grazie per avermi avvertito, Harry. Sono felice di sapere che in questa casa esista ancora qualcuno di responsabile.", sottolinea le parole per darmi fastidio, ma fingo di ignorarlo. Finalmente, dopo aver capito che non può fare o dire altro, sparisce da camera mia.
Sto per buttarmi su Harry, pronta a prenderlo a pugni, ma lui è più veloce di me, schiva il pugno che volevo dargli in pancia, e mi fa sbattere contro il muro. Si sente un tonfo, prego affinché mio padre non l'abbia sentito. La schiena mi fa male per colpa dell'impatto ma non lo do a vedere.
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True or false ? || Harry Styles
FanfictionErano legati solo da uno stupido contratto, poi tutto cambiò. Si perdevano solo per trovarsi. Si lasciavano per riabbracciarsi. Si odiavano per amarsi. Erano strani quei due. Tanto da far loro credere che il vero amore esistesse.