Il Gufo

444 17 33
                                        

Lily Potter


Le vacanze Potter-Weasley erano una tradizione irrinunciabile che incominciava già alla stazione di King's Cross, per protrarsi almeno nelle due settimane successive tra la Tana e qualche posto sperduto dell'Inghilterra dove campeggiare lontani da occhi di maghi e babbani indiscreti. 

Lily era legatissima a quello che a tutti gli effetti era il suo rito di inizio estate per questo, appena scesa dal treno, senza troppe cerimonie si fiondò verso i suoi genitori, ignorando stoicamente lo sguardo di Scorpius che le si era piantato addosso. Dopotutto aveva passato le ultime tre ore a salutarlo.

Non aveva fatto in tempo ad abbracciare sua madre però, che Albus le era piombato alle spalle. «Salutate Lily Potter in Malfoy.» ghignò sarcastico, indicandola con un cenno della testa.

«Al!» pigolò lei in risposta, in evidente difficoltà. Ancora non aveva deciso come affrontare il tema "estate", soprattutto dopo che Scorpius le aveva candidamente rivelato di aver scritto a suo padre a sua insaputa.

Albus ignorò la tensione dovuta alla bomba appena sganciata, superandola con un gesto di plateale stizza, probabilmente ancora offeso per essere stato cacciato dallo scompartimento del treno. Lily non capiva il motivo di tutto quell'astio. Dopotutto, avrebbe potuto rimanere tranquillamente insieme a loro, invece che trascinare chissà dove Cassandra. Probabilmente a disturbare Rose e Derek, per esempio.

Con le guance colorate dalla vergogna, lanciò una timida occhiata ai suoi genitori, le cui espressioni educatamente perplesse non lasciavano presagire niente di buono. 

«Io non ne sapevo niente.» mormorò, abbassando gli occhi.

«Ah sì?»

Contro ogni previsione il volto di suo padre si era aperto in un vero, ironico sorriso accondiscendente.

«Giuro.»

«Quindi non c'erano avvisaglie precedenti di questa fantomatica relazione? Come le allusioni del signor Fennel o le gentili parole che il tuo ragazzo non ha mancato di riservarmi in ogni occasione in cui ci siamo trovati a condividere lo spazio vitale?»

Lily non riuscì a sostenere quello sguardo carico di divertimento. Era pronta a tutto: una ramanzina, il mutismo, una nuova guerra magica. Ma quell'arrendevole divertimento era quanto di più lontano dalle sue previsioni potesse succedere. E sì che era un'empatica, veggente e tutto il resto. 

Pensava di non potersi sentire più imbarazzata di così ma l'improvvisa voce di Scorpius alle sue spalle la fece trasalire. «Signori Potter, buonasera.»

Sentì vagamente sua madre e suo padre rispondere al saluto, prima di scambiare i soliti convenevoli di circostanza. Lily cercava di guardare ovunque tranne i suoi genitori e Scorpius, per lo meno finché l'improvviso comparire nel suo campo visivo dei coniugi Malfoy non la fece trasalire.

«Credo che dovremmo andare.» borbottò a bassa voce, per nulla convinta di volersi mettere in mezzo a quella specie di duello senza bacchette tra Scorpius e suo padre.

Le sue speranze vennero però frantumate dall'improvviso coraggio del ragazzo. Coraggio che con lei raramente aveva dimostrato e che, in tutta onestà, non riteneva il momento migliore per manifestare. «Faccio sul serio con vostra figlia.»

Per un attimo le sembrò che il cuore le si fermasse, prima di sentirlo riprendere a velocità ben superiore al normale.

«Sono lieto di sentirtelo dire. Non mi aspettavo niente di meno, viste le tue richieste.»

«Mi dispiace se sono sembrato inopportuno.» continuò lui, con l'aria di non sentirsi affatto così afflitto come affermava.

«Diciamo che è una situazione anomala per la nostra famiglia.» concordò Harry, sfidandolo con lo sguardo a proseguire.

«Vorrei solo avere la possibilità di passare del tempo con lei prima del rientro ad Hogwarts.»

Harry sembrò soppesare la risposta, prima di far cadere del tutto la maschera di cordialità che si era costretto ad indossare. «E l'idea che la vostra sia una storiella, una breve parentesi spensierata confinata tra le mura di scuola, non ti ha mai sfiorato?»

Lily trattenne il fiato. Ecco, voleva proprio saperlo anche lei, anche se la situazione era surreale. Non avrebbe mai pensato di capire qualcosa di quella relazione mentre Scorpius parlava con suo padre, come se lei nemmeno fosse presente. 

Era così concentrata sulle sue scarpe da non notare la gomitata che sua madre rifilò senza troppe cerimonie a suo padre, così come il sorriso sarcastico di Scorpius.

«Continuamente.»

«Quindi perché, di grazia, non lasci alle cose il loro corso? Tu ti trovi una ragazza più incline ad assecondare quella che sarà la tua vita, Lily finisce la scuola e, come si dice, se son rose fioriranno.»

«Eh?»

Lily, che finalmente riconobbe suo padre in quel discorso, alzò gli occhi su sua madre, che ostentava ora un'espressione confusa.

«Niente, cara. È solo un detto babbano.»

Lily questa volta colse distintamente l'occhiata di fuoco che lei gli lanciò. «Ricordi di cosa abbiamo discusso, l'altra sera?»

L'osservazione era arrivata in maniera quasi casuale, ma Lily era certa nascondesse un ragionamento ben più costruito. Solo un'ingenuo come Scorpius poteva pensare che i suoi genitori ignorassero le sue decisioni per il futuro. Non era certo Milly Mahon, lei.

«Va beh, tutto molto bello, ma io vorrei andare a casa.» Questa volta la voce le era uscita abbastanza risoluta da zittire la conversazione. «Domani è il giorno della partenza, vero?»

«Vero, Tigre.» le rispose suo padre, forse piacevolmente sorpreso dalla ruga che sentiva dividerle le sopracciglia in quella che sicuramente era un'espressione irritata.

«Quindi direi che possiamo rimandare i drammi, se sarà il caso, ad almeno tre settimane da oggi.» continuò, impassibile.

Sapeva che, per motivi diversi, a nessuno era sfuggito quel se sarà il caso. Nemmeno a Scorpius, che improvvisamente aveva perso la sua baldanza.

«Quindi ci salutiamo?»

Lily lo guardò gelida, scorgendo una punta di delusione dietro la solita espressione sfacciata. «Lo abbiamo già fatto.»

Detto questo, girò i tacchi e si diresse a grandi passi verso l'uscita, ignorando tutti i presenti compresi, soprattutto, i coniugi Malfoy. Sentì solo Albus fischiare ammirato. «Credo tu l'abbia fatta incazzare davvero, amico.» 

Fortunatamente nessuno pronunciò più una parola sull'argomento, né durante la cena, né durante la preparazione dei bagagli. 

Solo dopo ore, quando nel rigirarsi tra le lenzuola si accorse di essere troppo scombussolata per riuscire a prendere sonno, Lily si concesse di ammettere a sé stessa che Scorpius le mancava già immensamente, nonostante quel continuamente così velenoso che gli era uscito dalle labbra. Una mancanza assolutamente irrazionale, dato che la sera erano stati quasi sempre separati, ad Hogwarts. Una mancanza aggravata sicuramente dalla gelosia, che le riempiva la testa di immagini di ragazze sconosciute e di nuove insicurezze.

Era da poco passata l'una di notte, quanto sentì un gufo picchettare imperioso contro il vetro della finestra. Si alzò incuriosita, slegando dalle zampe una delle pergamene più corte che avesse mai ricevuto. 

Lo so che mi stai pensando, Potter. 

Idiota, mormorò stizzita tra i denti accartocciando il foglio, senza rendersi conto del vero motivo di quella semplice provocazione.

Empatia - Missing MomentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora