Logico

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Derek Zabini

«Dai Rosie, non puoi dire sul serio!» 

Niente, non si era intenerita nemmeno con la sua migliore interpretazione da penitente contrito. 

«Invece sì, mio caro. Onori e oneri, ricordi? Adesso tocca agli oneri.»

Osservò allibito la sua espressione diabolica, prima di sincerarsi che sì, stava parlando seriamente. E no, non sarebbe riuscito a scamparla quella volta. 

«Perché fai così? Tu sei più brava di me in queste cose.» 

«Musica per le mie orecchie.» cinguettò lei, sorridendo compiaciuta. «Ma la risposta è comunque no.» 

«Rosie.» piagnucolò invano, prendendosi la testa tra le mani come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.

Sapeva che non l'avrebbe mai convinta, ma non poteva rinunciare senza giocare tutte le carte a sua disposizione. «Questa è solo una vendetta per la storia della Correy, vero?»

«Forse.» confermò lei, facendo comparire dal nulla tre rotoli di pergamena immacolati, che andarono a posarsi con grazia sul tavolo, proprio davanti al suo viso. «Li voglio pieni di dettagliate descrizioni per domani.» 

«Ah, te ne vai pure?» domandò allibito, osservandola recuperare la giacca dallo schienale di una delle sedie.

«Certo. Papà e mamma hanno invitato a cena i Potter per il ritorno di Lily, non voglio arrivare in ritardo a causa tua.»

Improvvisamente gli occhi di Derek si illuminarono, mentre con rinnovate energie si sollevava sui gomiti. «E non sono invitato?» 

«Tu devi finire la relazione degli ultimi due mesi di missione. Che va consegnata domani mattina.» 

«Signorsì, signore.» esclamò lui, improvvisamente gioviale, accennando un saluto militare.

Dopotutto, quella non era una punizione ma una bellissima, meravigliosa scappatoia. E poco importava se Rose pensasse di essere stata furba; avrebbe scritto anche sei rotoli di pergamena pur di non dover passare una serata controllato a vista da Ronald Weasley. Aveva una memoria formidabile lui, sarebbe bastato incantare la piuma e dettare tutto quello che ricordava di quei mesi.

Fu solo dopo che Rose si fu smaterializzata, subito dopo avergli lanciato un bacio, che si rese conto di un piccolo inconveniente: la sua bacchetta, che aveva abbandonato sul tavolo proprio accanto a dove si era appoggiata la sua ragazza, era sparita. Al suo posto c'era un biglietto stropicciato.

Con tutti gli incantesimi di protezione che hai, dubito ti serva fino a domattina. 
Buona serata, amore.                 

Per qualche istante pensò di mandarle un gufo, o forse cento. Oppure di smaterializzarsi direttamente a casa Weasley. Poi si rese conto che quella era esattamente la reazione che lei si aspettava, per avere la conferma che la sua vendetta fosse andata a segno. Decisamente, la piccola faccenda delle nomine doveva averla parecchio infastidita, per pensarci ancora dopo due mesi.

«Peggio di una serpe.» mormorò, quasi ammirato, intingendo la penna nel calamaio.

Un improvviso senso di fame lo bloccò a metà del primo rotolo, mentre ancora terminava le premesse: era ora di cena, e lui non aveva nulla di pronto. E neppure una bacchetta per prepararsi un pasto decente.

«Di bene in meglio.» commentò, rivolto al vuoto, già pensando a come farla pagare alla sua ragazza, il giorno successivo.

Empatia - Missing MomentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora