Scorpius Malfoy
Dall'altra parte della strada, in mezzo a un grande prato poco curato, una delle rare case di Flø si stagliava contro il paesaggio, solida e beffarda nella sua semplicità. Era rimasta alle sue spalle per ore, imponente e silenziosa, mentre il suo sguardo si era concentrato sulle onde grigie e agitate, che ritmicamente si infrangevano contro il bagnasciuga.
Non era un sentimentale, perciò quell'altalena ben piantata da qualche babbano troppo zelante, che pareva aver calcolato con precisione il centro del prato, non lo faceva pensare al futuro che probabilmente si era giocato, per lo meno con lei. Aveva solo diciannove anni, e tutta una vita per farsi imbrigliare nella trappola del matrimonio.
Non trovava neppure romantico quel luogo freddo e perennemente sferzato dal vento; non sentiva il morso della solitudine attanagliargli le viscere e soprattutto, non aveva bisogno di nascondere una delusione che in realtà non provava.Dopo quella conversazione con Derek, si era arrovellato il cervello per una settimana intera, senza risultati. Poi i pettegolezzi avevano raggiunto anche le orecchie di sua madre, e di conseguenza, le sue. Lily Potter si era allontanata da casa senza convincenti spiegazioni, il grande eroe Potter era improvvisamente guardato con sospetto, anche se cercava di condurre la vita di sempre. Cosa stava succedendo alla famiglia più patinata dell'Inghilterra magica? Possibile che il Salvatore avesse allontanato volontariamente la figlia? E perché?
Scorpius aveva fatto orecchie da troll, evitando di dare la sua versione dei fatti e ripartendo per Durmstrang con quasi un mese di anticipo rispetto ai suoi programmi iniziali. Derek era partito per la sua prima missione con la sua dolce metà, Albus sembrava vivere al Ministero tranne per i rari momenti in cui vedeva Cassandra. Entrambi non avevano tempo da dedicargli, troppo presi dalla loro nuova vita di giovani realizzati per passare del tempo a parlare di niente. Scorpius aveva inizialmente accusato il colpo della solitudine ma poi, riflettendoci, aveva capito di non essere per nulla dispiaciuto, soprattutto per Albus. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante trovarsi solo in sua compagnia, dopo gli ultimi sviluppi. Meglio lasciar perdere, almeno finché le acque non si fossero calmate.
In quel momento era l'acchiappasogni il suo unico problema. Era diventato la sua ossessione. Era tornato su quella spiaggia tutti i giorni, da quando lo aveva notato, solo per osservare quel curioso manufatto babbano ondeggiare dalla veranda di quella casa all'apparenza abbandonata. Sapeva che le leggende legate agli acchiappasogni erano per lo più superstizioni. Quegli aggeggi non avevano poteri magici, nonostante le strambe dicerie fomentate dagli Scamander e dai Lovegood, tuttavia non riusciva a distogliere l'attenzione dalle sue piume vermiglie. Semplicemente si sedeva sulla sabbia, dall'altro lato della strada, e lo osservava rapito, ripensando a tanti piccoli dettagli a cui non credeva nemmeno di aver mai fatto caso.
Come quella lentiggine più scura sul lato sinistro del suo naso, o i denti dell'arcata inferiore leggermente accavallati. Ai suoi occhi, quei difetti rendevano Lily ancora più bella, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Ormai, non aveva più senso.
«Lo puoi tenere, se vuoi.»
Scorpius quasi balzò in piedi, nel sentire quella voce sottile così vicino al suo orecchio. Spostò lo sguardo per trovarsi di fronte a una bambina ben più bionda di lui, con un sorriso bellissimo e altrettanto imperfetto, per via di un dente probabilmente appena caduto.
«Scusa?»
«Lo puoi tenere.» ripeté la bimba, con una notevole fatica per farsi capire, agitandogli davanti al naso l'acchiappasogni dalle piume rosse.
Scorpius aveva avuto modo di ascoltare più volte i locali parlare il loro dialetto, e lo aveva trovato incomprensibile. Eppure quella bambina si stava sforzando di comunicare in un inglese accettabile.
«Perché?»
«Perché la mamma ha detto che sei tanto triste, e che probabilmente questo ti ricorda una persona a cui vuoi bene. E siccome vieni qui tutti i giorni pensiamo che ti manchi tanto e che tu non abbia nemmeno una sua fotografia.»
Scorpius la osservò, stupito dalla profondità di quella valutazione, prima di notare in lontananza la figura di una donna che li osservava attentamente. «Non dovresti parlare con gli sconosciuti.»
«Ma tu non sembri pericoloso.» obiettò la bambina, sicura. «E poi se ogni tanto non si rompono le regole, la vita sarebbe tanto brutta.»
Scorpius sorrise, allungando la mano per afferrare l'acchiappasogni. «Grazie, ragazzina.»
«Avevamo ragione? Ti ricorda una persona?»
Lui sospirò. «La più speciale che io abbia mai incontrato.»
«E perché ti manca tanto?» incalzò la bambina, battendo un piede a terra per la curiosità.
«Perché sono stato cattivo con lei, e adesso non mi vuole più vedere.»
La piccola rise. «Non ci credo.»
Poi d'improvviso, si voltò verso la donna in lontananza. «Ora devo andare, ma tu trova il modo di farle ascoltare le tue scuse. La mamma dice sempre che non si possono non perdonare le scuse sincere.»
Scorpius le sorrise, osservandola correre via. Poi, riportando l'attenzione all'acchiappasogni, improvvisamente ebbe un'idea: lasciare andare i brutti sogni. I brutti pensieri. Farli uscire dalla sua mente, anche solo per pochi minuti.
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Empatia - Missing Moments
FanfictionRaccolta di missing moments dal mondo di Preveggenza e Oltre la Vista. Perché Lily e Scorpius, in fondo, non sono mai riusciti a fare a meno l'uno dell'altra.