Justin Fennel
«Dunque tu saresti il galoppino del Capitano Potter?»
Non si era fatto intimorire da quella voce sicura, o nemmeno da quegli occhi ironicamente indagatori. Sapeva che Jess Groove era considerata la matricola più tosta del corso. Lo aveva capito dal modo in cui tutti la scansavano, trattandola più da superiore che da semplice ragazza. Anche se come femmina, non era niente male. Ce lo aveva nel sangue lei, il rigore sprezzante degli Auror, e non mancava di dimostrarlo ai pivelli come lui.
«In carne ed ossa. Chi lo vuole sapere?»
Il sorrisetto con cui accompagnò quelle parole non la fece vacillare. Se mai, sembrò rispondere perfettamente all'idea che si era sicuramente già fatta di lui.
«Nessuno. O per lo meno, nessuno di importante per te.»
«Beh, nessuno, dovresti lasciare scegliere a me cosa ritengo importante.»
«Credo che le gonne della figlia del capo siano una risposta più che sufficiente. O per lo meno, è quella che si danno tutti.»
Se n'era andata senza aspettarsi una replica, Jess Groove. Forse voleva solo capire chi minacciava di scalzarla dal ruolo di matricola più promettente. Forse voleva dimostrare di non essere preoccupata. Fatto sta che, nel lasciarlo a bocca asciutta, gli aveva concesso una panoramica eccellente del suo fondoschiena.
«Preferisco i pantaloni!» le aveva urlato lui, guadagnandosi un dito medio di spalle e fischi d'apprezzamento da parte di tutti i presenti.
Non l'aveva più rivista per settimane, anche se il suo sguardo aveva preso l'abitudine di vagare per ogni corridoio del Ministero. Pronto ad ogni evenienza.
Poi, un giorno, se l'era trovata a dieci centimetri dalla faccia, in maniera del tutto inaspettata. Era entrato di corsa nello sgabuzzino accanto alla sala incantesimi, quello che tutti evitavano per non incappare nel turno di pulizie. McGrovery e Pulcey stavano cercando di convincerlo che la punizione corretta per essere arrivato ultimo nella loro piccola sfida accademica fosse bere una bottiglia di Whisky Incendiario prima dell'ispezione del Capitano ma, orgoglio a parte, non si sentiva ancora pronto a rischiare il suo posto nel corpo Auror per una bravata tra commilitoni.
Era in quelle circostanze assurde che se l'era trovata davanti, intenta a fumare una sigaretta babbana, con l'aria di chi non voleva essere assolutamente trovata.
«Bene, bene. La piccola Jess infrange le regole.»
«Matricola Groove per te, pivello.»
Nonostante la situazione bizzarra, Jess sembrava volter mantenere le distanze. Justin però non era riuscito a trattenere un sorriso nel cogliere una punta di agitazione in quel tono sprezzante.
«Matricola Groove, l'infrazione è ugualmente grave.»
«Fatti i cazzi tuoi.»
Questa volta non riuscì a imporsi di non ridere. Dietro quell'aria da dura sembrava esserci una ragazzina terrorizzata che la sua immagine altezzosa andasse in pezzi.
«Lo farei, davvero. Ma solo dietro compenso.»
Jess alzò gli occhi al cielo, annoiata. «Cioè?»
«Un appuntamento.»
La richiesta dovette sembrarle assurda, perché Jess scoppiò a ridere così forte che per un attimo lo colse la paura che qualcuno li trovasse, in quel magazzino, a infrangere milioni di regole che non si era nemmeno dato la pena di verificare. Poi però si perse a guardare le fossette sulle sue guance, così incredibilmente tenere, o la luminosità dei suoi occhi, solitamente velati da una patina di apatia.
«Che c'è di così divertente?»
«Mi hai chiesto un appuntamento.»
«E quindi?»
Lei lo osservò curiosa, quasi stupita, per poi sporgersi verso di lui e baciarlo sulle labbra. Il suo stupore sembrò crescere quando si accorse che lui era rimasto immobile, in attesa.
«Di solito mi chiedono altro.»
Justin si grattò la nuca, simulando un imbarazzo che in realtà non provava. «Che ci vuoi fare? Sono un ragazzo all'antica.»
E prima che lei potesse sfuggirgli di nuovo, la baciò. Così, solo per rimarcare il suo sincero interesse.

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Empatia - Missing Moments
FanficRaccolta di missing moments dal mondo di Preveggenza e Oltre la Vista. Perché Lily e Scorpius, in fondo, non sono mai riusciti a fare a meno l'uno dell'altra.