Il sapore della vittoria

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Harry Potter

«Ne sei sicura, Gin?»

Sua moglie aveva annuito, rabbuiata. «Me lo ha detto prima di salire sul treno.»

Harry si limitò ad annuire, prima di alzarsi dal letto e afferrare la camicia che poco prima aveva tolto.

«Cosa stai facendo?» gli chiese allarmata sua moglie, tirandosi a sedere di scatto.

«Vado a dirne quattro al piccolo Malfoy. E al grande, se mi capita a tiro.»

«Fermo dove sei.» sibilò Ginny. «Giuro che se esci da questa camera lancio uno di quegli incantesimi di protezione alla casa che neanche tra cent'anni riuscirai a scalfire.»

Harry abbandonò immediatamente la sua baldanza, ricadendo pesantemente sul letto. «Donna, così mi privi della possibilità di comportarmi da padre protettivo.»

«Di comportarti da padre demente, se mai. Dov'è finita l'indipendenza dei nostri figli? E comunque, è stata tua figlia a decidere.»

Harry si voltò, lo sguardo acceso contrapposto all'espressione dura di Ginny. Poi, improvvisamente, capì. «Ma allora perché era così di cattivo umore? Sembrava un Infero vagante per casa, durante queste vacanze.»

«Vedo che quando ti applichi sei ancora in grado di giungere a conclusioni sensate.» 

Harry si sentì improvvisamente in difetto. Come padre aveva sempre cercato di essere presente per i suoi figli, ma per le questioni sentimentali si sentiva ancora negato. Con il suo buonsenso e una buona dose d'intuito, Ginny era molto più adatta a svolgere il ruolo di confidente, tanto per Lily quanto per Albus e James.

«Cosa è successo allora?»  

Probabilmente lui era la perfetta incarnazione del padre apprensivo e iperprotettivo nei confronti della figlia femmina. Il fatto poi che fosse l'ultimogenita, non indirizzava il suo giudizio verso l'obiettività. Più volte negli anni aveva pensato con affetto alla discrezione che Arthur aveva avuto nei suoi confronti, quando la relazione tra lui e Ginny la relazione era diventata evidente.

«Credo che Durmstrang sia stata solo una tappa del percorso di Lily.» sospirò Ginny. 

«Cosa intendi?»

«Non lo so, ma la scusa che Scorpius non fosse riuscito a tornare dalla Francia non stava in piedi. Albus si è anche tradito più volte, ma lo stesso le ho lasciato il beneficio del dubbio. Oggi però, gliel'ho chiesto direttamente.»

«E lei?»

«Lei ha detto che lo ha lasciato perché avevamo ragione, è troppo giovane per vivere una relazione a distanza. Che è il suo ultimo anno e nei mesi scorsi non è riuscita a viverlo bene, ed è convinta che per lui sia lo stesso.»

Harry le rivolse la sua completa attenzione, attonito. «Non è da Lily darci ragione così. Soprattutto dopo quest'estate.»

«I suoi poteri stanno crescendo ancora. Hai visto l'altra sera, quando siamo andati da James? Rispondeva a domande mai fatte, senza accorgersene.»

«Ma Minerva ha detto che questo trimestre l'ha vista più serena ed equilibrata che mai!»

Ginny gli si avvicinò, tanto da posare la testa sulla sua spalla. «Davvero non hai capito? Lily si è chiusa in sé stessa. Finge, sempre. Non ha mai fatto un sorriso sincero nei venti giorni che è rimasta a casa. E non è per Scorpius. La loro rottura... temo sia solo una conseguenza.»

Harry la scostò gentilmente per poi osservarla smarrito, incapace di articolare i suoi pensieri. «Stiamo facendo del nostro meglio, vero?»

Ginny sospirò. «Ti ricordi cosa ha detto Minerva? Noi possiamo solo farle capire che ci siamo, ma è lei che ha il comando. Se ci taglia fuori, è una sua scelta. Sono pochi gli empatici che sopportano di vivere in comunità, e per lo più sono quelli che hanno poteri minori.» 

«Come Derek Zabini.»    

«Cosa c'entra adesso?»   

Harry boccheggiò, a disagio. «Credevo... Ho pensato... Ma Lily non poteva fare una cosa così. Non a sua cugina. Ora forse tutto ha una spiegazione.»   

«Cosa?» lo incalzò Ginny.   

«Dopo la cena della Vigilia, Lily è uscita dalla finestra e si è smaterializzata. Immaginavo che sarebbe scappata da Scorpius, visto che non si era fatto vivo, ma ho controllato lo stesso. Lo sai che mi preoccupo.» aggiunse mortificato. «E comunque uscire di nascosto è intollerabile, anche da maggiorenni.» 

«Su questo hai ragione.» convenne Ginny, incitandolo a continuare.

«Mi ha sorpreso quando l'ho scoperta da Zabini. Mi sono dato tutte le giustificazioni possibili: che ci fosse una festa tra i ragazzi, ma Albus era a casa; che avessero scelto casa sua come punto di ritrovo, ma poi l'ho vista così spenta nei giorni successivi, che ho capito che qualcosa non andava. Ho immaginato... pensavo che Lily e Zabini... Non riconoscevo più la nostra bambina...» 

Ginny gli sorrise, comprensiva. Sapeva quanto per Harry non fosse facile accettare che Lily avesse un ragazzo, figurarsi una relazione con quello della cugina. «E hai pensato bene di non dire niente.»     

«Sapevo che tutto avrebbe avuto una spiegazione. Me lo auguravo.» ribatté, cocciuto.

«Ma non lo sai.»  

«Stamattina, in stazione, Hugo era in compagnia di Rose e Derek.»  

«Ho notato. Deve essere stata una cosa grave, per tenere lontana Hermione. So quanto ci tiene.» ribatté, con una punta di acidità nella voce.    

«Sì. Cioè no. Dai, non te la prendere.» mormorò Harry, arrossendo allo sguardo truce della moglie. «Hermione aveva un ritardo. Si sono spaventati.»  

Ginny allargò gli occhi, allibita. «Hermione? Ma perché sono sempre l'ultima a sapere le cose?»  

«Me lo ha confidato Ron.» si difese, disperato. «Herm non sa che me l'ha detto, altrimenti credo morirebbe d'imbarazzo.» 

«E perchè?» 

«Lo sai come la pensa. Ormai Rose è grande, ha portato un ragazzo a casa. Si vede già nonna. Comunque era un falso allarme.» 

«Quindi hanno approfittato dell'unico momento in cui Rose non poteva essere al Ministero neanche per sbaglio per andare al San Mungo.» concluse Ginny. 

«Bingo!» rise Harry, arrossendo di nuovo all'espressione della moglie. «Scusa, è un detto babbano. Non so perché mi è venuto in mente.»        

«E cosa centrerebbe tutto questo con Lily?»

«Ha abbracciato Zabini, e lo ha ringraziato. Davanti a Rose. Ho visto come si sono guardate quelle due. Sai che Rose ha quello sguardo, quello come Hermione. Mi è sembrata stranamente protettiva.»   

«Dici che sa qualcosa?»   

«Credo di sì. Ma a questo punto è tutto logico, secondo la tua tesi. Lily lascia Scorpius e va dall'unica persona da cui sa di poter essere compresa. Un copione già visto, se pensi a come aveva pensato di convincerci di non spostarla a Durmstrang.» 

«Dici che sarà servito?» 

«Non lo so. Me lo auguro. Ma è giovane. Ha tutta la vita davanti. Forse è meglio che si siano lasciati. Ha solo diciassette anni, troverà la persona giusta a suo tempo.» 

Ginny lo osservò dubbiosa. «Se lo dici tu.»

Harry era certo che avesse colto la sfumatura preoccupata della sua voce.     

Empatia - Missing MomentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora