Insonnia

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Scorpius Malfoy

Dannazione.
Di nuovo.
Non è possibile.
Non lei.

Si era svegliato madido di sudore, con la tachicardia e una dolorosa erezione che l'aveva letteralmente mandato in bestia. Di nuovo.

Derek aveva ragione, si era preso una cotta. Ma nemmeno Milly Mahon, la bellissima Milly che lo aveva fatto sentire un vero idiota quando gli aveva concesso di perdere la verginità insieme a lei, gli era mai entrata così nel cervello.

Lily sembrava incastrata dentro a tutti i suoi pensieri e, comunque cercasse di ordinarli, sbucava sempre fuori nei modi meno opportuni. Il problema non era tanto di giorno, quando per lo più la sua voglia di vederla veniva incanalata in fastidiosi tentativi di punzecchiarla.

Il problema era quando le sue fantasie uscivano dai binari sicuri del controllo. Come durante la notte, oppure quando aveva malauguratamente deciso di baciarla, nel bel mezzo di Hogsmeade. Aveva fatto di tutto per cercare di ridimensionare l'accaduto. Lo aveva persino detto ad Albus, nel tentativo di archiviare la cosa.

Eppure lei tornava, sempre più spesso e sempre più esplicita. Non ricordava neanche più le volte che aveva sognato di spogliarla, baciarla, di sentirla inarcarsi sotto di lui, di sentirla sospirare il suo nome. Come una ragazzina al primo amore, si disse, voltandosi nervoso su un fianco.

Si era domandato a lungo, durante le innumerevoli notti insonni, il motivo di quella fissazione. Alla fine, si era risposto che forse il motivo era proprio la sua verginità. Il sapere che dietro quella scorza di sprezzante arroganza, che l'aveva portata a voltargli le spalle per ben due volte in una stessa giornata, Lily era una fragile ragazzina insicura alla ricerca della persona a cui affidare la parte più intima di sé, gli faceva desiderare di essere lui il prescelto. Lily sembrava così innocente, nonostante la sua lingua tagliente. Non dubitava che nella giusta situazione si sarebbe fatta guidare, toccare, ammirare, stupire.

Stava divagando. Solo il pensiero delle mani di lei che gli abbassavano i boxer era bastato per fargli trattenere un gemito. Il discorso che aveva origliato qualche giorno prima, quando l'aveva trovata in dormitorio con Derek, doveva essergli rimasto fin troppo impresso in qualche angolo recondito della sua mente, se ancora tra le mura della sua camera da letto non pensava ad altre che a Lily Potter. Che non si sarebbe mai avvicinata così tanto a lui, oltre che nei suoi vaneggiamenti. Che, anche se fosse riuscito a convincere, avrebbe preteso di più di una parentesi divertente, un po' per il suo orgoglio da Grifondoro, un po' per essere la sorella del suo migliore amico. 

Scorpius non sapeva più cosa inventarsi per farsela uscire dalla testa. Oltretutto, non l'avrebbe rivista tanto presto. Se Albus non scherzava, e difficilmente prendeva l'amata sorellina a cuor leggero, quella faccenda di Durmstrang era parecchio reale.

Sospirò, girandosi sull'altro fianco, mentre l'eccitazione lasciava il posto a una sensazione più cupa e deprimente. Cosa sarebbe rimasto di Lily Potter, dopo un anno e mezzo di quella maledetta scuola di perdenti? Sarebbe riuscita a conservare il suo sorriso, i suoi occhi limpidi, la sua spontaneità? 

Oppure l'avrebbero piegata, plagiata, sconfitta, fino a farla diventare la perfetta copia di mille altri giovani maghi votati all'invidia, alla bramosia, al successo? Cosa diavolo avevano in testa i Potter, quando avevano accettato di rinchiudere una come lei in un posto come quello?

Empatia - Missing MomentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora